La camorra casalese ha cercato di infiltrarsi negli appalti per la ricostruzione dell’Aquila dopo il terremoto del 6 aprile 2009. E attraverso imprenditori ‘intoccabili’ perché contigui ai clan, ha operato in Abruzzo e anche in altre regioni, tra le quali in particolare il Lazio e la Toscana. E’ il succo dell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Roma e diretta dalla Dda di Napoli, che ieri ha portato all’arresto di 6 persone e al sequestro di 21 società, 118 immobili ed altri beni e valori per un valore complessivo di circa 100 milioni di euro.
Tra i beni sigillati c’è anche una pompa di benzina Agip sulla Nola – Villa Literno, all’altezza del comune di Frignano, vicino Casal di Principe, riconducibile alla famiglia dell’ex sottosegretario all’Economia e coordinatore campano del Pdl Nicola Cosentino (che non è indagato). Ad affermarlo è Gaetano Vassallo, il ‘ministro dei rifiuti’ del clan di Francesco Bidognetti nonché uno dei pentiti le cui rivelazioni hanno condotto all’ordinanza di arresto del novembre scorso a carico di Cosentino (ordinanza non eseguita per il voto contrario della Camera).
Secondo Vassallo, per la gestione di questa pompa Agip fu stretto un accordo tra Angelo Zaccariello, uno dei sei imprenditori arrestati, e il fratello (non indagato) di Nicola Cosentino, in qualità di titolare della Aversana Petroli. Ecco alcuni stralci del verbale di Vassallo, datato 5 dicembre 2008, riportato tra le 602 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare eseguita stamane.
Zaccariello Angelo è collegato al “clan BIDOGNETTI”… Zaccariello intendeva aprire un distributore di carburante sulla strada Nola/Villa Literno nel Comune di Frignano, ma quella zona, per quanto riguarda i distributori di carburante, è completamente controllata da “O’ Mericano”, ovvero il fratello dell’onorevole COSENTINO, che, come ho detto in tanti verbali, gestisce l’Aversana Petroli. Zaccariello rivendicava con i Bidogniettiani la possibilità di aprire tale distributore sostenendo “i soldi miei non sono come i suoi?”. … Il suo ragionamento ha trovato spazio, tanto che è stata fatta una società tra Zaccariello e Cosentino, società di cui non conosco il nome, per la gestione del distributore AGIP realizzato sulla strada Nola/Villa Literno ricadente nel Comune di Frignano. So queste cose perché lo stesso Zaccariello me le ha raccontate, nel tempo, aggiornandomi sui progetti di realizzazione del distributore e sul buon esito dell’operazione. Infatti, incontravo Zaccariello dal dottor Musto che è il consulente commercialista sia mio che suo. Egli (Zaccariello, nda) “si mette a disposizione” del clan Bidognetti, ad esempio per cambio assegni provenienti da estorsioni o assegni post-datati, sempre provenienti da attività illecita del gruppo Bidognetti.
Ma uno degli aspetti più inquietanti dell’inchiesta consiste nel tentativo dei clan casalesi di partecipare alla spartizione delle commesse per la ricostruzione dell’Aquila. Gli inquirenti hanno intercettato le telefonate con le quali alcuni degli arrestati disponevano l’invio del denaro necessario per finanziare le imprese costituite all’Aquila attraverso dei prestanome. E’ agli atti anche un colloquio intercettato il giorno dopo il sisma tra uno degli imprenditori arrestati, Michele Gallo, e l’ex presidente dell’unione dell’Aquila di Confcooperative, Antonio Cerasoli (indagato con l’accusa di concorso esterno in associazione camorristica).
”All’inizio del colloquio – scrive il giudice – discutono riguardo alla impossibilità per Gallo di effettuare un bonifico in favore di Cerasoli a causa del danneggiamento delle sedi di molti istituti di credito aquilani. Pertanto i due fissano un appuntamento per il 9 aprile, giorno in cui il primo consegnerà al secondo in contanti la somma richiesta. Quindi Gallo, all’evidenza pronto a sfruttare il disastro naturale per il tornaconto proprio e del clan cui è collegato, domanda (si badi bene, pochissime ore dopo la catastrofe): ‘Ora lasciamo perdere i .. i .. quello che è successo dico, ma a livello di lavoro ora come funziona?’. Al riguardo Cerasoli afferma: ‘A livello di lavoro dobbiamo aspettare un attimo, penso una .. una settimana, dieci giorni per vedere come’ come seguitano queste cazzo di scosse. Anche perché poi bisogna vedere anche eh come alloggiare praticamente Agostino (Mastroianni, ndr, altro indagato) e gli altri”’. Gallo, ”evidentemente non soddisfatto dalla risposta dell’interlocutore, chiede: ‘Ma voi come state… come state situati, riusciamo a fare i lavori no?’. E Cerasoli ribadisce: ‘Sì,sì, a farli sì, si può fare anche per la zona di Ocre è stata quella meno colpita, proprio non ci stanno problemi lì, grosso modo insomma al 90% ora non è che uno…’.
I rapporti tra i due si erano consolidati in un periodo precedente al terremoto. In una telefonata del 3 febbraio 2009, quindi prima del sisma, Cerasoli chiama Gallo e gli chiede: ”Senti un po’, eh, mi servirebbero altri 4.000. Me lo puoi fare sullo stesso conto? Eh, poi mi fai fare il solito fax cosi’ almeno metto a posto un’altra cosa”. Nel prosieguo del colloquio, Cerasoli fa presente a Gallo – a dimostrazione, scrive il gip, ”della esistenza tra di loro di uno stabile rapporto di contribuzione finanziaria del secondo verso il primo” – che a breve provvederà alla restituzione di una parte di quanto da lui dovuto all’interlocutore poiché è in attesa di ”un contributo di 92.000 euro erogato da un ente pubblico, tra cui te li rido’ sicuramente quei 30 che avevamo fatto, poi l’altro lo vediamo”.
Cerasoli afferma di essere in procinto di trasmettere un documento attestante ”lo stato d’avanzamento, l’ho gia’ preparato per 68.000 euro”. Tramite gli accertamenti bancari eseguiti dalla Guardia di Finanza si è appurato che il 3 febbraio 2009 la Gallo costruzioni ha fatto un bonifico, dell’importo di 4.000 euro, in favore di Alessandra Talamini, moglie di Cerasoli. Inoltre, dall’estratto del conto corrente intestato alla srl Gallo costruzioni, è stato individuato un ulteriore bonifico, dell’importo di 16.000 euro, fatto il 27 gennaio 2009 sempre in favore della Talamini.