All’inizio del 2009 lo davano per morto. Il New York Times, il quotidiano più prestigioso degli Stati Uniti e il terzo per tiratura (950.000 copie), era stato costretto a vendere la nuova sede di Manhattan firmata Renzo Piano per fare cassa. Crollo della raccolta pubblicitaria, vendite in declino costante: per il giornale più amato dai liberal americani sembrava non ci fosse scampo. Poi si è spinto l’acceleratore su internet e la musica è subito cambiata. Versione online gratuita, archivi consultabili, notizie aggiornate in tempo reale. Nel giro di pochi mesi i visitatori unici del sito hanno superato il numero dei lettori della versione cartacea. Alla fine di maggio di quest’anno il sito del New York Times aveva 32,53 milioni di visitatori unici al mese per 719 milioni di pagine visitate (dati comScore): un record per gli Stati Uniti. E oggi arriva la notizia tanto attesa: per la prima volta dal 2007 i ricavi trimestrali sono saliti rispetto all’anno precedente, grazie alla vendita di pubblicità online. “La crescita sostenuta della pubblicità online, con ricavi in aumento del 21%, ha compensato il calo del 6% della pubblicità sul cartaceo”, ha dichiarato l’amministratore delegato Janet Robinson nella conferenza stampa che si è tenuta ieri a New York. “Nel secondo trimestre i ricavi totali sono saliti dell’1%, contro il -3% del primo trimestre 2010”.
La vendita di spazi pubblicitari online costituisce ormai il 26% delle vendite pubblicitarie del giornale, con una crescita del 4% rispetto al 2009. Ma presto la pubblicità potrebbe non bastare. Per creare un “nuovo flusso di ricavi”, dall’inizio dell’anno prossimo sarà introdotto un contatore per la lettura degli articoli online che, oltre una certa soglia mensile, saranno a pagamento. Il “metered model”, così si chiama il nuovo modello di consultazione online, non interesserà però gli abbonati al giornale cartaceo, che, come annunciato in una lettera degli editori stampata il 24 gennaio sul quotidiano, potranno continuare a leggere tutti i contenuti gratuitamente.
Dopo aver sorpreso Wall Street nel secondo trimestre con ricavi per azione superiori del 38,5% rispetto alle aspettative, il giornale si prepara ora a un semestre tutto in salita. Si prevedono costi in crescita nel marketing – per spingere sulle sottoscrizioni online – e nella stampa. Per il New York Times è ora di accendere i contatori.