“Sì, ci presenteremo a tutte le elezioni possibili e immaginabili”, annuncia il comico genovese. Comunali, provinciali, regionali. Anche nazionali, prendendo le distanze, colpo di scena, da Vendola.
“Sì, ci presenteremo a tutte le elezioni possibili e immaginabili”, annuncia Beppe Grillo. Comunali, provinciali, regionali. Anche politiche nazionali, prendendo le distanze, colpo di scena, sia da Di Pietro sia da Vendola. Il Movimento Cinque Stelle proverà a entrare per la prima volta alla Camera e in Senato. Si candiderà anche Grillo? “No. Beppe Grillo sarà il portatore sano dell’informazione del movimento. Io farò quello che so fare, comunicare, attirare un po’ d’attenzione. Ma spero che tra un po’ non ce ne sarà neanche più bisogno. Non ho alcun incarico nel movimento e non lo voglio avere. Non c’è un segretario, non c’è un tesoriere, non ci sono sedi”.
Diranno che l’“antipolitica” va alla conquista di Roma. “A giorni uscirà in rete la piattaforma del movimento, ci si potrà iscrivere gratuitamente on line, ci conteremo, sapremo chi siamo, discuteremo il programma, faremo le liste. Ognuno conterà uno: un clic, un voto. Non c’è nessun leader, il movimento è il leader di se stesso. Noi siamo un movimento di cittadini, non di politici. Le fusioni, le alleanze appartengono a una logica che per noi è morta. Quando uno di questi ragazzi, di questi cittadini del movimento, entra in un’assemblea elettiva, bè, la apre immediatamente: in Parlamento entrano milioni di cittadini che osservano attraverso una webcam quello che succede e possono proporre progetti della rete, quindi di tutti i più grandi specialisti del mondo. Sul nostro blog scrivono premi Nobel come Joseph Stiglitz, ma anche il ragioniere di Poggibonsi che può spiegargli che le sue teorie sono inapplicabili; Jeremy Rifkin, ma anche un elettricista che può rispondergli: ma che cazzo dici? Ognuno fa la sua proposta e si discute. La rete è questo: uno conta uno. In Italia e in Europa non c’è mai stato un movimento così”.
Chiaro il ragionamento di Grillo sui finanziamenti. “Noi non vogliamo i rimborsi elettorali, perché sono una carognata, un furto di denaro pubblico. Abbiamo già preso 500 mila voti spendendo 40 mila euro, tutti autofinanziati. Quando la politica rinuncia ai soldi, rifiorisce, torna bella, viva, sobria, elegante, passionale: la politica diventa politica, un servizio pubblico. I cittadini con noi fanno i politici di leva: dopo due anni, qualunque sia il risultato, si levano dai coglioni. E poi la rete controlla, la rete propone: quei milioni di cittadini che non vogliono mettersi in lista controllano gli eletti. Siamo tutti dilettanti della politica, una parola meravigliosa che deve rifiorire: vuol dire avere amore per la tua città, amore per la tua terra. Vuol dire essere dei patrioti. Ecco: noi siamo dei patrioti”.
Ma il Movimento 5 Stelle, nato nei comuni, non aveva all’inizio escluso l’ingresso nella politica nazionale e in Parlamento? “No. Noi siamo nati partendo dal basso. Ma il movimento ha avuto subito un programma: cacciare i condannati, non permettere più di due mandati elettivi, nuova legge elettorale, no soldi agli editori, abolizione delle legge Gasparri, energie rinnovabili, acqua pubblica, rifiuti, comunicazioni, trasporti, etc. Io ho solo acceso la miccia, cominciando dai Comuni. Poi ci sono state le Regionali. Adesso, se ci saranno le Politiche, apriremo un social network nazionale per discutere programmi e liste”.
Elezioni subito? “No, no. Con questa legge elettorale e con le sue tv, vincerebbe di nuovo il Nano. Meglio un governo tecnico, ma deve giurare agli italiani di fare almeno tre cose: 1, fermare il debito pubblico, non stampare più Bot che incentivano il debito; 2, fare una legge sul conflitto d’interessi; 3, cambiare la legge elettorale. Se fa queste cose dura fino al 2013”.
Quale schieramento sceglie il movimento di Grillo, quali alleanze? “Niente, noi non facciamo alleanze con nessun partito perché dentro la logica di un partito noi muoriamo immediatamente, di anoressia, di asfissia, di leucemia… Le alleanze le faremo con i movimenti dei cittadini con i quali stabiliremo obiettivi comuni”.
E Antonio Di Pietro? E il già candidato alle primarie del centrosinistra Nichi Vendola? “A Di Pietro non so che cosa stia succedendo, era partito bene, ma ora ha un attimo di debolezza, ha deciso di sciogliersi nel Pd. E Vendola: che cosa vuole fare? La sinistra unita contro Berlusconi, ma unita su che cosa? Quanti inceneritori faranno in Puglia? Quante perforazioni petrolifere nel golfo di Trapani? Di che cosa parliamo? Di cemento, rigassificatori… Questa sinistra ha fatto sì che oggi non ci sia un’opposizione seria. Io voglio che spariscano tutte queste facce di anime morte. Basta. Noi siamo rimasti l’unica alternativa a questi partiti, a questa crisi”.