L’Economist non è il Vangelo, ma è cosa nota che quella redazione abbia naso fino e occhio lungo, e che il giornale pesi di conseguenza. Ho dato un’occhiata agli ultimi numeri. Il 10 luglio articolo esaustivo sulla vicenda Brancher. Il 17 luglio pezzo sulla ‘ndrangheta, sulla sua forza, su come funziona. Il 24 luglio un paio di fitte colonne dedicate alla P3, e a come Berlusconi abbia fatto muro. Il 31 luglio una paginata intera (la rubrica «Charlemagne», che parla di Europa) dedicata all’analisi di un fenomeno cosi’ titolato : «Perché l’Italia gioca in categorie cosi’ lontane dal suo peso reale?». Interrogativo politico, ovviamente, e non sportivo. L’Italia è «underperforming», marginale. Certo, dice l’Economist, la prima causa è la noia esibita che l’impegno europeo genera in Silvio Berlusconi, che preferisce frequentare la tenda di Gheddafi piuttosto che confrontarsi seriamente con la Merkel o con Zapatero. Ma più in generale c’è una specie di divorzio in atto. Se infatti in Francia, Germania e persino Gran Bretagna l’opinione pubblica vede sempre di più nell’Unione europea la sede per risolvere conflitti d’interesse di carattere nazionale (magari poi con l’Ue s’incazza, ma almeno nutre un sentimento), in Italia questa percezione non c’è.
Noi siamo « europeisti » per definizione (sempre meno, a dire il vero), ma non diamo seguito alcuno. Ne deriva che l’Italia, sostanzialmente, non partecipa al gioco. Per esempio, è rarissimo che l’Italia costruisca alleanze privilegiate (a meno che non glielo chieda George Bush prima di andare in Iraq), e poi si ritrova al carro di Francia-Germania, oppure di Gran Bretagna-Polonia, e cosi’ via. E’ al traino, mai davanti come dovrebbe competere ad un paese fondatore dell’Ue. Mi veniva in mente questa paginata dell’Economist leggendo le cronache politiche di questi giorni. Il destino politico del Paese avvitato attorno ad una casa a Montecarlo abitata da un fanfarone in Ferrari, ma si puo’? Mi direte: che c’entra? Che c’azzecca Fini con la Ue ? Purtroppo c’azzecca, eccome. Non lui, ma la piega che ha preso il dibattito politico. Oltre le Alpi avevano pensato che stesse accadendo qualcosa di interessante : Berlusconi/Chavez contro Fini/Merkel (insomma destra peronista contro destra europea), dibattito che poteva avere la sua dignità e il suo interesse, nel momento in cui l’encefalogramma della sinistra appare piuttosto piatto. E invece no. Si è tutto rapidamente italianizzato secondo secolari clichés: volano gli stracci nel Paese della commedia dell’arte. E per i nostri partners europei restiamo il Paese di Pulcinella, tutto coltello e mandolino, fantastico nel suo caos ma sempre politicamente nano, immaturo, torbido, civicamente incolto. Credo sia questo che spiazzi il buon Bersani, oltre al fatto di «dirigere» una ben strana baracca. Lo sventurato gioca sempre in trasferta, su campi sconosciuti e avversari in maschera. Inevitabile che sbagli i passaggi, e recentemente anche i rigori.
Gianni Marsilli
Giornalista
Economia & Lobby - 11 Agosto 2010
In Europa restiamo un paese nano
L’Economist non è il Vangelo, ma è cosa nota che quella redazione abbia naso fino e occhio lungo, e che il giornale pesi di conseguenza. Ho dato un’occhiata agli ultimi numeri. Il 10 luglio articolo esaustivo sulla vicenda Brancher. Il 17 luglio pezzo sulla ‘ndrangheta, sulla sua forza, su come funziona. Il 24 luglio un paio di fitte colonne dedicate alla P3, e a come Berlusconi abbia fatto muro. Il 31 luglio una paginata intera (la rubrica «Charlemagne», che parla di Europa) dedicata all’analisi di un fenomeno cosi’ titolato : «Perché l’Italia gioca in categorie cosi’ lontane dal suo peso reale?». Interrogativo politico, ovviamente, e non sportivo. L’Italia è «underperforming», marginale. Certo, dice l’Economist, la prima causa è la noia esibita che l’impegno europeo genera in Silvio Berlusconi, che preferisce frequentare la tenda di Gheddafi piuttosto che confrontarsi seriamente con la Merkel o con Zapatero. Ma più in generale c’è una specie di divorzio in atto. Se infatti in Francia, Germania e persino Gran Bretagna l’opinione pubblica vede sempre di più nell’Unione europea la sede per risolvere conflitti d’interesse di carattere nazionale (magari poi con l’Ue s’incazza, ma almeno nutre un sentimento), in Italia questa percezione non c’è.
Noi siamo « europeisti » per definizione (sempre meno, a dire il vero), ma non diamo seguito alcuno. Ne deriva che l’Italia, sostanzialmente, non partecipa al gioco. Per esempio, è rarissimo che l’Italia costruisca alleanze privilegiate (a meno che non glielo chieda George Bush prima di andare in Iraq), e poi si ritrova al carro di Francia-Germania, oppure di Gran Bretagna-Polonia, e cosi’ via. E’ al traino, mai davanti come dovrebbe competere ad un paese fondatore dell’Ue. Mi veniva in mente questa paginata dell’Economist leggendo le cronache politiche di questi giorni. Il destino politico del Paese avvitato attorno ad una casa a Montecarlo abitata da un fanfarone in Ferrari, ma si puo’? Mi direte: che c’entra? Che c’azzecca Fini con la Ue ? Purtroppo c’azzecca, eccome. Non lui, ma la piega che ha preso il dibattito politico. Oltre le Alpi avevano pensato che stesse accadendo qualcosa di interessante : Berlusconi/Chavez contro Fini/Merkel (insomma destra peronista contro destra europea), dibattito che poteva avere la sua dignità e il suo interesse, nel momento in cui l’encefalogramma della sinistra appare piuttosto piatto. E invece no. Si è tutto rapidamente italianizzato secondo secolari clichés: volano gli stracci nel Paese della commedia dell’arte. E per i nostri partners europei restiamo il Paese di Pulcinella, tutto coltello e mandolino, fantastico nel suo caos ma sempre politicamente nano, immaturo, torbido, civicamente incolto. Credo sia questo che spiazzi il buon Bersani, oltre al fatto di «dirigere» una ben strana baracca. Lo sventurato gioca sempre in trasferta, su campi sconosciuti e avversari in maschera. Inevitabile che sbagli i passaggi, e recentemente anche i rigori.
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Open Arms, oggi la sentenza su Salvini. Lui in aula: “Orgoglioso, oggi è una bella giornata”. Pranzo, passeggiata e selfie: l’attesa a Palermo
Roma, 20 dic. (Adnkronos) - La vostra è "una manovra repressiva per la nostra economia. Noi abbiamo cercato di dare un contributo e abbiamo elaborato una serie di pacchetti" di proposte tra cui un "intervento molto specifico sulle pensioni minime. Una proposta del tutto realizzabile. Abbiamo chiesto di aumentare di 100 euro le pensioni fino a 1000 euro. Voi avete detto no". Giuseppe Conte interviene così in aula alla Camera durante la discussione degli ordini del giorno sulla manovra.
"Vi siete assunti una grande responsabilità vista la situazione in cui versano i pensionati, gli avete sbattuto la porta in faccia e l'avete fatto nel modo più ignobile con una presa in giro: 1,8 euro di aumento al mese e allo stesso tempo siete riusciti a confezionare - non so con quale sicumere, imprudenza e impudenza - una proposta al Paese per un aumento di 7000 euro per ministri e sottosegretari. Avete tutta la nostra ammirazione negativa: vergognatevi", prosegue Conte.
"In campagna elettorale avete promesso aumenti di 1000 euro al mese: di questo passo, con 1,8 euro al mese, sapete quanto ci metterete ad arrivare ai 1000 promessi? Ci vogliono 200 anni, due secoli. Ma vi rendete conto della presa in giro? Presa per i fondelli in campagna elettorale e voltafaccia ora che siete al governo. Noi siamo diversi da voi a vi contrasteremo in ogni modo".
Palermo, 20 dic. (Adnkronos) - Visita a sorpresa del vicepremier Matteo Salvini, con la fidanzata Francesca Verdini, di Palazzo dei Normanni a Palermo, sede dell'Assemblea regionale Siciliana. Il vicepremier, in attesa della sentenza prevista dopo le 18, è stato accompagnato dal deputato questore della Lega, Vincenzo Figuccia, nella sala Montalto dove è stata inaugurata pochi giorni fa la mostra su Picasso, e poi un passaggio nella cappella Palatina. Salvini ha poi visitato le sale Mattarella e La Torre e ha salutato il presidente dell'Ars, Gaetano Galvagno.
Roma, 20 dic. (Adnkronos) - “Il prossimo passo sono i magazzini della Vignaccia, è il doppio della superficie dell'ingresso dei Musei ed è già in corso di lavorazione, terminerà nei primi mesi del 2025, produrrà il doppio di energia nell'arco dell'anno; poi ci sono anche la realizzazione delle colonnine di ricarica elettrica e altri progetti su parte dei tetti di alcune abitazioni che lo consentono, all'interno del territorio della città del Vaticano, Laudato Si'''.
Così Salvatore Farina, direttore della Direzione Infrastrutture e Servizi, Governatorato Città del Vaticano, all'inaugurazione della nuova copertura vetrata fotovoltaica del Cortile delle Corazze nei Musei Vaticani. ''Tutto il Governatorato e la mia direzione in particolare stiamo svolgendo questi progetti che tendono al Net Zero come da impegni sviluppati in ambito internazionale''.
''Questo impianto ha una potenza di 135 kW in un anno e 274 kWh, l'altro impianto invece produrrà il doppio. Quindi ci avviamo, passo dopo passo, verso gli impegni del 2030 e poi 2050, ma siamo già in una buona posizione. La città del Vaticano è all'avanguardia, sta dando l'esempio e quindi è sulla strada giusta per rispettare l'ambiente, per risparmiare l'energia''.
''Abbiamo sviluppato in grande armonia insieme ai tecnici di Acea-Areti questi progetti che sono veramente complessi perché sono strutture molto particolari, delicate, che insistono su siti assai sensibili e quindi sono molto complessi da realizzare. Questo è stato realizzato veramente a tempo di record e devo dire è stato fatto un gioco di squadra”.
Roma, 20 dic. (Labitalia) - “Siamo in un impianto che rappresenta il futuro della reindustrializzazione del Paese, partendo dal recupero. Noi siamo poveri di materie prime, ne abbiamo sempre meno da acquistare perché il mondo se le contende e, allora, abbiamo ideato un processo che recupera quelle che abbiamo sul territorio. Recupereremo quindi dalle schede elettroniche dei computer, dei telefoni, delle schede elettriche, l'oro, il palladio, il rame, l'argento. Materie preziosissime, molto rare e critiche per la nostra industria”. Lo afferma Luca Dal Fabbro, presidente di Iren, in occasione del taglio del nastro inaugurale del primo impianto europeo per il recupero di metalli preziosi e materie prime critiche a basso impatto ambientale, realizzato da Gruppo Iren.
Sito a Terranuova Bracciolini, in provincia di Arezzo, l’impianto ha una capacità di trattamento di oltre 300 tonnellate di schede elettroniche all’anno e permetterà di recuperare metalli producendo una quantità di CO2 tre volte inferiore rispetto ai tradizionali processi di estrazione mineraria e di incenerimento. “Quasi il 30% del Pil italiano dipende direttamente o indirettamente da materiali critici come quelli che estraiamo qui - prosegue, spiegando che realizzare una strategia di recupero di questi materiali - significa aumentare l’autonomia strategica del Paese. E Iren in questo è il capofila italiano. Questo è l'impianto più avanzato in Europa con questa tecnologia, che non ha impatto ambientale perché non utilizza forni ma utilizza processi chimici molto avanzati e sofisticati, peraltro tutti italiani”.
“Questo è un passaggio nuovo, un cambio di paradigma. Qui facciamo ambiente, produciamo ambiente. Invece di estrarre l'oro e l'argento dalle miniere, piuttosto che buttarli in discarica, noi li trattiamo, li estraiamo e li valorizziamo, in un processo continuo di economia circolare. Questo è il futuro del Paese, che ripartirà da una reindustrializzazione dei processi in ottica di economia circolare e di rigenerazione dei materiali - aggiunge Dal Fabbro - I rifiuti elettronici (Raee) arriveranno da tutta Italia, come i computer che usiamo ogni giorno e buttiamo in discarica e che da domani invece avranno una nuova vita: non solo, quindi, con un impatto ambientale pari a zero, ma anche producendo ricchezza per il territorio”. “Con assunzioni ed investimenti vogliamo far crescere nel polo che ci ospita una nuova industria italiana - conclude - Da qui riparte un nuovo concetto di industria italiana, di rigenerazione, di economia circolare. Abbiamo avuto un grande supporto dalla Regione e dalle istituzioni, che devo ringraziare perché se siamo qui oggi è anche grazie al supporto istituzionale che abbiamo avuto”.
Roma, 20 dic. (Labitalia) - “Con l’inaugurazione di questo impianto si apre un percorso di innovazione, frutto anche di determinazione e resilienza, perché il nostro territorio sta dimostrando la capacità di tutelare i posti di lavoro. E’ accaduto di recente con la Fimer, che dopo un mese di tribolazione ha aperto un nuovo percorso su basi solide, e accade qui perché alla fine di un'esperienza se ne apre una nuova, impostata sull'economia circolare, con un impianto che recupera i metalli preziosi da schede Raee”. Così Sergio Chienni, sindaco di Terranuova Bracciolini, margine dell’inaugurazione del primo impianto europeo per il recupero di metalli preziosi e materie prime critiche a basso impatto ambientale, realizzato da Gruppo Iren a Terranuova Bracciolini, in provincia di Arezzo.
“È un'avventura affascinante che coinvolgerà la forza lavoro precedentemente impiegata in altri ruoli e in altre funzioni e non è l'unico passo che vedremo, perché a breve ci sarà la presentazione di una nuova esperienza, quella relativa alla generazione del biometano, un accordo fatto Waga, anche questo un passo proficuo nella direzione dell'innovazione - spiega il sindaco di Terranuova Bracciolini - Basti considerare che l'80% del valore che verrà generato dal distretto proviene da attività di recupero, passando dallo smaltimento alla trasformazione dello scarto in valore. Un passo sostanziale e importante per il futuro di tutti”. Con una capacità di trattamento di oltre 300 tonnellate di schede elettroniche all’anno, l’impianto permetterà di recuperare metalli producendo una quantità di CO2 tre volte inferiore rispetto ai tradizionali processi di estrazione mineraria e di incenerimento.
Chienni, poi, illustra come i rifiuti possano diventare miniera e non problema: “Trasformando lo scarto in valore. In tal senso è necessario avviare dei procedimenti innovativi e ringrazio Iren per aver fatto questo investimento. Una sinergia che, peraltro, nasce con altri partner di primissima importanza di livello nazionale, ma anche legati al nostro territorio. Faccio riferimento, per esempio, alla Btt che appartiene al gruppo Lem, che trova le sue origini e la sua attività peculiare nella nostra vallata - conclude - È una sinergia complessiva che sta segnando una nuova prospettiva per il nostro territorio e per le aziende, le quali sono anche partecipate direttamente o indirettamente dai Comuni”.
Roma, 20 dic. (Labitalia) - “L'importanza dal punto di vista strategico di questo sito è assoluta. l'Italia è un Paese che ha poche materie prime e il nostro più grande giacimento, la nostra più grande miniera sono di rifiuti. Quindi si tratta di attivare delle tecnologie moderne, con impianti come questo, per avere minerali critici e rari e creare un nuovo giacimento, una grande miniera”. Lo afferma Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, in occasione del taglio del nastro inaugurale del primo impianto europeo per il recupero di metalli preziosi e materie prime critiche a basso impatto ambientale, realizzato da Gruppo Iren.
Sito a Terranuova Bracciolini, in provincia di Arezzo, l’impianto ha una capacità di trattamento di oltre 300 tonnellate di schede elettroniche all’anno e permetterà di recuperare metalli producendo una quantità di CO2 tre volte inferiore rispetto ai tradizionali processi di estrazione mineraria e di incenerimento. Dopo il rigassificatore di Piombino, con questo impianto la Toscana sta dando tanto all'Italia sulle materie prime: “La Toscana è una grande e ricca regione, che sta dando e ricevendo dei contributi importanti - spiega il ministro Pichetto Fratin - in quanto si tratta di opportunità di sviluppo, di benessere e di occupazione”.
“Dobbiamo riuscire ad adeguare questa convivenza tra le persone e le nuove tecnologie, adattandole a un mondo più moderno rispetto al secolo scorso. Nel secolo scorso non c'erano certe percezioni o certi modelli di produzione. Si tratta di un'evoluzione dove devono essere trovati dei punti di mediazione”, conclude.
Roma, 20 dic (Adnkronos) - "Volete più soldi? Prendete anche queste e compratevi delle maschere per nascondervi dalla vergogna". Show del deputato del M5s Lorenzo Donno che, urlando verso i banchi del governo, ha chiuso il suo intervento sull'Odg contro gli aumenti dei rimborsi a ministri e sottosegretari non eletti lanciando delle banconote in aula.
"Una vergogna, una porcata", ha detto Donno a proposito della norma contenuta nella manovra. "Avete anche provato a nascondervi, dovevate ritirare la norma e chiedere scusa", ha proseguito l'esponente del M5s che ha tirato fuori due banconote da 500 euro e, mostrandole verso i banchi del governo, ha spiegato: "Questo è lo stipendio di milioni di italiani, 1 su 3. Con questo non si arriva alla seconda settimana del mese. E voi che fate? Pensate di aumentare gli stipendi di ministri e sottosegretari. Siete senza vergogna".
Al termine del suo intervento, Donno si è messo le mani in tasca per tirare fuori due mazzette di banconote che ha gettato verso il governo.