Altre fonti vicine a Fini: "Feltri risponderà in tribunale, quegli arredi non sono per l'appartamento di boulevard Princesse Charlotte". Botta e risposta tra il direttore del Giornale e la fondazione FareFuturo
La cucina acquistata da Fini ed Elisabetta Tulliani? Non è per una casa a Montecarlo, “ma a diverse centinaia di chilometri di distanza. Fisicamente, nella casa di Montecarlo nemmeno ci entrerebbe”. Lo dice il vicepresidente di Futuro e libertà per l’Italia alla Camera, Benedetto Della Vedova, intervenendo a radio Radicale. “Se la prova decisiva fornita dal Giornale è che Elisabetta Tulliani e Gianfranco Fini hanno comprato una cucina, beh, è una prova molto debole”, commenta Della Vedova. Anche altre fonti vicine al presidente della Camera confermano le ultime rivelazioni dell’inchiesta del Giornale, che oggi pubblica la fattura per una cucina acquistata da Elisabetta Tulliani: ”Feltri cerca di camuffare come prove fatti irrilevanti. Quella cucina, naturalmente, non è a Montecarlo. Ne risponderà in tribunale”. Lo stesso Fini avrebbe così commentato ai suoi fedelissimi gli ultimi sviluppi dell’inchiesta del quotidiano di Paolo Berlusconi: “Le presunte prove di Feltri si commentano da sole, è la dimostrazione di come è messo il direttore del Giornale. Sarebbero queste le prove per cui io mi dovrei dimettere? Sono preoccupato, perchè se ora spuntasse fuori anche l’acquisto di un portaombrelli sarei davvero nei guai…”.
Continua intanto il botta e risposta tra Vittorio Feltri e la fondazione vicina a Gianfranco Fini. Dopo l’editoriale del Giornale di questa mattina, che tira in ballo gli “ultras di Farefuturo”, un articolo di Federico Brusadelli sul sito ffwebmagazine replica: “Feltri – si legge – non chiarisce di un grammo quella che ieri abbiamo definito ‘la sua smentita’. E continua a non illuminarci su un punto, peraltro abbastanza semplice: la raccolta di firme per mandare a casa la terza carica dello Stato con una sorta di farsesco golpe a mezzo stampa si poggia sulla questione della casa di Montecarlo? Sì o no? O è piuttosto una questione tutta politica, un modo per far pagare il dissenso al traditore Gianfranco Fini? Una epurazione pubblica che si serve di uno ‘scandalo’ rattoppato con rivelazioni che sconfinano sempre più nel ridicolo, tra cucine Scavolini e testimoni anonimi? Ci risponda, anche per quei suoi lettori che (ma è solo un’ipotesi) forse non gradiscono essere strumentalizzati, quando non addirittura presi per i fondelli”.
Clicca qui per leggere l’editoriale di Vittorio Feltri. A questo link, invece, la risposta di FareFuturo.