Che Berlusconi in questi giorni sia impegnato nel ricompattare la maggioranza è normale: fra una letterina ai Club della Libertà e una telefonata a finiani che potrebbero tornare sui loro passi, non ha tempo da perdere in altre quisquilie. E questo glielo abboniamo, tanto più che non è andato neanche in vacanza (le recenti foto con le due donne, una vestita di nero e una di bianco, avranno ritratto sicuramente momenti di lavoro), pur di presentare agli italiani un governo compatto agli inizi di settembre.
Allora chi, se non Franco Frattini, Ministro degli esteri, dovrebbe occuparsi delle due urgentissime questioni che minano i diritti umani nel mondo di questi giorni? Paradossalmente, i due casi in questione stanno mettendo in cattiva luce due leader che sono anche acerrimi nemici: Obama e Ahmadinejad. Il primo, premio Nobel per la pace sulla fiducia, rischia di passare alla storia per la condanna alla detenzione a vita di un bambino soldato detenuto attualmente a Guantanamo: sarebbe il primo caso di sentenza a una persona che ha commesso crimini di guerra quando era bambino dalla fine della Seconda guerra mondiale. Un bel record, non c’è che dire. Il processo si è aperto pochi giorni fa, e la sentenza per Omar Amhed Khadr, che all’epoca aveva 15 anni, è prevista per settembre. Vi risparmio qui le accuse degli avvocati di Omar riguardo confessioni estorte con torture e manipolazioni psicologiche: sappiamo bene come funziona a Guantanamo.
L’altro caso, invece, riguarda una donna iraniana dapprima condannata a morte per lapidazione per adulterio (nei confronti del defunto marito), pena successivamente commutata a impiccagione, ma questa volta per omicidio. Ahmadinejad, dopo l’indignazione mondiale e l’offerta di asilo politico del Brasile per Sakineh Mohammadi Ashtiani, ha preferito accusarla di omicidio, facendola confessare in diretta tv e zittendo i suoi avvocati che denunciano che la donna si è piegata dopo due giorni di torture. Al momento ci sono inoltre 12 lapidazioni sospese per il Ramadan, che riprenderanno appena i 30 giorni saranno terminati.
Bene, che fa Frattini? Avrà utilizzato gli stretti rapporti che Berlusconi millanta tanto con Obama per chiedergli di fermare questo regalino ai terroristi islamici? Si sarà servito dei rapporti commerciali con l’Iran per chiedere a Ahmadinejad di riflettere sul caso di Sakineh e delle lapidazioni venture? Ecco, se mi avessero detto che al momento è irreperibile per i giorni di riposo ferragostani, mi sarei messa l’animo in pace. E invece no: Frattini è impegnatissimo a rilasciare interviste su Montezemolo, a consigliargli di fare una conferenza stampa piuttosto che utilizzare un sito, perché “logica, coerenza e trasparenza vorrebbero che si presentasse a viso aperto nell’agone politico”.
Logica, coerenza e trasparenza vorrebbero pure che il Ministro degli esteri si occupasse, appunto, degli esteri. Invece ci dobbiamo pure sorbire le sue consulenze politiche. E intanto si lamentano se ci chiamano l’Italietta. Effettivamente, per il livello del dibattito di questi giorni, sarebbe meglio chiamarci l’Italiuccia.