Riceviamo e pubblichiamo questa lettera firmata dall’avvocato Gianfranco Orelli, dello studio legale Orelli di Varese.
“Sono stato informato che la versione “on line” del Vostro giornale, alla rubrica SOCIETA’, con data 31 luglio 2010 ha pubblicato un articolo di Michele Sasso titolato “bonus bebè solo per gli italiani” Ma le ordinanze leghiste hanno vita breve.
L’autore si riferisce espressamente ai “casi” di Adro, Brignano Gera D’Adda, Morazzone, Palazzago e Tradate, riferendo che i relativi provvedimenti “sono stati tutti bocciati dai tribunali per atti discriminatori”, affermando inoltre che il Comune di Morazzone per la vicenda giudiziale ha pagato “più di 40 mila euro in spese legali”.
Quanto così diffuso non è rispondente poiché, per il vero:
Per il rispetto della verità, quale connaturato al diritto di cronaca, oltre che per fugare equivoci circa il mio intervento professionale (ho trattato direttamente il contenzioso dall’inizio alla fine) chiedo di pubblicare questa rettifica secondo le medesime modalità adottate per l’articolo del sig. Michele Sasso, secondo normativa. Gradirei avere conferma secondo la medesima via postale.
Distintamente
Avv. Gianfranco Orelli
Confermiamo quanto scritto nel secondo paragrafo del nostro articolo: il tribunale di Roma “ha riconosciuto la sicura valenza discriminatoria per evidenti motivi etnici”. Questo passaggio corrisponde a quanto riportato nel comunicato stampa delle Acli, che attribuiscono la frase, appunto, al tribunale di Roma. Un passaggio ripreso da vari organi di stampa locale nel febbraio 2009 e che non ci risulta sia stato smentito. Riconosciamo, comunque, che il provvedimento del Comune di Morazzone non è stato bocciato dal Tribunale: come scrive lo stesso avvocato nella sua rettifica, nella sentenza “viene dichiarata la cessazione della materia del contendere”. In pratica la delibera in oggetto è stata modificata dal Comune prima che si arrivasse a sentenza. Quanto alle spese processuali, ci siamo limitati a citare la cifra di cui ha parlato il sindaco di Morazzone Giancarlo Cremona in un’intervista del 20 marzo 2009 a Varesenews, intitolata “Bonus bebè: non lo rifarei più è costato troppo”. Il sindaco recriminava, appunto, per le spese legali di 40mila euro.
Redazione ilfattoquotidiano.it