“C’è convergenza sulla posizione dell’astensione per ciascuno all’interno del proprio gruppo”. Lo ha reso noto Benedetto Della Vedova al termine del vertice tra Fli, Udc, Api ed Mpa convocato anche per decidere su una posizione comune in merito alla mozione di sfiducia su Caliendo. La convergenza sull’affaire Caliendo getta le base per la formazione del cosidetto terzo polo.
Ipotesi smentita dal finiano Italo Bocchino. “Nel sistema bipolare non esiste il terzo polo. Sarebbe come giocare a tennis seduti sulla rete. Quindi, lealtà al governo Berlusconi da parte del gruppo Futuro e liberta’? “Lealtà – ha proseguito Bocchino – al mandato ricevuto dagli elettori”. L’esponente finiano conferma che il gruppo Fli è orientato a convergere sulla posizione comune con il gruppo centrista, quello di Rutelli e di Lombardo, per l’astensione domani a Montecitorio sulla mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario Giacomo Caliendo.
Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ragiona sull’ipotesi di approvazione del voto di sfiducia: “Sicuramente un governo di transizione a guida Giulio Tremonti sarebbe una idea molto piu’ sensata rispetto all’attuale esecutivo e rispetto a un confronto elettorale con un meccanismo come questo”. “Non sono decisioni che spettano a me, comunque”, ribadisce Bersani.
L’astensione di Fli, Api e Udc e Mpa sul voto di sfiducia a Caliendo non è una mossa neutra. Di fatto rende impossibile l’approvazione della sfiducia contro Caliendo. Secondo il regolamento della Camera infatti gli astenuti non vengono conteggiati nel computo dei presenti in aula. E per far passare una mozione è necessaria la metà più uno dei presenti.
Ecco la simulazione di voto. Nell’ipotesi che siano presenti in aula tutti e 630 i deputati la maggioranza più uno dell’aula sarebbe di 316 voti. Il Pdl senza i finiani e l’Mpa dispone di 303 voti, che potrebbero diventare 301 se i due repubblicani si sfilassero all’ultimo momento. Invece se gli 85 parlamentari di Fli, Udc,Api e Mpa decidessero di astenersi, per far passare la mozione di sfiducia contro Caliendo servirebbero 274 voti (la meta’ piu’ uno di 545). Il governo potrebbe facilmente respingere la mozione, anche se tra i suoi banchi dovesse esserci qualche assenza. Pd e Idv, con i loro 230 voti (ai quali vanno aggiunti i tre delle minoranze linguistiche e i due indipendenti di centrosinistra Giulietti e Porfidia), non avrebbero nessuna possibilita’ di far passare la mozione di sfiducia, a meno di un improbabile assenteismo di massa nel Pdl e nella Lega.