Gli auguri della jihad alla Russia in fiamme, redazione e smog, l’imam Kadyrov, chiamatela polizia, l’amico Ortega, le cosce di Bush.
“BRUCIA, MALEDETTA RUSSIA!”
“Le notizie degli incendi in questa terra maledetta da Dio rallegrano l’anima di ogni uomo onesto. Brucia il paese di chi ha votato per le bestialità di massa e gli omicidi. Le stesse persone che esultano quando i “bastardi culi neri”, come ci chiamano, vengono inceneriti dai loro lanciafiamme”. L’augurio, tutt’altro che benevolo in queste settimane di incendi spaventosi in tutta la Russia, è stato pubblicato sulla home page di kavkazcenter.com, uno dei principali siti della propaganda jihadista del Caucaso. A firmarlo sono stati un certo Oleg Mikhilevic e Boris Stomakhin, quest’ultimo, autodefinitosi “prigioniero politico”. Tra un invito alle persone di buona volontà a partecipare al grande rogo e la “speranza” che “tanto la Russia continuerà a bruciare all’inferno”, gli autori hanno fatto appello anche agli indecisi citando persino Dante Alighieri e la Divina Commedia sui “neutrali” per i quali c’è sempre un posto per arrostire nell’Ade.
L’OPPOSIZIONE AI TEMPI DEL FUOCO
Il fuoco, lo smog e la calura non hanno fermato l’opposizione russa che è scesa in piazza sia il 12 agosto per chiedere le dimissioni del sindaco di Mosca, Luzhkov (35 fermati tra cui il leader del movimento “Per i diritti dell’uomo”, Lev Ponomarjov) sia il 7 agosto quando a manifestare in pieno centro della Capitale, zona Chistye Prudi, erano stati 200 anarchici e antifascisti russi per chiedere la liberazione di Maxim e Alexej, arrestati con l’accusa di aver organizzato l’assalto (a colpi di bottiglie) del municipio di Khimki contro il disboscamento della grande foresta che dovrà fare posto a una gigantesca autostrada. L’opposizione cambia anche in redazione: alla “Novaja gazeta”, il giornale dove lavorava Anna Politkovskaja, è stata distribuita una mascherina anti-gas, il frigorifero è stato riempito di succhi di frutta (con l’invito a berne molti), l’orario di lavoro è stato ridotto, le pagine diminuite, garantiti gli stagisti sui loro credits, augurato di non tossire.
C’E’ SOLO UN PRESIDENTE
Ramzan Kadyrov non vuole più essere chiamato presidente. “Qui ormai tutti si fregiano di questo titolo: capi di regione, governatori, amministratori. Invece in Russia il presidente è soltanto uno”. L’allusione, più che a Medvedev, è rivolta a Putin a cui Kadyrov è devotamente fedele. Da “Russia unita”, il partito russo di maggioranza, è partito immediatamente un plauso all’iniziativa con l’auspicio che l’esempio venga seguito da altri. L’ambiente si è raggelato, però, quando Kadyrov ha fatto sapere di gradire l’appellativo di “Imam”. “E’ una definizione che non è in contrasto con la Costituzione”, ha spiegato. “La Russia è uno stato laico”, ha voluto puntualizzare Vladimir Gruzdev (Russia unita) della commissione parlamentare per la legislazione. D’accordo, per una volta, con l’attivista per i diritti umani, la decana Ljudmilla Alexeeva: “Ma chi crede di essere, Khomeini?”.
IL NOME DELLA POLIZIA
Il passaggio di nome da “Milizia” a “Polizia”, proposto dal presidente russo Medvedev, dovrebbe cambiare, secondo le intenzioni, la natura stessa del corpo, abbandonare la vecchia denominazione di stampo sovietico ed essere propedeutico ad una vera e propria riforma delle forze dell’ordine (nell’occhio del ciclone per i casi di corruzione e violenza quasi quotidiani). La prima novità del provvedimento, che sarà portato in Parlamento a metà settembre prossimo, prevede la divisione dell’istituzione in due tronconi: la polizia federale, che si occuperà di lotta al grande crimine e la polizia locale che avrà il compito di regolare l’ordine pubblico nelle città. “Faremo una legge insieme ai cittadini – ha detto Medvedev – lanceremo un sondaggio sul sito ‘zakonoproekt-2010.ru’ e raccoglieremo suggerimenti e proposte”. L’argomento è molto delicato, ha detto il capo del Cremlino. “Saranno regolamentati i poteri delle forze di polizia sugli arresti, gli interventi nei luoghi e nei territori, l’uso delle armi, dei mezzi speciali e della forza. Argomenti che suscitano forti reazioni nella popolazione e perciò andranno studiati molto precisamente”.
SANDINISTA!
Scambi di cortesia tra il presidente dell’Ossezia del sud, Eduard Kokojti e si suoi omologhi di Nicaragua e Venezuela, Daniel Ortega e Ugo Chavez. Per il ventennale della dichiarazione d’indipendenza del piccolo stato caucasico (mai concretizzata fino alla guerra russo-cecena di due anni fa e che sarà festeggiata il 20 settembre), il vecchio leader sandinista ha promesso di visitare l’Ossezia del sud appena possibile. Chavez dovrà invece posticipare il viaggio visto che proprio a settembre verrà votato il nuovo parlamento venezuelano. I due stati latino-americani sono tra i pochi, insieme alle isole Nauru, ad aver riconosciuto l’Ossezia del sud e l’Abkhazia. Oltre, naturalmente, alla Russia.
LE COSCE DI BUSH
Forse verrà ridiscusso il niet imposto dalla Russia all’importazione di pollame dagli Usa dopo la scoperta, alcuni anni fa, dell’uso sbiancante del cloro da parte dei produttori americani. “Un centinaio di imprenditori americani ha espresso il desiderio di riavviare il commercio di carne bianca nel nostro paese – ha detto il capo dell’ispettorato della Sanità, Ghennadij Onishenko – se avranno tutti i requisiti, che controlleremo accuratamente, allora sì. Per tutti gli altri, nulla da fare”. Il blocco delle importazioni dagli Usa di pollame, che i russi chiamano “nozhki busha”, le cosce di Bush, era scaduto il 1 gennaio 2010. (komsomol’skaja pravda).