Prefettura e Provincia di Milano hanno in comune due spazi. Il primo è un curatissimo parco solitamente usato per rinfreschi e cerimonie delle grandi occasioni con statue e fontane, aiuole fiorite, roseti. Il secondo è un cortiletto totalmente all’ombra, con al centro il bunker realizzato da Mussolini (ma ormai pericolante e in stato di abbandono), dove Palazzo Isimbardi accatasta la spazzatura e parcheggia tutto ciò che è in disuso: “funghi” per riscaldare d’inverno i luoghi all’aperto, bombole di gas (usate e non), pannelli pubblicitari di convegni ed eventi ormai passati, biciclette rotte. Venerdì il premier, Silvio Berlusconi, dovrà accompagnare dalla prefettura alla Provincia il presidente russo Dimitrij Medvedev, per la prima volta in visita a Milano. E da dove passeranno? Dal giardino con fiori, statue e siepi o dal cortile con spazzatura e rottami accatastati? Dal cortile. Ma visto che è appunto sporco, abbandonato, maleodorante e piuttosto imbarazzante da mostrare a un capo di Stato, lo staff del Cavaliere ha deciso di costruire una sorta di galleria internamente decorata e ben condizionata per collegare i due edifici coprendo la vista esterna.
Lo staff dell’attentissimo uomo di fiducia (e d’immagine) del premier, Roberto Gasparotti, non ha però considerato che il tunnel sbuca sì nella Provincia, ma accanto alla porta dei bagni dell’aula consiliare. E di sopralluoghi gli uomini del Cavaliere ne ha fatti due. Nel primo hanno scoperto che il passaggio più semplice portava nell’area della Provincia che ospita gli uffici del Pd. Nel secondo hanno deciso che da lì proprio non si poteva passare e valutato le alternative: il parco o il cortile. Optando per il secondo. Tutto per non passare davanti agli uffici del Partito Democratico. Colpa del Pd, dunque, se la presidenza del Consiglio si è dovuta inventare un percorso alternativo, costruirlo interamente a proprie spese in fretta e furia. E’ la prima volta che un incontro istituzionale esce dalla Prefettura, distaccamento di Palazzo Chigi. A Milano come in tutte le altre città d’Italia, esclusa Roma. Per questo, da sempre, gli incontri di capi di Stato e ministri si svolgono in Prefettura. Ma questa volta Berlusconi ha deciso che la casa del Governo milanese non ha luoghi adatti a ospitare la conferenza stampa e così ha deciso di trasferirla a Palazzo Isimbardi, nella Provincia guidata dall’amico Guido Podestà, coordinatore lombardo del Pdl. Lo stesso che appena pochi giorni fa gli ha consegnato il premio “Grande Milano” tra le guglie del Duomo. E’ riuscito a definire “grande statista” il premier, saprà accogliere al meglio anche il presidente russo.
In Provincia i lavori sono cominciati ieri mattina. Camion, operai, forze dell’ordine per tenere lontani giornalisti e curiosi. Una ventina tra manovali e tecnici hanno montato la galleria: una struttura a pannelli di legno e stoffa nera, un telo bianco per tetto, il tutto internamente decorato. In una saletta sarà allestito un buffet, visto che l’incontro comincia alle 13 in prefettura e probabilmente non terminerà prima delle 14. Poi è prevista la conferenza stampa, nell’aula consiliare della Provincia. E il tutto terminerà per le 17 quando Medvedev lascerà Milano diretto a Cervinia, dove rimarrà fino a domenica sera. E in Val D’Aosta troverà una ben altra organizzazione. E’ già tutto pronto da giorni, lì. Alloggerà nel prestigioso hotel Hermitage. Sarà curato da maestri di sci e guide alpine già allertate e pronte a guidarlo sulle piste del ghiacciaio di Plateau Rosà, sul confine tra Italia e Svizzera. Mentre le sue guardie personali, in parte già a Cervinia, vigileranno sulla sicurezza insieme alle forze speciali russe, a polizia, carabinieri, guardia di finanza. Inoltre sono già definiti anche i menù, con piatti tipici della tradizione valdostana e alpina, scelti dal cuoco personale di Medvedev. Tutto dunque curato nei minimi dettagli. Nessuna improvvisazione. A Cervinia. In Provincia di Milano, intanto, stanno decidendo se nascondere dietro i pannelli anche i bagni o far finta di nulla e chiuderli semplicemente a chiave. Insomma, sarà pure “la politica del fare”, quella del premier, ma di effetti speciali ne son rimasti pochi. Anche negli allestimenti.