“Chi pensa che il Capo dello Stato tradisca la Costituzione, ha il potere e il dovere di chiederne la messa in stato d’accusa da parte del Parlamento, secondo quanto prevede la stessa Carta fondamentale”. Giorgio Napolitano replica duramente, in una nota, all’onorevole Maurizio Bianconi, vicepresidente del gruppo dei deputati Pdl.
In una intervista, apparsa ieri sul quotidiano Il Giornale, Bianconi aveva chiaramente affermato che “Giorgio Napolitano sta tradendo la Costituzione”.
“L’onorevole Bianconi – sostiene del Quirinale – si è abbandonato ad affermazioni avventate e gravi sostenendo che il Presidente Napolitano “sta tradendo la Costituzione”. Essendo questa materia regolata dalla stessa Carta (di cui l’on. Bianconi è di certo attento conoscitore), se egli fosse convinto delle sue ragioni avrebbe il dovere di assumere iniziative ai sensi dell’articolo 90 e relative norme di attuazione. Altrimenti – conclude la nota – le sue resteranno solo gratuite insinuazioni e indebite pressioni, al pari di altre interpretazioni arbitrarie delle posizioni del Presidente della Repubblica e di conseguenti processi alle intenzioni”. Uno stop, quindi, a indebite pressioni e a insinuazioni del mondo politico sul Capo dello Stato.
Maurizio Bianconi nell’intervista al Giornale dichiarava che Napolitano aveva affidato a Berlusconi l’incarico di formare il governo “sostenendo che in questo sistema bipolare, col premier indicato sulla scheda, è il risultato elettorale a determinare l’assegnazione degli incarichi. Ora, invece, Napolitano smentisce se stesso, con un atto di incoerenza gravissima, dicendo no al voto anticipato e sì alla ricerca di un governo tecnico. Formando il governo, lo stesso Napolitano ha accreditato una prassi che ora non può smentire. Un altro presidente della Repubblica potrebbe farlo, lui ormai non può più tornare indietro, perchè si è autovincolato. Se tu stesso hai garantito una Costituzione materiale basata sul risultato elettorale, cercando un governo diverso in Parlamento, non stai rispettando la Costituzione ma solo contraddicendo te stesso”.
In relazione alla nota del Quirinale, l’esponente del Pdl si dichiara oggi “stupito da una reazione sproporzionata”, ma conferma “il senso di quanto affermato”. E spiega: “Ho soltanto richiamato il fatto che proprio Napolitano, nel momento in cui affidava l’incarico a Berlusconi ha fatto un preciso riferimento alla novità rappresentata dalla Costituzione vivente, materiale, escludendo la possibilità di affidare l’incarico a un altro presidente del Consiglio. Ora non può compiere un atto di incoerenza istituzionale e richiamarsi alla Costituzione formale. Non sono tipo da dichiarazioni a raffica come certi finiani, se ho parlato è per toccare una questione istituzionale importante e ho colpito nel segno”.
“Berlusconi sconfessi Bianconi per le insensate parole espresse nei confronti del capo dello Stato il cui comportamento è, ed è sempre stato, irreprensibile e al quale va la nostra solidarietà”, afferma invece Paola De Micheli, parlamentare del Pd. “Se dal centrodestra non giungerà una compatta e netta presa di distanza allora vorrà dire che esiste un piano preciso ed un mandante per una operazione pericolosissima che rischia di aprire uno scontro istituzionale gravissimo i cui esiti saranno certamente nefasti per il nostro paese”.
Il portavoce Pdl, Daniele Capezzone, smussa i toni: “Nessuno dubita della correttezza passata, presente e futura del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Abbiamo sempre constatato, anche in passaggi delicati della vita politica e istituzionale del nostro Paese, un suo comportamento ineccepibile. Contestualmente, pero’, e questo è un concetto ribadito con forza e giusta nettezza dal Pdl e dalla Lega (e non solo, visto che considerazioni ispirate al buon senso e alla ragionevolezza sono giunte anche da altre parti), non sarebbe accettabile l’idea di governi cosiddetti “tecnici” o “istituzionali” che dovessero ribaltare o comunque mettere tra parentesi gli esiti elettorali del 2008, peraltro confermati nel 2009 e nel 2010. Gli italiani – afferma Capezzone – hanno chiaramente scelto un Premier, Silvio Berlusconi, il cui nome era scritto sulla scheda elettorale. Questo e’ un fatto politico di cui tutti devono tenere conto. Sarebbe gravissimo se le opposizioni, con l’aiuto di qualche interessato network editoriale e imprenditoriale, cercassero di mettere in campo operazioni opache volte a sovvertire le scelte degli italiani”.
Prova a ridimensionare il peso delle dichiarazioni di Bianconi anche Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl:“Indipendentemente dalle espressioni usate da Bianconi, noi in tutti questi giorni, abbiamo riaffermato questa posizione di fondo: perseguiamo l’obiettivo positivo di ottenere la fiducia e il sostegno del Parlamento su 4 punti qualificanti sui quali si concentrerà l’attività del governo; invece, nel caso in cui questa fiducia della maggioranza del Parlamento non venga ottenuta, allora riteniamo che si debba andare al voto degli italiani e non si debba dar vita a governi tecnici o di transizione”. Prende poi le distanze dalle affermazioni di Bianconi: “Questa valutazione politica di fondo la abbiamo sottoposta e la sottoponiamo, con il rispetto che sempre abbiamo avuto, alla riflessione del Presidente della Repubblica”.
Secondo il presidente emerito della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre, nulla nella situazione attuale giustificherebbe l’accusa al Presidente della Repubblica di alto tradimento o attentato alla Costituzione, previsti dall’art.90 della Carta. “Il caso in questione si può ridurre più propriamente a un duello verbale – afferma Baldassarre – anche se obiettivamente i toni usati nei confronti del Capo dello Stato risutano essere molto più elevati del dovuto, rispetto alla situazione politica concreta e oggettiva”.