Una scelta molto discutibile, arrivata dopo alcuni articoli sugli incontri tra il governatore Scopelliti e i boss delle cosche
Otto giornalisti per strada assieme al loro direttore. Tutti fino a pochi giorni fa lavoravano per Calabria Ora, coraggioso quotidiano di Reggio Calabria che nelle ultime settimane ha alzato il tiro delle sue inchieste andando a sfiorare quella zona grigia dove politica e ‘ndrangheta si toccano pericolosamente. La scelta dell’editore arriva dopo le grandi inchieste dell’ultimo mese e tra le cui pieghe sono emersi gli incontri dell’attuale governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti e alcuni boss delle cosche. La scelta di pubblicare queste notizie è costata la sedia al direttore Paolo Pollichieni. Con lui hanno lasciato Pietro Comito e Agostino Pantano, cronisti già oggetti di minacce da parte delle cosche. Con loro, il caporedattore centrale Barbara Talarico, i vicecaporedattori Francesco Graziadio e Stefano Vetere, il caposervizio di Cosenza Pablo Petrasso, quello della Cultura Eugenio Furia e il responsabile delle Cronache politiche Antonio Ricchio. Tutti si sono dimessi. Insomma, l’ossatura del quotidiano.
La scelta editoriale contraddice, poi, i numeri del giornale che nei giorni scorsi, complici anche gli arresti tra la Calabria e la Lombardia, è narrivato a vendere 15.000 copie. «La cosa incredibile – ci dice l’ex direttore – è la fretta con cui si è sviluppata questa rottura. Da settimane ormai seguivamo questo filone senza ricevere nessun tipo di avvertimento, né smentite, né minacce di querele”. Per l’ex direttore “il motivo è scritto nero su bianco nel mio editoriale”. “Sapevamo – c’è scritto – che il potere avrebbe esercitato tutte le pressioni possibili per chiedere la testa del direttore di questo giornale, per normalizzare, per avere un giornale meno impiccione che anche quando parla di mafia non lo fa riempiendo le pagine della mafia folk, quella di Osso, Matrosso e Carcagnosso”.
Quell’editoriale in edicola lo hanno trovato in pochi. Calabria ora è arrivata puntuale solo a Cosenza, a Reggio dopo le undici, in tutte le altre province non è mai arrivato. Guasti alle rotative, hanno dichiarato gli editori. Oggi il giornale è firmato da uno di loro, Fausto Aquino. In pagina, i fondi europei che Scopelliti è riuscito a portare in Calabria, dell’inchiesta sulle frequentazioni coi De Stefano nemmeno l’ombra. Ai calabresi non è dato sapere.
Ai redattori rimasti, Aquino ha detto che sarà assicurata la loro autonomia, che la linea sarà garantita dal nuovo direttore. Si parla di Pantaleone Sergi, già portavoce dell’ex governatore Agazio Loiero, ex inviato di Repubblica, tra i fondatori del Quotidiano della Calabria. Nessun altro nome, per ora. Intanto chi resta non metterà la firma fino alla presentazione del nuovo piano editoriale.
di Roberto Rossi