”Siamo ad un passo dalla verità sulla strage di via d’Amelio. Una verità clamorosa di cui la politica potrebbe non reggere il peso”. Lo hanno detto prima di essere ascoltati dalla commissione Antimafia, i pm di Caltanissetta Sergio Lari e Nico Gozzo che hanno riaperto le indagini sull’attentato di via D’Amelio.

”La magistratura – ha detto Gozzo – sarà capace di reggere le verità che vanno emergendo sulle stragi. Anche lo Stato sarà in grado di sostenerle. Non so, invece, se altrettanto saprà fare la politica”. ”E’ un momento cruciale – ha detto Lari –  sono trascorsi due anni dalle prime dichiarazioni di Gaspare Spatuzza. Dagli elementi che abbiamo acquisito sembrerebbe proprio che non sia stata solo la mafia a volere la strage di via D’Amelio. Ce la stiamo mettendo tutta – ha aggiunto il procuratore capo di Caltanissetta – per dirimere tutti i dubbi, vorremmo avere più mezzi ma ci stiamo impegnando al massimo. Da quando sono capo a Caltanissetta, abbiamo buchi in organico gravissimi”. Sulla trattativa tra Stato e mafia, Lari ha ribadito che ci sono stati “soggetti che pur avendo dovere di fedeltà alle istituzioni hanno tradito questi principi. Da quel periodo sono passati 18 anni. Se ci fossero stati elementi allora, sarebbe stato più facile far luce su questi fatti. E’ sicuro, però, che ci fu un depistaggio colossale. Nei processi di Borselino sono stati inflitti numerosi ergastoli – ha concluso – bisogna intanto fare giustizia almeno su questo”.

Rispetto al diverso peso che le procure di Palermo e Caltanissetta danno alle dichiarazioni del figlio di Vito Ciancimino, Massimo, e agli eventi del ’92, Lari ha detto: “tra le procure di Caltanissetta e Palermo c’è dialettica sulla valutazione della portata probatoria delle dichiarazioni di Ciancimino. La nostra posizione è più prudente, quella della procura di Palermo è piu’ fiduciosa. Noi comunque con la procura di Palermo ci scambiamo atti e documenti, poi ogni procura autonomamente deciderà quale peso dare a quelle dichiarazioni”.

Su un possibile ritorno alla stagione delle stragi infine Lari ha detto: “Ho fatto collezione di proiettili e lettere minatorie. Voglio sperare di non finire anche io nel tritacarne come i miei predecessori. E’ opportuno ricordare che ai tempi di Borsellino e Falcone la mafia era molto piu’ forte – ha concluso – mentre oggi e’ molto piu’ debole e tutti auspichiamo che non abbia piu’ la forza per dare vita a una nuova era stragista”.

Intanto, la commissione ha ritenuto opportuno apporre il segreto al contenuto dell’audizione di oggi: gli scenari delineati dai magistrati nisseni lasciano intuire collegamenti opachi e contengono elementi che le indagini stanno approfondendo. E su quanto detto dai pm nisseni è intervenuto il presidente della commissione Antimafia, Beppe Pisanu. L’ex ministro degli Interni ha ridotto la portata delle dichiarazioni dei pm negando che le parole rese ai giornalisti siano state pronunciate anche durante l’audizione. Una nota della commissione afferma che “non si può riferire alcunché dello svolgimento dei lavori della Commissione in seduta segreta e nega decisamente che i magistrati di Caltanissetta abbiano dichiarato di essere ad un passo dalla verità sulla strage di Via d’Amelio e che la politica non sarebbe in grado di reggere il peso di tale verità”.

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