Il prossimo 14 dicembre Silvio Berlusconi potrebbe trovarsi senza nessuno scudo giudiziario che lo metta al riparo dei processi in cui è coinvolto.
A un anno di distanza dalla bocciatura del Lodo Alfano, la Corte costituzionale tornerà a breve ad esprimersi su un’altra legge salva premier. Si tratta del “legittimo impedimento”, la normativa ponte approvata in primavera e promulgata da Giorgio Napolitano lo scorso 7 Aprile, che sospende i processi nei confronti del Capo dello Stato, del presidente del Consiglio e dei ministri in carica. Il provvedimento prevede che entro 18 mesi dalla sua entrata in vigore, il legislatore debba mettere a punto una sua versione costituzionale, il cosiddetto Lodo Alfano bis che però è fermo da tempo in commissione Affari costituzionali al Senato.
Il legittimo impedimento sarà sottoposto al vaglio di costituzionalità dopo il ricorso presentato dai giudici di Milano dove Berlusconi è imputato a vario titolo nei processi Mills e diritti tv Mediaset.
I magistrati milanesi ritengono che la legge in questione violi gli articoli 3 (uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge) e 138 (revisione delle leggi costituzionali) della Carta. Esattamente come il Lodo Alfano che fu bocciato dalla Consulta nell’ottobre 2009.
Intanto in commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama è una corsa contro il tempo. Ma in base a quanto previsto dall’articolo 138, un ddl deve essere approvato da ogni ramo del Parlamento per due volte con un intervallo di almeno tre mesi e con la maggioranza assoluta dei componenti. Un obiettivo difficilmente raggiungibile entro il 14 dicembre prossimo.
A meno che la Corte non rinvii la sentenza e che la maggioranza non acceleri sull’approvazione del Lodo Alfano bis alle camere, a dicembre potrebbero ricominciare i processi contro Berlusconi, con tutte le ricadute politiche che conseguirebbero. A tale riguardo il direttore del quotidiano online “Il Predellino” e fedelissimo del premier, Giorgio Stracquadanio, in un editoriale ha fatto una serie di previsioni che riguardano soprattutto il ruolo di Gianfranco Fini. Secondo lui è molto probabile che in autunno la Corte dichiari l’incostituzionalità del legittimo impedimento e che Berlusconi rimanga senza scudo. A quel punto Napolitano chiederà al presidente del Consiglio di fare un passo indietro. Sarà a quel punto che, secondo Stracquadanio, il co-fondatore del Pdl, in nome della continuità politica e del rispetto del mandato popolare, chiederà e otterrà dal presidente della Repubblica il mandato per formare un nuovo governo, questa volta senza Silvio Berlsusconi.