Dal sito votewatch.eu risulta che le sue presenze siano tra le più basse a Strasburgo. Ma quei dati non tengono conto del lavoro nelle commissioni
Le giornate in seduta plenaria a cui ha partecipato sono 38 su 55, stanto all’ultimo aggiornamento del sito.
“Devo ammetterlo, sono stata un po’ incauta. Perché Strasburgo conta di più per le presenze. Per l’attività politica, invece, è decisiva Bruxelles, ma questo sembra interessare meno. Mi dispiace che il conteggio sia fatto in questo modo”.
Si spieghi meglio.
“A Strasburgo si alza la mano e si pigia un tasto per la votazione. In pratica si approva il lungo lavoro preparatorio fatto nelle commissioni, dove sfido chiunque a dire che non partecipo attivamente. Dovrebbero quantomeno sommare i dati”.
Sta dicendo che partecipare alle sessioni di Strasburgo è inutile?
“Dico che il lavoro vero si fa nelle commissioni. E comunque, quando ho visto riportata la notizia delle mie assenze in Europa mi sono arrabbiata, perché sono stata un po’ ingenua. Uno può andare solo a Strasburgo e mai a Bruxelles e in questa classifica figura comunque tra i più assidui frequentatori delle sedute, però magari non ha mai chiuso un dossier, non ha mai presentato un’interrogazione. Nulla. Andando oltre al dato della semplice presenza, anche dalla mia pagina sul sito votewatch.eu, si può vedere che ho un numero di interventi e di interrogazioni superiore alla media”.
In una recente intervista al sito touteleurope.fr ha dichiarato che l’europarlamentare ha margini d’azione superiori rispetto ai deputati nazionali.
“Confermo. E’ importante essere presenti nei palazzi, ma anche recepire le richieste dal basso nel nostro Paese. Io lavoro nella commissione Trasporti. Sto sul territorio e faccio il possibile per ottenere dall’Europa misure utili per noi, su temi come le infrastrutture, i collegamenti ferroviari e gli interporti per le merci. Fondamentali per non essere tagliati fuori dai grandi corridoi europei”.
Bene, prima la sostanza e poi la forma. Ma il voto finale dell’assemblea è davvero così inutile?
“Ripeto: ne riconosco l’importanza e farò in modo di essere più presente. Anche pigiare un bottone può servire, per evitare al proprio gruppo di “andare sotto”. Come purtroppo è accaduto anche al nostro partito in Italia. Però, ribadisco, il lavoro di un europarlamentare non si deve limitare a questo”.