Quando si dice comunismo si pensa, a torto, alle nazioni che negli ultimi due secoli hanno sperimentato il così detto “socialismo reale“. In verità molte epoche hanno sperimentato (qualcuna, si dice, con successo) il comunismo. Ce n’è traccia addirittura nelle sacre scritture, negli atti degli apostoli (l’episodio di Anania e Safira) quando due vecchietti vennero fulminati dal cielo per non aver voluto mettere in comune i propri beni. Era l’epoca in cui Dio seccava i capitalisti.
Qualcuno afferma che all’inizio del neolitico, quando l’emisfero nord cominciò a riscaldarsi e il clima era favorevole, il cibo cominciò ad abbondare. Liberati dall’obbligo di procacciarsi il cibo, gli esseri umani dividevano tutto gli uni con gli altri, la vita era relativamente spensierata, visto che anche le minacce erano poche; non c’erano armi perché non c’erano conflitti. Si allude a un periodo del genere quando si dice “età dell’oro”. Comunismo felice? Forse è solo una favola. Certo è difficile pensare all’affettazione di Bertinotti mentre parla ai neolitici pelosi e monocigliati.
Fatto sta che dato il momento favorevole arrivò una fortissima esplosione demografica, regioni diverse ebbero un diversificato sviluppo. I gruppi divennero aggressivi e cominciarono i conflitti. Furono inventate armi sofisticate e i gruppi dominanti, quelli che erano in grado di produrre di più, imposero grazie alla loro tecnologia superiore le proprie leggi e i propri dei agli altri gruppi.
Se ci pensiamo è difficile trovare sulla faccia della Terra una regione che non sia frutto di conquista, e quando si dice conquista si intende dire rapina. La proprietà privata, che oggi santifichiamo come un bene, inizialmente si impose con la forza, visto che nessuno aveva il diritto divino di possedere un pezzo di terra o delle piante o degli animali. Sicuramente c’è stata un’epoca in cui qualcuno, massacrando qualcun altro si è impossessato di un territorio, il suo gruppo ha difeso quel territorio tramandando alle generazioni successive la balla delle radici, della difesa del suolo e delle abitudini accumulate vivendo in quel luogo. Per giustificare la rapina si è spesso detto che gli abitanti del luogo erano malvagi, selvaggi, semi-animali: vedi gli spagnoli prima e gli inglesi poi coi nativi americani; vedi gli aborigeni australiani o come i Boeri hanno “colonizzato” il Sudafrica, ma gli esempi sarebbero a migliaia e in tutte le epoche storiche. Possiamo anche dire che il capitalismo è la risultante di una serie di rapine.
Sarebbe forse fuori luogo però rimpiangere quell’età dell’oro, non solo i tempi, ma anche gli esseri umani sono cambiati. Sembra evidente che per essere comunisti bisognerebbe esserlo tutti, senza imposizioni e senza condizioni; dovrebbe essere uno stato mentale, un istinto. Ma dandoci un’occhiata in giro, si ha l’impressione che questo stato mentale sia assai lontano dalla nostra natura, almeno in questa epoca storica nella quale un pulmino per la scuola viene definito dai felici liberisti (quelli, non dimentichiamolo mai, che ci hanno trascinato in questo pantano economico) una “sacca di socialismo reale”.
Natalino Balasso
Attore e scrittore
Economia & Lobby - 16 Agosto 2010
Essere comunisti, è impossibile?
Quando si dice comunismo si pensa, a torto, alle nazioni che negli ultimi due secoli hanno sperimentato il così detto “socialismo reale“. In verità molte epoche hanno sperimentato (qualcuna, si dice, con successo) il comunismo. Ce n’è traccia addirittura nelle sacre scritture, negli atti degli apostoli (l’episodio di Anania e Safira) quando due vecchietti vennero fulminati dal cielo per non aver voluto mettere in comune i propri beni. Era l’epoca in cui Dio seccava i capitalisti.
Qualcuno afferma che all’inizio del neolitico, quando l’emisfero nord cominciò a riscaldarsi e il clima era favorevole, il cibo cominciò ad abbondare. Liberati dall’obbligo di procacciarsi il cibo, gli esseri umani dividevano tutto gli uni con gli altri, la vita era relativamente spensierata, visto che anche le minacce erano poche; non c’erano armi perché non c’erano conflitti. Si allude a un periodo del genere quando si dice “età dell’oro”. Comunismo felice? Forse è solo una favola. Certo è difficile pensare all’affettazione di Bertinotti mentre parla ai neolitici pelosi e monocigliati.
Fatto sta che dato il momento favorevole arrivò una fortissima esplosione demografica, regioni diverse ebbero un diversificato sviluppo. I gruppi divennero aggressivi e cominciarono i conflitti. Furono inventate armi sofisticate e i gruppi dominanti, quelli che erano in grado di produrre di più, imposero grazie alla loro tecnologia superiore le proprie leggi e i propri dei agli altri gruppi.
Se ci pensiamo è difficile trovare sulla faccia della Terra una regione che non sia frutto di conquista, e quando si dice conquista si intende dire rapina. La proprietà privata, che oggi santifichiamo come un bene, inizialmente si impose con la forza, visto che nessuno aveva il diritto divino di possedere un pezzo di terra o delle piante o degli animali. Sicuramente c’è stata un’epoca in cui qualcuno, massacrando qualcun altro si è impossessato di un territorio, il suo gruppo ha difeso quel territorio tramandando alle generazioni successive la balla delle radici, della difesa del suolo e delle abitudini accumulate vivendo in quel luogo. Per giustificare la rapina si è spesso detto che gli abitanti del luogo erano malvagi, selvaggi, semi-animali: vedi gli spagnoli prima e gli inglesi poi coi nativi americani; vedi gli aborigeni australiani o come i Boeri hanno “colonizzato” il Sudafrica, ma gli esempi sarebbero a migliaia e in tutte le epoche storiche. Possiamo anche dire che il capitalismo è la risultante di una serie di rapine.
Sarebbe forse fuori luogo però rimpiangere quell’età dell’oro, non solo i tempi, ma anche gli esseri umani sono cambiati. Sembra evidente che per essere comunisti bisognerebbe esserlo tutti, senza imposizioni e senza condizioni; dovrebbe essere uno stato mentale, un istinto. Ma dandoci un’occhiata in giro, si ha l’impressione che questo stato mentale sia assai lontano dalla nostra natura, almeno in questa epoca storica nella quale un pulmino per la scuola viene definito dai felici liberisti (quelli, non dimentichiamolo mai, che ci hanno trascinato in questo pantano economico) una “sacca di socialismo reale”.
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Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.
(Adnkronos) - Gli attacchi - ordinati secondo quanto riferito dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump - hanno colpito radar, difese aeree e sistemi missilistici e di droni. Secondo il Times, l'obiettivo è riaprire le rotte di navigazione nel Mar Rosso che sono state minacciate dagli attacchi degli Houthi alle navi israeliane.