Oggi può essere utile gettare lo sguardo su una sintetica rassegna di commenti al “caso Vendola”. Il verde Bonelli dice che “prima di qualsiasi primaria sui leader è necessario fare le primarie sul programma”. Diliberto considera l’autocandidatura di Vendola “un’esercitazione tanto fastidiosa quanto inutile”. Si aggiunge Di Pietro, che dichiara: “il governatore Vendola, anche oggi, ha passato il tempo a fare dichiarazioni e a partecipare a trasmissioni” e lo invita a “fare il suo dovere di presidente della Regione Puglia, motivo per il quale lo abbiamo votato”.
I commenti dal Pd sono variegati come d’uso, condizionati dall’onnipresente e autofagico ‘dibattito interno’, con una tendenza al freddino. Nel Pdl stanno per lo più a guardare e non mi sembrano troppo emozionati. Muto, ovviamente, l’Udc.
Rispondendo a una domanda, mi è capitato di dire che il Pd non può ignorare le tematiche e il modo di fare politica di Vendola, i cui risultati si sono visti nelle elezioni in Puglia, a cominciare dalle primarie. Ho aggiunto però di essere convinta che in questo momento è prematuro cercare un leader per la coalizione che dovrà sfidare Berlusconi, dato che adesso non è affatto chiaro da chi quella coalizione sarà composta, e soprattutto quando sarà messa alla prova. Ho la viva impressione che la caduta di Berlusconi, se ci sarà, non lascerà spazio all’interludio di un governo tecnico o di larghe intese: l’uomo di Arcore o arriverà alla scadenza naturale o ci porterà al voto come e quando vorrà lui.
In questo scenario, il nostro compito principale è quello di inchiodare Berlusconi alle sue responsabilità, dimostrando la sua totale inadeguatezza al governo del Paese attraverso un’opposizione implacabile, continua, convinta. E che possibilmente riesca a trovare anche i canali di comunicazione che in questo momento nel Pd sembrano ancora inadeguati, come da ultimo ci dice il carteggio Ichino-Ricolfi.
Se vorremo scalzare il centrodestra dal governo dovremo fare i conti con questi problemi, perciò guardiamo in faccia la realtà e cominciamo con l’evitare di dare ancora una volta l’immagine di un centrosinistra irrimediabilmente diviso.
La priorità è pensare e costruire – non ri-costruire – lo schieramento d’opposizione che si possa dimostrare maggioritario. E dobbiamo farlo in modo nuovo, perché le formule anche di pochi anni fa sono inefficaci e forse controproducenti. Di questa nuova opposizione, Nichi Vendola può essere un protagonista importante, a cominciare dalla capacità che dimostrerà di catalizzare e unire. Gli auguro di non bruciarsi prima.