I tagli del Governatore della Campania Stefano Caldoro incidono su Campania Digitale, la televisione della Regione
La scure dei tagli del Governatore della Campania Stefano Caldoro si è abbattuta su “Tele Bassolino”. Pardon, si chiama Campania Digitale, già Talete, ed è la società in house della Regione Campania (90%, il resto è della partecipata Efi) che per anni si è occupata della comunicazione istituzionale dell’ente, aggiornando il sito Internet della Regione, curando il sito del Presidente della Regione Antonio Bassolino, e producendo testi e servizi video distribuiti gratis ai media campani che ne facevano richiesta. Con lo scopo nemmeno tanto celato di diventare la centrale di controllo delle notizie in uscita da Palazzo Santa Lucia e di assicurare una buona immagine a Bassolino e alla sua giunta.
Anche Campania Digitale è finita nel macello delle 137 delibere di finanziamento varate negli ultimi mesi dell’era Bassolino e annullate da Caldoro con la motivazione che erano state assunte in violazione del patto di stabilità interno ed eccedevano l’ordinaria amministrazione del periodo pre elettorale. E dalla sera alla mattina il Cda – ritrovatosi senza il becco di un quattrino e con una fresca legge regionale che autorizza lo spoil system dei cda di tutte le società in house e partecipate – ha mandato a casa cinque giornalisti e due telecineoperatori. Si sono salvati, solo per ora, il presidente, il vice presidente e il direttore della testata giornalistica, curioso caso di una nave dove i mozzi vengono gettati a mare e i capitani restano ancora a galla.
La società infatti continua a curare altri progetti, e lo fa con il personale amministrativo rimasto illeso dai tagli. Ma non cura più le news. Insomma, “Tele Bassolino” ha chiuso e le tv locali per il momento dovranno rinunciare alle comodità dei dvd ottenuti senza sforzo, buoni per imbastire un tg senza mandare personale proprio in giro. Pardon di nuovo, lo ripetiamo: si chiama Campania Digitale. Ma quel soprannome, “Tele Bassolino”, che circola con bonaria ironia tra gli addetti ai lavori dell’informazione napoletana, è stato conquistato grazie al grande impegno prodotto nei lussuosi uffici di Palazzo Pico a via Terracina nel propagandare al mondo i risultati dell’amministrazione regionale guidata dall’ex sindaco del Rinascimento Napoletano, specialmente quando la sua stella era ancora all’apice. Un impegno che qualche volta ha sfiorato l’eccesso di zelo. Ricordiamo solo uno dei più famosi episodi. 6 marzo 2008. A una conferenza stampa di presentazione di un progetto per la raccolta differenziata nelle scuole, Bassolino non risponde a una domanda del giornalista Rai Massimo Calenda su alcune presunte incongruenze sulle cifre del finanziamento. Al momento di montare il pezzo nella sede del Tg 3 Campania, i capi della redazione contestano a Calenda alcuni commenti troppo aggressivi e l’assenza di una dichiarazione del Governatore dell’epoca. Il problema viene risolto grazie a una cassetta chiesta e ottenuta a stretto giro di posta da Talete-Campania Digitale con le dichiarazioni del capo della Regione e loro ‘editore’, e a quel punto il giornalista ritira la sua firma dal servizio.
Un capolavoro di efficienza della macchina delle news inventata dalla Regione di Bassolino? Sicuramente. Ma forse anche una pesante invasione di campo dell’indipendenza e dell’autonomia professionale del giornalista, in un settore dove esistono convenzioni, e relativi flussi finanziari, tra la Regione Campania e il Tg 3 regionale. A cominciare dai 240mila euro stanziati (a testa) dalla Campania e dal Lazio per inserire per sei mesi una striscia di due minuti e mezzo nel contenitore ‘Buongiorno Regione’.
Torniamo ai tagli decisi dal Pdl Caldoro. L’Ordine dei Giornalisti della Campania, guidato da Ottavio Lucarelli, ha denunciato l’accaduto e la stranezza “di un Cda in scadenza che procede ad atti che non sembrano in linea coi criteri enunciati nuovo Governatore”, chiedendo un intervento a lui e all’assessore al Personale, l’Udc Pasquale Sommese. Il capogruppo Pdl, Fulvio Martusciello, afferma: “Licenziare i giornalisti senza ridurre il personale amministrativo è l’ultimo colpo di coda dell’era bassoliniana che verrà cancellato dal prossimo Cda”. Che sarà di nomina azzurra, ovviamente. E allora che senso ha licenziare per poi riassumere? Ciro Pellegrino, tra gli animatori del Coordinamento dei Giornalisti Precari della Campania, un’idea ce l’ha: “Per far posto ad altri giornalisti”. Spenta “Tele Bassolino”, stiamo per assistere alla messa in onda di “Tele Caldoro”?