Questa settimana ospito un post di Michele Dotti – coautore con me de “L’Anticasta: l’Italia che funziona”
Colorno (PR) è tra i quattro comuni fondatori dell’Associazione dei Comuni Virtuosi, nata nel maggio del 2005 per raccogliere, valorizzare e diffondere buone prassi in campo ambientale, e un nuovo approccio nel modo di amministrare i territori e le comunità locali.
Marco Boschini, che dell’associazione è il coordinatore nazionale, è al suo secondo mandato in giunta. Dal giugno del 2009 si occupa di ambiente, urbanistica e patrimonio, e gestisce quindi i settori principali che, insieme alla delega al bilancio, possono fare la differenza nelle politiche di un ente locale, rispetto ad una sostanziale riduzione dell’impronta ecologica della macchina comunale e di tutto quanto ruota intorno ad essa.
Forse proprio grazie al ruolo svolto da Boschini, che lo vede in giro per l’Italia a nome e per conto dei comuni virtuosi da circa sei anni, Colorno è entrata in contatto nel tempo con alcune delle più interessanti e significative esperienze in corso di sperimentazione nel nostro Paese.
Piani di gestione del territorio a crescita zero, progetti per una mobilità sostenibile, rifiuti zero, nuovi stili di vita, partecipazione. Temi sviluppati negli anni nelle centinaia di interventi che stanno dimostrando quanto intervenire a favore dell’ambiente sia non solo divenuto imprescindibile e necessario, ma anche conveniente da un punto di vista economico.
Qui va detto chiaro: i comuni, soprattutto quelli medio piccoli (che peraltro rappresentano la maggior parte degli 8.102 comuni italiani) contano oggi sempre più sugli oneri di urbanizzazione per introitare risorse che servono a chiudere i bilanci e tenere in piedi i servizi. Senza la svendita del territorio, in pratica, oltre il 90% degli enti locali italiani non sarebbe in grado di tenere aperti gli asili nido, far funzionare gli scuolabus, prestare assistenza agli anziani. Insomma, una vera follia che spinge anche i sindaci più sensibili a sottostare a questo ricatto che, nei fatti, trasforma il territorio devastandolo e pregiudicando la qualità della vita delle persone che lo abitano.
Dallo scorso anno, è stato approvato l’allegato energetico al Regolamento Urbanistico Edilizio, che riprende la normativa regionale nel campo del risparmio e della certificazione delle abitazioni.
Nel 2008 il Comune affida un incarico esterno per la redazione del Piano energetico comunale, grazie al quale l’amministrazione conosce con esattezza il fabbisogno energetico e i consumi attuali di tutti gli edifici pubblici esistenti.
Da quel piano si è sviluppata una conseguente politica energetica volta da un lato a ridurre i consumi grazie ad interventi di manutenzione straordinaria, dall’altro alla produzione di energia da fonti rinnovabili: sono stati riqualificati tutti i 1500 punti luce del paese con lampade a basso consumo e riduttori di flusso; è stata sostituita la caldaia della scuola elementare con una a condensazione; sono stati installati pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua a servizio degli spogliatoi degli impianti sportivi comunali; sono state sostituite le lampade di tutti gli impianti semaforici con i LED (stessa cosa verrà realizzata nei prossimi mesi con le lampade votive del cimitero comunale).
Sul fronte della produzione di energia, grazie al meccanismo della concessione del diritto di superficie, sta per essere pubblicato un bando per la copertura di tutti i tetti degli edifici comunali con impianti fotovoltaici per la produzione di energia verde dal sole: in pratica, a costo zero per il comune, si consente a un soggetto privato di utilizzare le superfici coperte di scuole, parcheggi, palazzetti dello sport, per realizzare impianti che si ripagano da soli e consentono un surplus che va a vantaggio del privato e del comune, che riscuote per 20 anni un canone fisso. In un terreno di risulta a margine di un’area industriale, si sta realizzando un impianto fotovoltaico a terra di circa 680 Kwh di potenza.
Sul fronte rifiuti, il Comune di Colorno ha seguito l’esempio del Comune di Capannori (LU), altro comune virtuoso che, primo in Italia, ha aderito un paio di anni fa alla Strategia internazionale Rifiuti Zero.
Con la delibera di consiglio comunale del 30 novembre 2009 dunque, anche Colorno entra a far parte ufficialmente della famiglia che crede che la risposta alla questione dei rifiuti non stia nella costruzione di nuovi inceneritori o nell’ampliamento di discariche.
L’amministrazione ha introdotto dal 2005 la raccolta differenziata porta a porta, passando dal 27 al 70%, introducendo meccanismi premianti nella tariffa (sconto sulla parte variabile della tariffa per chi utilizza una compostiera domestica, sconto per zona-quartiere che nell’anno precedente ha differenziato di più).
Sono stati avviati diversi progetti per la riduzione della produzione di rifiuti alla fonte: da due anni i bambini delle scuole bevono solo “acqua del sindaco”; quelli più piccoli del nido utilizzano i pannolini lavabili, e i bambini da zero a tre anni residenti ricevono un incentivo economico per l’acquisto dei kit grazie ad un accordo con le farmacie del paese.
E’ stato avviato il progetto “Negozi leggeri”, grazie al quale i cittadini di Colorno trovano nei negozi che hanno aderito prodotti disimballati e sfusi (detersivi) ed è stata messa a disposizione un’area pubblica per l’installazione di un distributore di latte crudo alla spina.
All’interno della stazione ecologica i cittadini conferiscono tutta una serie di oggetti altrimenti destinati all’incenerimento (mobili, giocattoli, biciclette, libri, ecc.) che, grazie all’associazione che gestisce tutta l’area (l’AUSER), trovano nuova vita e vengono rimessi in circolo gratuitamente a favore di altri cittadini.
Ogni giovedì mattina è attivo un servizio effettuato dagli operai per la raccolta a domicilio di oggetti ingombranti, e con le scuole dell’Istituto Comprensivo ogni anno si sperimentano progetti (come “Il tesoro di Capitan Eco”, o le “Ecomonete”) finalizzati a sensibilizzare le giovani generazioni al tema del recupero e del riutilizzo.
A questo proposito, lo scorso Natale è partito il nuovo progetto “Riciclalbero”, grazie al quale i bambini delle elementari hanno realizzato gli addobbi degli alberelli sistemati nelle vie del centro storico (tutti poi donati gratuitamente e ripiantati dai cittadini che ne avevano fatto preventivamente richiesta) raccogliendo e rielaborando materiale di recupero che avevano in casa (lattine, cannucce, imballi, ecc.).
Grazie ad una convenzione con l’azienda di trasporto pubblico locale e con un investimento annuo di circa € 70.000, il Comune si è assicurato il passaggio in paese dell’autobus che collega direttamente il capoluogo di provincia con la cittadina, con corse ogni ora. Da un paio di anni è operativo il Piedibus per il trasporto a piedi degli alunni ed è stato potenziato con una nuova linea a favore delle frazioni il servizio di scuolabus. Si sta attuando un programma di sostituzione graduale degli automezzi comunali con vetture a minor consumo e impatto ambientale.
Da 5 anni il periodico comunale è stampato su carta riciclata e dall’ottobre del 2004 sono stati introdotti i criteri degli acquisti verdi nella pubblica amministrazione, tradotti volta per volta allo scadere di appalti per l’acquisto di beni o la fornitura di servizi (arredi ecologici, uso di carta riciclata, apparecchiature tecnologiche a marchio Energy Star, ecc.).
Infine, anche sul fronte della partecipazione, Colorno ha saputo negli anni ritagliarsi e consolidare una buona esperienza fatta di concretezza e buon senso: dal 2009 è in corso una sperimentazione sul bilancio partecipativo, così come sono state realizzate opere pubbliche passando da percorsi partecipativi che ne hanno determinato i contenuti e le modalità realizzative (aree verdi, strutture ricreative per i giovani, impianti sportivi).
La stessa adozione degli strumenti urbanistici è stata preceduta da un percorso di conoscenza e condivisione con la comunità locale che ha coinvolto e investito tutti i livelli della macchina comunale per due anni, e che ha preso il nome di “Colorno 2015”.
Colorno ha fatto insomma da spugna, assorbendo di volta in volta alcune delle più belle esperienze realizzate o in corso di realizzazione nei più impensati angoli del territorio italiano.
Hanno fatto il contrario di ciò che, purtroppo, fa la media della classe dirigente italiana, forse solo per il capriccio e il puntiglio di dover ammettere che c’è qualcuno in giro più in gamba e preparato. Ma anche di quello che ci intimava sempre di non fare la professoressa il giorno del compito in classe, quando allungavamo lo sguardo sul foglio del nostro vicino di banco che aveva studiato la lezione più e meglio di noi.
Hanno copiato, senza vergogna o paura, hanno preso il meglio che si sta facendo in giro e lo hanno adattato al contesto in cui si sono trovati ad amministrare.
E il bello è che continuano a farlo anche oggi…