Dopo i fuochi d’artificio degli ultimi giorni, la giornata politica di oggi va in archivio senza grandi scossoni. Complice la domenica balneare, la crisi di governo non ha subito accelerazione. Ciò che resta è la convinzione che elezioni anticipate siano l’unica soluzione. Lo conforma la Lega, gli fa eco il premier, segue anche il governatore della Puglia, il democratico Nichi Vendola che in aperto contrasto con i vertici del Pd ha definito “suicida” la volontà manifestata dal segretario Bersani per un governo tecnico. Argomento caldisismo resta la possibile sfiducia al sottosegretario caliendo. Il voto è aggiornato a domani. Come per domani è previsto a Milano l’interrogatorio del governatore Roberto Formigoni coinvolto nello scandalo della nuova P2. Formigoni non risulta indagato e sarà ascoltato come testimone. In serata, poi, il senatore Giuseppe Valditara, finiano di ferro, ha dato l’annuncio. “Futuro e libertà per l’Italia”, il neogruppo formato dal presidente della Camera, oltre che a Montecitorio, schiererà suoi uomini a palazzo Madama. “Saremo in dieci, appuntamento domani pomeriggio”. Dopodiché fa i nomi: Baldassarri, De Angelis, Digilio, Germontani, Menardi, Pontone, Saia, Valditara, Diespoli, Contini.
Campagna acquisti Chi è tornato, invece, sul tema campagna acquisti e compravenditi di parlamentari, è stato Raffaele Fitto. Il ministro per i Rapporti con le regioni ha riaperto all’Udc, nonostante la chiusura di Pierferdinando Casini. “Ci siamo sempre detti disponibili ad allargare i confini della maggioranza”. Quindi ha spiegato: “E’ giusto ricordare e sottolineare come con l’Udc ci sia sempre stato un dialogo proficuo su obiettivi e valori comuni”. Tradotto: “L’Udc e’ un’opposizione differente dalle altre opposizioni”. Dopodiché Fitto interpreta le frasi di Bossi (“Nessun governo tecnico, ma voto subito, ci batteremo in 20 milioni”) come l’ennesima conferma di come l’asse con il cavaliere sia solidissimo. “I numeri – ha proseguito – per continuare un’efficace azione di governo ci sono”. Quindi, facendo eco a Fabrizio Cicchitto, avverte: “Eventuali comportamenti differenti da parte di altre componenti politiche implicherebbero una esplicita assunzione di responsabilità”
Il rebus Caliendo La questione del sottosegretario Caliendo viene definita dallo stesso Fitto “solo strumentale”. In realtà il nodo del voto di sfiducia rappresenta un problema sia per il Cavaliere sia per il nuovo gruppo dei finiani. Per il premier si tratta del primo ostacolo parlamentare. Per il presidente della Camera la posisbilità di dare seguito alle dichiarazioni sulla legalità. “Il Presidente Fini, ha le idee chiarissime su Caliendo, e le discuterà con il suo gruppo un attimo prima dell’eventuale voto sulla mozione di sfiducia”. Ad annunciare un ipotetico cambio di rotta Fabrizio Alfano, portavoce del Presidente della Camera. Se la prossima settimana si discuterà la mozione di sfiducia a Caliendo, dice Bocchino: “Riuniremo i gruppi e decideremo. Caliendo è una persona di qualità, non vogliamo condannarlo ma il ritiro della delega sarebbe un gesto di responsabilità”.Poco convinto di un voto di sfiducia un finiano doc come Nino Lo Presti. “Mi sembra prematuro parlare di sfiducia quando una persona e’ soltanto iscritta nel registro degli indagati. Mi auguro davvero che Caliendo non venga sfiduciato”.
La sfida di Di Pietro In una intervista pubblicata oggi da ‘Il Fatto Quotidiano‘ il leader dell’Idv ha lanciato una sfida a Fini: “Ci faccia capire se davvero la sua è una battaglia in nome della legalità o se è solo una furbata. Ci aspettiamo che i finiani votino con noi e il Pd la mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario Caliendo”. E aggiunge: “Rivolgo un appello a Fini e a Bersani per un voto di sfiducia al governo Berlusconi. Dopodiche’ ognuno torna nella sua identita’ ideologica”. Da parte sua il Sottosegretario alla Giustizia Caliendo ha minacciato azioni legali contro il quotidiano ‘La Repubblica‘. “Il giornale persevera nell’azione di disinformazione e di aggressione nei miei confronti, pubblicando, oggi, asseriti pezzi del verbale del mio interrogatorio non corrispondenti al vero e in diversi punti completamente inventati”. E aggiunge: “Verbale di cui, peraltro, ricevero’ solo domani la copia”. Secondo Caliendo si tratta di una palese violazione di regole deontologiche e di specifici reati commessi per supportare, anche con falsita’, una lotta politica.
Confusione a sinistra La situazione politica non aiuta a fare chiarezza all’interno dell’opposizione. Il Pd ufficialmente ancora oggi ha rilanciato l’ipotesi di un governo tecnico. “Le elezioni – ha chiarito Bersani – sarebbero un fallimento della maggioranza. Nessuno ha paura di un confronto su questo punto, il problema è un altro. Al paese adesso servono le elezioni? C’è una situazione di rissa tutti contro tutti, i mercati stranieri ci guardano, c’è un distacco micidiale dei cittadini nei confronti delle istituzioni e una legge elettorale che fa nominare i parlamentari dai partiti”. Insomma, per il centrsosnistra è necessaria una pausa e “nel frattempo il paese tira il fiato e dopo ciascuno fa la propria proposta”.
Lettera aperta L’ha scritta l’Idv ai dirigenti del centrosinistra. In sostanza il partito guidato da Antonio Di Pietro chiede di fare subito una nuova colazione e “non perché lo vogliamo, ma perché ce lo chiede il Pease”, ha spiegato Massimo Donadi, presidente dei deputati dell’Italia dei valori. “Caro Pierluigi – è l’incipit della lettera – ti indirizziamoquesta lettera aperta perché anche noi, come credo tutti gli italiani siamo consapevoli che la crisi che ha travolto il Pdl è una crisi lacerante e strutturale, che presto travolgerà l’intera compagine di governo e, come tutti gli italiani, siamo allarmati che la conseguente situazione di instabilità possa esporre il Paese a danni ulteriori rispetto a quelli che il malgoverno del centrodestra ha già provocato fino a qui”. La sostanza è questa: basta parole, adesso bisogna incontrarsi e decidere, abbandonando, per ora, ogni tipo di tatticismo.
Tg e talk show “Masi non recepisca le urla squadriste anti-fini”. L’intervento di Giuseppe Giulietto, portavoce di Articolo 21, arriva alla vigilia della riunione convocata dallo stesos Masi con i direttori del Tg Rai. Al centro della discusisone ci sarà il ruolo dell’informazione in questo momento di grave incertezza politica. Esclusa probabilmente la possibilità di riparire i talk, tutto sarà legato alle strisce di approfondimento dei telegiornali. Enzo Bianco, presidente dei Liberal Pd ha attaccato il Tg di Augusto Minzolini. “Il Tg1 ha ormai attraversato la linea che separa la tv di servizio pubblico da quella di regime”.