Toccare la carta, sentire le pagine sempre più sgualcite tra le dita, annotare frasi e citazioni dietro la copertina, e poi infilare il volume, di taglio, nella libreria affianco agli altri, ognuno a ricordarci una storia o, come un tatuaggio, un momento della vita. Questo è il rapporto fisico, spesso viscerale che tanti lettori hanno nei confronti del libro; un rapporto antico, immortalato da mille dipinti e celebrato dal fulgido finale dell “Nome della Rosa” (il vecchio Jorge muore masticando le pagine avvelenate del libro “proibito” di Aristotele).
Nell’anno domini 2010, con l’avvento del digitale, è timore diffuso che questo rapporto intimo possa diventare solo un ricordo. Il libro elettronico è realtà: i recenti dati resi noti dalla libreria online Amazon lo confermano. Nel giugno del 2009, ogni cento libri venduti da Amazon, gli eBook venduti erano 35. Lo scorso lunedì è arrivato l’annuncio, commentato da molti con toni millenaristici: “I libri venduti in edizione digitale per il lettore elettronico Kindle hanno superato i titoli equivalenti in edizione ‘hardcover’”. Per ogni 100 copertine rigide spedite a casa degli acquirenti, 143 erano gli eBook scaricati direttamente online. La dichiarazione di Amazon ha avuto un’eco amplissima, anche se a molti è suonata come una mossa di marketing. “Il dato va rettificato – ci dice Stefano Mauri, presidente e amministratore delegato di Gems, il terzo gruppo editoriale italiano che annovera, tra gli altri, Garzanti, Longanesi e Chiarelettere –. L’eBook in America è ancora al 5 per cento del mercato. E poi Amazon ha aggregato i dati in modo singolare confrontando le novità hardcover con tutti gli ebook, sia gratis che a pagamento”. Che lo “storico” dato sul sorpasso dell’eBook risulti molto stiracchiato è l’opinione anche di Cesare De Michelis patron della casa editrice Marsilio: “Questi dati sembrano molto generici e abbastanza utili alla promozione di Amazon”.
La libreria online più grande al mondo, in effetti, ha molto da temere: il prezzo di Kindle (che non permette di navigare su Internet e utilizza un suo formato di eBook) dal 21 giugno è sceso da 259 a 159 dollari. Ma secondo una recente analisi di mercato, gli utenti dell’iPad, tablet e lettore targato Apple (che costa nella versione base 499 dollari) in tre mesi hanno superato quelli Kindle: sono 3,27 milioni di iPad venduti a fronte di tre milioni di Kindle.
L’eBook può non piacere, può raccogliere commenti scettici, potrà persino far rivoltare Gutenberg nella tomba, ma non c’è ormai dubbio che si candidi a diventare la tecnologia di lettura del prossimo decennio. Quali sono gli scenari anche da noi in Italia? Come avverrà il passaggio dalla carta ai bit? “Adesso il mercato dell’eBook da noi è poco rilevante – l’opinione di Stefano Mauri -, parliamo di cifre vicine allo ‘zero virgola’. Naturalmente per gli editori rappresenta comunque un investimento inevitabile, che guarda al futuro”. Il passaggio al digitale Mauri lo immagina come quello che ha cambiato la fotografia di massa: “Il paragone più sensato, mi sembra quello della sostituzione della fotografia analogica a quella digitale. La fotografia ci ha messo un po’ di tempo ad essere rivoluzionata, ma oggi tutti hanno la loro camera da numerosi pixel, anche se poi qualcuno può stampare la foto che ritiene più bella”.
De Michelis vede invece una differenziazione riferita all’utilizzo: “Ho perplessità che l’eBook sia l’alternativa al book. Alcuni settori indubbiamente verrano mangiati. La tv ha mangiato i cinegiornali, ma non il cinema. I registi hanno dovuto ridimensionare le loro ambizione, integrarsi con il piccolo schermo, ma non sono diventati la televisione”. Questa differenza andrebbe definendosi sull’asse svago/lavoro. “Per tutto ciò che si legge al ‘tavolo’, tutto ciò che è lavoro, dai manoscritti alle riviste scientifiche di tutto il mondo (già travolte dal digitale), gli eBook e gli eReader sono travolgenti. Stesso discorso per interi settori che vanno dalle enciclopedie agli elenchi telefonici. In spiaggia invece, mi sembra difficile che possano funzionare. Se uno deve studiare un libro letterario, o leggere un romanzo di intrattenimento, difficilmente quello cartaceo verrà soppiantato. Rimango invece incerto sui testi scolastici”.
I grandi editori, però, non sono gli unici che si interrogano sul futuro del libro. Marco Calvo, rappresenta l’associazione Liber Liber che ha dato vita al progetto Manuzio. L’associazione – al pari di progetti simili – si è messa al lavoro con i contributi degli appassionati, digitalizzando testi con i diritti scaduti e opere di autori contemporanei (da Umberto Eco a Luther Blissett) che hanno ceduto gratuitamente i diritti: il progetto Manuzio conta adesso 2300 titoli. Calvo anche è convinto che il libro cartaceo non sparirà: “Quando qualcosa piace, non sparisce – ci dice –. Anche oggi esistono le carrozze trainate dai cavalli nel centro di Roma. Aggiungo che in questo casi i numeri sono diversi: finchè ci saranno milioni di persone che amano i libri di carta, questi troveranno sempre un mercato”.