Il senatore azzurro prende il posto del dimissionario Giancarlo Innocenzi, coinvolto nell’inchiesta di Trani in merito alle pressioni di Silvio Berlusconi per far chiudere Annozero
Fedelissimo di Berlusconi? Di più. Antonio Martusciello è l’uomo che il Senato – con 132 voti su 286 votanti – ha eletto commissario dell’Agcom dopo le dimissioni di Giancarlo Innocenzi, coinvolto nell’inchiesta di Trani in merito alle pressioni per chiudere Annozero. Martusciello, da ieri al timone dell’Autorithy di garanzia che ha il compito di assicurare la corretta competizione degli operatori della comunicazione sul mercato, ha un curriculum politico e professionale che più di parte non si può. Napoletano, è uno dei produttori del berlusconismo doc, annata 1994, il felice debutto delle cantine azzurre.
Dal Biscione a Forza Italia
Il neo commissario, oltre a essere un forzista della primissima ora, è anche e soprattutto ‘uomo-azienda’ del Biscione. Martusciello entra in Publitalia nel 1987 a soli 25 anni, dopo quattro anni trascorsi nella concorrente Sipra-Rai, e ne diventa presto un manager di spicco. Così quando Berlusconi fonda nel 1994 Forza Italia e ne affida il radicamento sui territori ai dirigenti della concessionaria di pubblicità del gruppo Fininvest, Martusciello è tra i 26 promotori del comitato fondatore e ne assume l’incarico di coordinatore della Campania. Ruolo che manterrà tra alterne fortune per undici anni. Nel giugno 2001 l’ascesa di Martusciello, che nel frattempo ha collezionato tre elezioni consecutive alla Camera nel listino ed è il signore indiscusso del partito all’ombra del Vesuvio, subisce un brusco stop con la sconfitta al ballottaggio contro Rosa Russo Iervolino nella corsa a sindaco di Napoli. Sono gli anni in cui il fratello Fulvio, funzionario della Banca d’Italia, entra in consiglio regionale da recordman di preferenze e verrà sempre rieletto. Nell’attuale legislatura Caldoro, il suo nome circolava tra i papabili assessori. Alla fine ha ripiegato sul ruolo di capogruppo Pdl.
Facciamo pochi passi indietro. Il 2005, Antonio Martusciello ancora coordinatore, è l’anno della Caporetto azzurra in Campania: Bassolino ottiene il bis nella corsa a governatore e col 61 per cento straccia l’aennino Italo Bocchino, Forza Italia si ferma a uno striminzito 12 per cento, nove punti in meno di cinque anni prima, surclassata dai Ds e dalla Margherita che insieme superano il 30 per cento. Sono gli anni in cui piovono su Martusciello accuse di consociativismo. Ovvero, di avere ammorbidito l’opposizione ad un inscalfibile Bassolino non ancora travolto dal disastro dei rifiuti, in cambio di qualche incursione ai tavoli dove si spartivano le nomine e le consulenze. Lui respingerà al mittente ogni insinuazione, ma forse non è un caso che il fratello di un’attuale consigliera regionale pidiellina sia stato in passato amministratore di una azienda di soggiorno su designazione della giunta Bassolino.
Gli anni bui della Campania “rossa”
Intanto il risiko della Campania è una distesa di carri armati rossi. Il centrosinistra nel 2005 amministra la Regione, le cinque province e i cinque comuni capoluogo. In questo quadro di sconfitte Berlusconi, che pure ha promosso Martusciello a incarichi importanti nel suo governo – da vice ministro ai Beni Culturali otterrà carta bianca sugli scavi di Pompei – gli dà il benservito da coordinatore campano e mette al suo posto Nicola Cosentino. Il resto è cronaca. Nel 2008 Martusciello non ottiene la ricandidatura in Parlamento. Diventa così uno dei più giovani pensionati d’Italia (per lui valgono le regole di chi è stato eletto prima del 1996) e col riscatto dei contributi delle legislature incomplete potrebbe ricevere un vitalizio di quasi 8 mila euro al mese. “Ancora non ho deciso se riscattarle, non so se conviene”, dichiara alla stampa. Viene poi nominato presidente di Mistral Air srl, la società del trasporto aereo postale di Poste Italiane. E quando scoppia il ‘Noemi-Gate’, si torna a parlare di Martusciello. Del fratello, però. Tra le tante inverosimili spiegazioni che Berlusconi fornirà per spiegare la sua presenza alla festa dei 18 anni di una sconosciuta fanciulla di Casoria, spicca la seguente, fornita dalle comode seggiole di Porta a Porta: “Elio (Letizia, il papà di Noemi, ndr) voleva parlarmi di due ottimi candidati per le liste europee, e cioè l’ex questore Malfano (si tratta di Franco Malvano, ex questore di Napoli, ndr) e l’ottimo Flavio Martusciello”. Nessuno dei due sarà candidato. Nel suo libro ‘La Bolgia’, la giornalista Conchita Sannino riferisce che Fulvio Martusciello, insieme a Francesca Pascale, fu il primo politico a darle conferma che sì, in effetti il premier aveva partecipato a una festa a Villa Santa Chiara, in quel di Casoria: “Nessun vertice politico, mi sembra. Si tratterebbe di un imprenditore, forse cosmesi, bellezza (la famiglia Letizia in effetti è stata socia di attività di cosmetici, ndr). Ma noi non eravamo lì, ci siamo visti dopo con il Presidente, quando è rientrato all’Hotel Vesuvio”. Fu la palla di neve che diventò valanga.