Diciotto anni fa alle 16,58 in via D’Amelio Paolo Borsellino e i 5 ragazzi della sua scorta saltarono in aria per mano della mafia. E qui alla stessa ora migliaia di persone si sono radunate oggi per la manifestazione organizzata dal ‘Popolo delle Agende rosse’. Artisti che hanno inscenato balli e canti, ma anche tanti giovani, anziani e bambini provenienti da tutta Italia che hanno voluto rendere omaggio alla memoria del magistrato e degli agenti di polizia morti in quel tragico 19 luglio. Al mattino vi era stato da via D’Amelio il durissimo intervento di Rita Borsellino: “Mi sono stufata di contare le persone e di fare confronti con l’anniversario della morte di Falcone. La vera antimafia si fa ogni giorno senza stare attenti ai numeri”. Rita Borsellino si è soffermata anche sull’assenza di rappresentanti dello Stato in via D’Amelio: “Forse è da attribuire alla paura di ricevere contestazioni dalla società civile e proprio nelle istituzioni e negli alti vertici ci sono personaggi che hanno perso il diritto di piangere Paolo”.

Dopo il minuto di silenzio alle 16,58, organizzato dal popolo delle ‘Agende Rosse’ e che il sito internet 19luglio1992.com ha mandato in diretta su tutta la rete, il corteo con in testa il fratello del magistrato ucciso, Salvatore, ha cominciato a sfilare. Salvatore Borsellino ha dichiarato in un accorato appello che “Vengano dissipate le tenebre intorno alle stragi del ’92”. Dopo circa 20 minuti dalla partenza del lungo corteo, moltissime erano le persone con il braccio alzato a tenere in mano l’agenda simbolo rossa del magistrato ucciso, un gruppo di una trentina di persone di “Agende rosse” che aveva cominciato la marcia alle 17,30 per dirigersi a via Notarbartolo all’albero Falcone, si è staccato per tornare di nuovo in via d’Amelio. Ad un certo punto, infatti, si era sparsa la voce che di lì a poco sarebbe arrivato il presidente del Senato, Renato Schifani.

Un gruppo di 5 persone con la pettorina rossa ha fatto cerchio intorno all’albero di Borsellino. Solo dopo la smentita di un rapresentante delle forze dell’ordine a Salvatore Borsellino sul fatto che nessun politico si sarebbe presentato a via D’Amelio a corteo già partito, è stato deciso di riprendere la sfilata diretti all’albero Falcone. S.Borsellino ha dichiarato: “L’importante è che non arrivino qui oggi politici che abbiano avuto rapporti con la mafia”. Una parte del popolo di Agende rosse è rimasto, però, a presidiare via D’Amelio.

Qui dopo poco è arrivato il presidente della Camera Gianfranco Fini che è stato accolto dai fischi di un gruppo di persone e dal grido: “Vergogna, vergogna sono 16 anni che siete con Berlusconi e solo adesso vi svegliate”. Poi Fini interrogato da alcune persone su cosa pensi di chi ha definito “Mangano è un eroe” ha replicato: “Mangano non è un eroe, è un cittadino condannato per mafia. Gli eroi sono quelli che si sacrificano per lo Stato”, frasi accolte da un lungo applauso. Poi ha proseguito dicendo: “Ci sono personaggi che non rappresentano degnamente le istituzioni”. Un gruppo di contestatori ha chiesto al presidente di non far approvare il ddl sulle intecettazioni. In via D’Amelio è poi arrivata Sonia Alfano che si è avvicinata a Fini dicendogli: “Lei deve fare qualcosa, Schifani, Alfano e Dell’Utri non possono stare in questo Parlamento. Non lo può permettere”. E Fini ha risposto: “I giudizi vanno dati solo alla fine, un conto sono le valutazioni politiche” poi ha aggiunto che “Sulla strage di via D’Amelio non è stato fatto tutto. Capisco l’indignazione di questo momento ed è importante e doveroso fare tutto quello che ognuno di noi può fare per evitare che cada nuovamente la coltre del silenzio o peggio ancora che non si raggiunga la verità autentica”.

Il presidente della Camera ha poi incontrato Salvatore Borsellino, durante la fiaccolata partita da piazza Vittorio Veneto, i due si sono parlati. “Grazie per essere venuto – ha detto Fini – non posso essere con voi ma su queste cose siamo dalla stessa parte”.

video di Michele de Gennaro

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