Grazie a Cepu ti laurei senza andare a lezione. Come all’università telematica di Novedrate, visitata dal premier qualche giorno fa. E grazie a Cepu “diventi avvocato senza esame di abilitazione”. O almeno così dice una pubblicità che promette di farti saltare il lungo praticantato e la temutissima prova finale. Pubblicità che forse ha le ore contate. Visto che il Consiglio nazionale forense (Cnf), organo di rappresentanza degli avvocati, ne ha chiesto all’Antitrust il ritiro, perché il messaggio sarebbe “ingannevole”.
La scorciatoia promessa passa per la Spagna: è semplice e già nota da un po’. Ti laurei in Giurisprudenza, vai al di là dei Pirenei a sostenere la prueba per farti riconoscere il titolo e diventi subito abogado. Ti iscrivi all’albo spagnolo e poi, senza sforzo, a quello italiano, come avvocato “stabilito”. Tre anni e, avvocato, lo sei a tutti gli effetti. Senza i 24 mesi di gavetta come praticante e senza il rischio di continue bocciature all’esame di Stato. Per il 2010 è previsto un vero e proprio boom di richieste di riconoscimento della laurea italiana. Perché dal prossimo anno questo stratagemma non potrà più essere utilizzato: anche in Spagna verrà introdotto l’esame di Stato. E allora tutti a correre prima che la pacchia finisca. Comprese le aziende private che, sull’aiuto ai futuri avvocati, ci hanno costruito un business. Proprio come ha fatto Cepu.
All’avvocatura italiana il trucco non è mai piaciuto. Men che meno può piacere la pubblicità “diventa avvocato senza esame di abilitazione”, comparsa sui principali quotidiani nazionali. Così ora il Consiglio nazionale forense prende una posizione dura contro un annuncio “che sembra promettere l’acquisizione automatica del titolo di avvocato abilitandosi in Spagna”. Non è così, secondo il Cnf: di automatico non c’è proprio nulla. “Il risultato propagandato non costituisce un risultato conseguibile con certezza e in maniera automatica, in quanto il riconoscimento è il risultato di scelte discrezionali operate dai competenti organi nazionali”, fa notare l’organo di rappresentanza dell’avvocatura nell’esposto all’Antitrust. La possibilità che i laureati diventati abogados non possiedano, al ritorno in Italia, i requisiti per l’iscrizione al nostro albo “è dunque più che concreta”. Secondo il Cnf, il messaggio pubblicitario è quindi ingannevole, “non è veritiero e omette informazioni fondamentali che il consumatore utente dovrebbe conoscere”.
Per questo ora all’Antitrust viene chiesto di sospendere in via cautelare la pubblicità e disporre la pubblicazione da parte di Cepu di una rettifica sui principali quotidiani nazionali. Per dire ai neo laureati che non è grazie alla scorciatoia spagnola che si diventa automaticamente avvocati. Così come forse non è grazie al tutor via chat dell’università telematica che si diventa competenti laureati.