C’è da anni una leggenda che presenta l’inchiesta “Mani Pulite” come una sorta di colpo di stato eseguito da giudici di sinistra con lo scopo di distruggere i due partiti maggiori PSI e DC a vantaggio del PDS, consegnando in questo modo il potere ai comunisti. E’ facile intuire il motivo per cui sia stata inventata questa favoletta, ma per i più sospettosi e “complottisti-ad-ogni-costo” con questo video e con qualche documento proverò a smontare la balla sulla presunta parzialità delle indagini sulle tangenti rosse degli anni novanta.
”Le responsabilità personali e penali dei segretari del Pds-Pci non furono trovate”. Con queste parole il Procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio (recentemente ospite in un dibattito a Cortina InConTra 2010) ha confermato che le indagini sulle tangenti rosse nel periodo di Mani Pulite furono fatte, eccome. Fu lui stesso ad effettuare, a partire dal 1994, parte delle indagini sui presunti finanziamenti illeciti al Pci-Pds dalle cooperative rosse, iscrivendo nel ’96 i due big della quercia Massimo D’Alema (appena diventato Presidente del Consiglio) e Achille Occhetto nel registro degli indagati. La maxi-inchiesta sulle coop rosse partì, invero, nel 1993, a seguito di una serie di fallimenti sospetti di cooperative agricole nel Veneto. Fu ipotizzata una vera e propria associazione a delinquere, finalizzata a finanziare illegalmente il Pci-Pds attraverso un meccanismo complicato: creare coop agricole, richiedere ed ottenere per esse lauti finanziamenti pubblici, dirottare questi ultimi al partito e far fallire le coop. Alla fine del novembre 1998, però, Nordio chiese l’archiviazione per D’Alema e per Occhetto.
Riguardo ai finanziamenti illeciti al Pci-Pds, il magistrato concluse che “Nel Pci i funzionari erano pagati dalle coop, ma lavoravano per il partito. Il risultato finale è identico, però lo strumento è diverso. E lo è anche dal punto di vista penale: la mazzetta integra il reato di corruzione (n.d.r.: nel sistema DC-Psi). Il sistema del Pci no.”
Ma chi è Carlo Nordio? Non è sicuramente una “toga rossa” e qualcuno si sbilancia affermando che sia un uomo di destra, ma la prova schiacciante del fatto che non stiamo parlando di un magistrato “comunista” risale al 2001: durante il secondo governo Berlusconi (2001-2005), il ministro leghista della Giustizia Castelli gli conferì l’incarico di riformare il codice penale, nominandolo presidente di una commissione ministeriale, la Commissione Nordio, appunto.
Documentazione sull’argomento e sul caso Greganti:
a) IL “PCI-PDS” RUBAVA COME GLI ALTRI (di Marco Travaglio):
- http://www.osservatoriosullalegalita.org/03/commenti/59.htm
b) “COMUNISTI:: INDAGATI, COLPEVOLI, DIMENTICATI” (di Peter Gomez & Marco Travaglio):
- http://www.blogoltre.it/inchieste/giustizia/puntata_3.html#terza_01