Meno naso, più capelli, più tette, meno pancia, meno rughe, più labbra. Sembra che per gli umani la biodiversità sia un male da fuggire. Essere diversi da se stessi è la meta su cui fa leva il crescente business della chirurgia estetica. Sembra difficile convincere una diciottenne che un seno piccolo può avere fascino, così come una donna con un naso lungo vede di fronte a sé il baratro dell’abbandono e della solitudine. Un uomo tenta di rimpiazzare la perdita dei capelli con qualsivoglia espediente perché ritiene di avere perduto molto di più che i capelli.

Il risultato, il più delle volte non raggiunge gli effetti sperati: non sembrerai una donna più giovane ma solo una donna con le tette finte o un uomo coi capelli trapiantati. Per quanto riguarda il naso, beh… a volte sembra proprio che manchi qualcosa. Le labbra carnose, dopo qualche anno cominciano a dare l’idea di una sbadilata in faccia. Sembra proprio che l’unica estetica che la chirurgia estetica è in grado di migliorare sia quella delle ville dei chirurghi estetici.

Intendiamoci, ciascuno è libero di far ciò che vuole del proprio corpo e se tingere i capelli ti fa star bene, vivaddìo, coloriamo il mondo. E’ chiaro che c’è tutto un indotto che riguarda il desiderio del corpo che porta con sé una vasta problematica dell’accettazione. Ma tutto questo voler cambiare se stessi deve avere un significato più profondo. Non accettare i nostri cambiamenti naturali, che sono la nostra storia o, peggio, non accettare quello che appariamo volendo apparire altro da noi significa non accettare la nostra stessa esistenza, voler dare agli altri un’immagine che spesso non è nemmeno un’immagine migliore, ma solo ciò che noi pensiamo che gli altri si aspetterebbero. Con la conseguenza che cominciamo ad avere tutti le tette uguali, i nasi uguali, i capelli uguali, secondo una logica estetica imposta dall’alto attraverso i soliti modelli del cinema, dei personaggi famosi, dei miti più o meno reali del contemporaneo.

La chirurgia ha un compito importante, riuscire a dare gambe e braccia a chi non le ha, ricostruire un seno che si è perduto per un incidente o una cura, ricreare parti di un volto sfigurato. Sarebbe bello che chi ha questo tipo di problemi potesse risolverli anche se non ne ha le possibilità economiche. A volte sembra che abbiamo voglia di concentrarci sulle sfumature ignorando i fondamentali.

Tutti noi vorremmo “migliorare” il nostro corpo, è comprensibile, è umano e ci sforziamo molto per farlo, ma se ogni tanto usassimo lo stesso impegno per provare a migliorare anche il nostro cervello forse avremmo meno ansie inutili.

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