Forse sarebbe il caso che qualcuno di noi, cioè semplici iscritti al Pd che non si capacitano di come si possa essere così inefficaci e inconcludenti pur di fronte ad una compagine governativa di siffatta specie, adottino delle forme di protesta, nei confronti dei propri dirigenti nazionali, fuori dal comune.

Che ne sò, tipo salire sui tetti delle sezioni e incatenarsi, montare su un carroponte alla festa dell’Unità, oppure cercare un carcere in un isola e rinchiudersi dentro, qualcosa del genere, perchè se no, qua, davvero non ti caga nessuno.

L’ultima volta che ho visto un parlamentare nella mia sezione è stato più o meno 25 anni fa, una cena per la campagna elettorale di Elena Montecchi, che tra l’altro, non era ancora stata eletta, quindi mi sa che debba cancellare anche quella volta lì.

Ma passi per un Parlamentare che, si sa, sono così impegnati a lavorare due giorni di media alla settimana che fan fatica a frequentare gli elettori che li hanno eletti… quaggiù ci accontenteremmo di conoscere il segretario regionale (aiutatemi ragazzi, chi è il segretario regionale del partito?) oppure, quello provinciale! Noi a Reggio Emilia l’abbiamo eletto nuovo di pacca due mesi fa e sono qui a chiedere ai compagni che lo conoscono di persona se per caso se lo sono scordati dentro un armadio. Sai, uno s’aspetta una lettera di saluto alle sezioni, una richiesta di incontro, al limite un’idea.., insomma un po’ di energia da spendere visto che ci si è candidati con tanta forza. Su google l’ultima notizia sul segretario scomparso è datata 7 giugno 2010, giorno dell’elezione.

Cominciamo a cercare da lì…

Ma quel che proprio non si comprende, da quaggiù, è quel che sta accadendo ai nostri dirigenti nazionali e ai nostri parlamentari. L’ipotesi più convincente è proprio quella avanzata da Marco Travaglio nel suo pezzo “C’è vita nel PD?” nel quale si attribuisce al virus della berlusconizzazione la causa di tanta inconsistenza.

Io non posso pensare che lo facciano apposta, dev’esserci qualcosa di infetto in quelle stanze.

Siamo un partito che, seppur in difficoltà, è accreditato di un 27% circa dell’elettorato, eppure, a differenza di tutti gl’altri, molto più piccoli di noi, se solo nominano le elezioni anticipate, ci caghiamo addosso.

Chiamparino dice che non siamo pronti! Devi cambiarti le mutande, per caso???

Bersani invece, slargone, dice che siamo pronti a tutte le soluzioni. Ci piacerebbe sapere quali sono, caro segretario, evitando per cortesia il “te lo spiego dopo…”.

Letta, che quando dice una cosa “di centro” io son già contento, sarebbe meglio che imparasse ad imitare la voce dello zio così almeno penseremmo che sia quell’altro a parlare.

Adesso io, francamente, non so bene se sia meglio andare subito ad elezioni o tentare di fare un governo con le caratteristiche che suggerisce Paolo Flores d’Arcais, ma una cosa è certa, se c’è da andare a votare noi, quaggiù, siamo pronti e anche qualora avessimo qualche timore non saremmo così somari da andarlo a dire a Repubblica.

Certamente l’ipotesi più disastrosa sarebbe quella di farsi condizionare da questa paura e tentare di tutto, Tremonti e casini compresi, per tirare a campare, con la scusa di governi tecnici, in attesa di tempi migliori.

Col timore che questa fase possa essere gestita da strateghi come Massimo D’Alema, che sarebbe capace di rivitalizzare anche il cadavere del nano, c’è da augurarsi che si vada alle elezioni il più presto possibile.

Io non impazzisco per Vendola, (prima vorrei che ci spiegasse come ha fatto a spendere tanti soldi a New York in un giorno solo) ma avendo ascoltato proprio in questi giorni il leader Maximo dichiarare che lui non lo voterà mai, capisco che le sue quotazioni sono in netto rialzo. Adesso tutto è possibile e, a meno che Massimo ci abbia preso gusto, lasci che sia il nano, stavolta, a prenderla in quel posto.

Chissà che non sia proprio Vendola l’uomo giusto al momento giusto!

Se poi facessimo un’altra cosa saggia e invece di correre dietro a Casini cominciassimo a parlare seriamente con Di Pietro, con Beppe Grillo e con tutti coloro che possono davvero rappresentare un alternativa a questo modo di governare, e trovassimo con loro un accordo su cinque o sei cose da fare subito qualora fossimo chiamati a governare, secondo me sarebbe molto, ma molto meglio e gli italiani potrebbero addirittura capirci.

Sì, lo so che siamo tutti qui a dare dei consigli sul da farsi e ognuno vuole dire la sua.

Però, da quaggiù, secondo me, si vedono le cose in modo diverso e la berlusconite, seppur ben diffusa, attecchisce meno dalle parti in cui le poltrone sono più rare.

Quaggiù si intravedono ancora segnali di vita nel PD.

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