Sigilli a Montecity-Rogoredo. Sotto accusa Giuseppe Grossi, il re delle bonifiche, già in carcere per truffa e riciclaggio. La falda è stata inquinata da sostanze cancerogene
Cadmio, cromo esavalente, cloroformio, arsenico. Sono queste le sostanze tossiche presenti nel terreno del quartiere di Milano Santa Giulia e a poco poco penetrate sino alla falda da dove viene pompata l’acqua destinata a finire dei rubinetti dei cittadini. I milanesi, che ora si trovano di fronte a una vera e propria “bomba biologica” (così la definiscono i magistrati nell’ordinanza) scoprono così a spese della loro salute il prezzo del malaffare. Teoricamente, infatti, la zona, di proprietà dell’immobiliarista Luigi Zunino, era stata ripulita da Giuseppe Grossi, il re delle bonifiche, finito in carcere lo scorso ottobre per truffa e riciclaggio. Milioni e milioni di euro di fondi neri che Grossi, amico di Paolo e Silvio Berlusconi e legato a tutti i più importanti esponenti della politica lombarda, accantonava all’estero.
Adesso l’indagine su Grossi, che ha già portato a patteggiare una pena per riciclaggio anche Rosanna Gariboldi, la moglie del potente parlamentare pavese Giancarlo Abelli, sfocia in un sequestro destinato a far rumore. Secondo l’accusa, infatti, Grossi non faceva bene il suo mestiere. Le sue bonifiche erano in parte farlocche. Per questo la Guardia di Finanza, per ordine del gip Fabrizio D’Arcangelo, ha messo i sigilli sull’area ancora non costruita di Montecity-Rogoredo, mentre Grossi adesso deve anche rispondere del reato di gestione di rifiuti non autorizzata e avvelenamento delle acque. Secondo l’Arpa, l’agenzia regionale dell’ambiente, la prima falda situata a una profondità di circa 40 metri presenta “un inquinamento da solventi clorurati che evidenzia un sostanziale superamento dei limiti di legge con elevate concentrazioni di tetracloroetilene e triclorometano. Tutte sostanze cancerogene”. Anche se, nel pomeriggio, l’Arpa ha comunicato che “l’inquinamento al momento non costituisce un elemento di rischio sanitario per i residenti”, pur specificando che “tale inquinamento andrà comunque rimosso per assicurare che nel tempo la situazione non si estenda”.
L’area Montecity-Rogoredo doveva essere il quartiere modello di Milano, grazie ad un intervento da 4 miliardi di euro stanziati da Unione europea, Comune e Provincia di Milano, Regione Lombardia e investitori privati per un vasto programma di edilizia privata e convenzionata su un milione di metri quadri. Ma c’era il problema della bonifica perchè qui sorgeva lo stabilimento chimico della Montedison.
E nella partita, come in quasi tutte le bonifiche lombarde, era entrato anche l’imprenditore milionario Grossi, buon amico del ministro dell’Istruzione , Maria Stella Gelmini, e grande sponsor di Abelli, il parlamentare del Pdl risultato votato anche dagli uomini della ‘ndrangheta.
Il centro di tutto è però lui, Grossi. La procura lo ha accusato di aver creato fondi neri proprio gonfiando i costi di bonifica: un sovrapprezzo del 30%, oltre 14 milioni di euro vorticosamente fatti girare per mezzo mondo (Portogallo, Germania, Svizzera, Inghilterra, Usa-Delaware). Così lo scorso ottobre sono finiti in carcere Grossi insieme a Rosanna Gariboldi e l’avvocato svizzero Fabrizio Pessina. Grossi, indagato per appropriazione indebita e frode fiscale, ha patteggiato una pena di 3 anni e 6 mesi e ha pagato 17 milioni di euro.
Stessa sorte per Rosanna Gariboldi che a gennaio ha patteggiato due anni e la confisca di circa 1,2 milioni di euro, soldi frutto del riciclaggio. Ora si scopre che oltre alla bonifica gonfia-costi e falsa, su alcuni terreni sarebbero stati eseguiti scavi non autorizzati, nei quali sarebbero state poi riportate, senza alcun titolo, scorie di acciaieria da trattare invece come rifiuti.
L’Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente) definisce un “ricettacolo di discariche abusive” l’area ex Redaelli a Santa Giulia, dove si stanno realizzando gli scavi per la costruzione di palazzine popolari dell’Aler. In un passaggio del decreto di sequestro preventivo si parla di “una situazione di contaminazione dei terreni, laddove invece i terreni dovrebbero essere stati ampiamente bonificati”. “In aggiunta all’inquinamento gia’ presente e non bonificato – si legge nel documento – l’area e’ stata oggetto di ulteriore inquinamento aggiunto durante i lavori eseguiti dalla Milano Santa Giulia Spa, dato che parte degli scavi effettuati nell’area sono stati ricolmati con rifiuti provenienti dall’esterno”.
Una maledizione per il “quartiere modello” dove i residenti hanno più volte denunciato la loro situazione di abbandono. Il costruttore Luigi Zunino, finito sull’orlo del crack, prometteva due grandi parchi, un centro congressi, un tram ecologico che avrebbe attraversato il quartiere, un cinema multisala. Chi ci ha creduto ed è andato a viverci e combatte ancora per avere i servizi minimi essenziali, in una sorta di enorme cantiere. Centinaia di appartamenti restano sfitti, il boulevard centrale – nei progetti gli Champs Elysèes di Santa Giulia – è un viale desolato, i negozi sono in vendita o in affitto. Il progetto del grande Parco è fermo da sempre, il tram veloce ed ecologico non si farà mai. E nel frattempo sono arrivati i topi dai canali di scolo stagnanti e nei box.