Dalle carte giudiziarie emergono molti parenti di politici che da tempo sono entrati nel business. Fra dieci anni il settore potrebbe valere 110 miliardi di euro
E il governo ha mostrato di crederci. Soltanto il ministero per lo Sviluppo Economico – il ministro era Claudio Scajola – ha stanziato circa 500 milioni di incentivi per il fotovoltaico e l’eolico da qui al 2015. Insomma, bisogna investire nelle energie pulite. Non solo per un atto di fiducia nella politica del governo. C’è un indicatore molto più affidabile: la quantità di familiari di ministri e parlamentari che si sono buttati nell’affare. Figli del vento.
Già, cercando tra le società che si occupano dei moderni mulini alti come grattacieli oppure degli specchi solari, bé… si trovano tanti cognomi noti. Sono mogli e figli di personaggi che occupano la scena politica e finanziaria italiana. Come dire, le energie alternative stanno diventando un affare di famiglia.
Il primo caso, il più noto, è Pier Carlo Scajola, figlio dell’ex ministro Claudio, il super-sponsor del nucleare in Italia. Chi lo conosce assicura che Pier Carlo per ragioni di opportunità non ricorrerebbe mai ai finanziamenti voluti dal padre, ma forse non ne ha neanche bisogno: 30 anni, laurea in Economia a Milano, Scajola Jr. è socio al 50 per cento della Agena srl. Sede a Monza, la società all’inizio realizzava studi di promozione pubblicitaria, ma dal 2008 ha dato una decisa sterzata verso il campo molto più promettente delle tecnologie per la produzione e il commercio di energia, dal fotovoltaico all’eolico, alle biomasse, al geotermico, compresa l’importazione o l’esportazione di energia idroelettrica. Piercarlo del resto ha un socio di esperienza: Daniele Santucci che all’inizio degli anni Novanta era vicepresidente della Avio Nord guidata dal craxiano Gianfranco Troielli. E poi non va neanche dimenticato che la Liguria di Scajola e Burlando è tra le regioni che più hanno puntato sull’eolico, soprattutto appunto nel Ponente.
Ma è soltanto uno dei tanti casi: Giuseppe La Loggia – figlio di Enrico, ex ministro per gli Affari Regionali e oggi vice-capogruppo del Pdl alla Camera – siede come consigliere di amministrazione della Sunray Italy srl, una società che si appresta a costruire a Montalto di Castro il più grande impianto fotovoltaico d’Italia, un colosso da 100 megawatt. La Sunray (cioè “raggio di sole”, ndr.) Italy è controllata dalla Sunray Renewable Energy Ltd, società di diritto maltese.
Ma, secondo il quotidiano Italia Oggi, la febbre da fotovoltaico avrebbe contagiato anche amici e collaboratori di La Loggia come Francesco Massa, manager molto stimato dal politico Pdl, e Maria Concetta Caldara, in passato collaboratrice del ministro: due nomi che ritroviamo come soci nella Sibaris New Energy, una società di Reggio Calabria che tra l’altro si occupa della “realizzazione e commercializzazione, sia in Italia che all’estero, di impianti fotovoltaici”.
Figli del centrodestra, ma non solo. Simone Tabacci, figlio di Bruno (Alleanza per l’Italia), è un apprezzato membro del consiglio di amministrazione della Alerion Energie Rinnovabili srl, “una società che basa il proprio business sulla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, attraverso un portafoglio diversificato di impianti nel settore eolico, fotovoltaico e delle biomasse”.
Politica, ma non solo. Pochi hanno notato il ritorno sulla scena di uno dei protagonisti delle scalate dell’estate 2005: Gianpiero Fiorani. Da tempo l’ex “Re di Lodi” aveva confidato agli amici il sogno di dedicarsi all’energia. E così è stato anche se Fiorani non figura direttamente nell’avventura. La Energy (sede a Melegnano) ha come unica amministratrice la moglie dell’ex finanziere, Gloria Sangalli. Che è anche socia insieme con il figlio ventunenne. Ma che attività svolge la Energy? “La fornitura di ogni servizio consulenziale e assistenziale, logistico o tecnico relativo all’energia”. Ma anche “la costruzione, la ristrutturazione, la vendita e la permuta degli immobili sia rustici che urbani, industriali e commerciali”.