Il cosacco cileno, gli scontri antifascisti, la ragazza contesa, gli abkhazi traditi, la mano rotta del cronista, gehenna caucasica
IL COSACCO DI PINOCHET
Rimarrà in carcere ancora per diversi anni, Miguel Krasnov, ufficiale delle forze militari di terra dell’esercito cileno, considerato uno dei più sanguinari “collaboratori” del generale Augusto Pinochet, il dittatore che nel 1973 rovesciò il legittimo governo socialista di Allende, instaurando un regime di terrore. Krasnov, a capo della polizia segreta Dina, era stato condannato a 37 anni di carcere per crimini contro l’umanità e recentemente la Chiesa cattolica si era rivolta al nuovo presidente del Cile, Sebastian Pinero, affinché concedesse la grazia per ragioni di età. Pinero ha detto no. Krasnov non l’ha presa bene. “Siamo stati offesi, ingiuriati e umiliati soltanto perché abbiamo salvato il Cile dalla melma marxista – ha detto l’ex ufficiale – mantengo intatto il mio orgoglio e la fede in Dio perché sono un soldato e un cosacco e in me vive la tradizione dei miei avi martiri”. Krasnov è discendente diretto dell’ufficiale dell’esercito cosacco del Don, Petr Krasnov. (http://www.pravda.ru/world/restofworld/southamerica/01-08-2010/1042474-chile-1/#).
IL BOSCO DI KHIMKI
Una manifestazione di ecologisti in difesa del bosco di Khimki, alla periferia di Mosca, si è trasformata in un vero e proprio assalto al palazzo del municipio del sobborgo moscovita con lancio di pietre, bottiglie e persino l’uso di un’ascia con la quale hanno tentato di abbattere il portone. L’eccezionale evento (in Russia qualsiasi corteo pacifico non autorizzato viene duramente represso dalle forze dell’ordine, in particolare, i temibili Omon) è avvenuto il 28 luglio scorso e ha visto la partecipazione, insieme ad attivisti di comitati di cittadini e associazioni ambientaliste, di un folto gruppo di antifascisti (il video degli incidenti è visibile all’indirizzo http://reporter.rian.ru/checked/20100729/259538188.html). La battaglia per la salvaguardia del bosco, esteso per ben cinque chilometri e che la municipalità vorrebbe radere al suolo per la costruzione dell’autostrada Mosca-S.Pietroburgo, va avanti da diverso tempo. Un campeggio di protesta occupa parte dell’area con la partecipazione di centinaia di giovani. Non sono mancati gli incidenti: alcune settimane fa, ci fu un’aggressione da parte di un gruppo di giovani mascherati (secondo testimoni, con simboli nazisti tatuati sulle braccia) che mandarono all’ospedale alcuni attivisti. Nel 2008 ci scappò anche il morto: il giornalista Sergej Protazanov della testata Grazhdanskoje Soglasje, ucciso in circostanze misteriose mentre un altro cronista della Khimkinskaja pravda, Mikhail Beketov, venne ridotto in coma per le percosse subite. Entrambi avevano sostenuto la lotta degli ecologisti. Il sindaco del sobborgo, Vladimir Strel’chenko, cade dalle nuvole: “Non è successo nulla”. Intanto due giovani antifascisti sono stati arrestati con l’accusa di aver organizzato l’assalto e il Cremlino ha fatto sapere di seguire la vicenda molto da vicino. (http://kommersant.ru/doc.aspx?DocsID=1480638 ed altre fonti personali).
PROFUGHI ABKHAZI
Prima profughi della guerra Russia-Georgia accolti in pompa magna dalle autorità georgiane e ora cacciati dal governo di Tbilisi dal palazzo in centro città che li ospitava: per questo un gruppo di abkhazi, fuggiti dalle campagne durante il conflitto di due anni fa ha protestato il 23 luglio scorso sotto la sede del ministero georgiano per lo Sviluppo economico lamentando lo sfratto e la deportazione in zone dove “non c’è lavoro né le condizioni per una vita sociale”. L’edificio che li ospitava, sede della casa editrice “Samshoblo” è stato messo in vendita dal governo per “fare cassa”. (http://interfax.ru/news.asp?id=146507).
GUERRA RUSSO-CECENA JUNIOR
Una gigantesca rissa tra adolescenti russi e ceceni (con la partecipazione successiva di alcuni adulti) è scoppiata il 26 luglio scorso nella colonia estiva “Don”, nella regione di Krasnodar. Motivo della zuffa: alcune avances di due giovani ceceni a una ragazza russa che non ha gradito e ha chiamato i suoi amici. L’intervento del vice-direttore dell’istituto ha peggiorato la situazione e la rissa è degenerata fino all’uso di coltelli. Nove persone sono finite in ospedale, tra cui anche abitanti del luogo accorsi a dar man forte. Le autorità locali escludono ragioni legate al nazionalismo mentre il presidente della Cecenia, Ramzan Kadyrov ha puntato il dito contro il vice-direttore perché “visibilmente ubriaco”. (http://interfax.ru/society/txt.asp?id=146933).
LA MANO ROTTA
“La polizia non ha alcuna intenzione di scoprire la verità e individuare i colpevoli. Forse perché si trovano troppo in alto”. Mikhail Mikhailin, capo-redattore del giornale Kommersant è uno dei testimoni convocati dalla direzione degli Affari interni che indaga sugli incidenti del 31 maggio scorso a Mosca, sulla Triumfal’naja Ploshchad, durante la consueta manifestazione per la libertà d’espressione in cui ad un giornalista di Gazeta.ru, Alexandr Artemjev venne rotta una mano. “Il mio collega non è stato neppure curato – ha continuato Mikhailin all’uscita del commissariato – dicevano che era troppo problematico. Se mi convocheranno ancora non ci andrò più perché tanto è inutile”. (http://interfax.ru/society/txt.asp?id=147162).
GEHENNA CAUCASICA
Mujaheddin ammazzati a decine, attentati, cambi di potere e di uomini al vertice, restaurazione con l’istituzione di un regime di sharja soft: come in un copione golpista che si rispetti, il futuro della regione caucasica dei prossimi anni si prospetta come un vero e proprio inferno. Questa, almeno è l’opinione degli attivisti ribelli del sito kavkaz-center che da anni si batte contro il Cremlino per la nascita di un emirato del Caucaso. Per bocca dell’emiro Dokku Abu Usman, viene spiegato che il piano, elaborato dal presidente Medvedev, prevede l’allontanamento del presidente ceceno Kadyrov (per lui pronto un incarico al ministero russo degli Interni), l’eliminazione dei suoi fedelissimi, l’uccisione di centinaia di combattenti mojaheddin, attacchi in larga scala nelle principali città dell’area, la nomina di un altro personaggio “fantoccio” come Beslan Gantamirov. Tutto questo dovrebbe prendere il via in vista delle prossime olimpiadi invernali del 2014 che si terranno a Sochi, cittadina termale a poca distanza dalla zona calda caucasica. (http://www.kavkazcenter.com/russ/content/2010/07/30/74210.shtml).