L'eventuale risarcimento non verrà distribuito in parte uguali tra i familiari. Uno dei criteri potrebbe essere l'età delle persona morta per il crollo. L'iniziativa è legata all'inchiesta sul mancato allarme da parte della Commisisone grandi rischi
Un’azione legale tradotta con un atto di citazione di responsabilità civile nei confronti della presidenza del Consiglio dei ministri è stata depositata oggi presso il tribunale dell’Aquila. L’iniziativa che prevede la richiesta di 22,5 milioni di euro è stata promossa da 32 famiglie che hanno perso persone care in occasione del sisma del 6 aprile 2009. L’iniziativa è da mettere in relazione alle rassicurazioni che avevano fornito rappresentanti della Commissione grandi rischi nei giorni precedenti il sisma che si era riunita proprio a L’Aquila il 31 marzo 2009 una settimana prima del terribile terremoto che distrusse L’Aquila.
Sulla Commissione Grandi Rischi c’e’ l’inchiesta della procura dell’Aquila che ha indagato e chiesto al Gup il rinvio a giudizio per sette persone che parteciparono a quel summit: l’udienza preliminare è stata fissata per il 10 dicembre prossimo. L’ipotesi di reato è omicidio colposo plurimo. Gli indagati sono Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva e Mauro Dolce. Secondo la procura, dopo la riunione sarebbero state diramate informazioni, incomplete, imprecise e contraddittorie sul terremoto e sugli sviluppi dell’attività sismica.
“L’udienza per il risarcimento sarà fissata nei prossimi giorni” Lo ha detto il legale Maria Teresa Di Rocco, incaricata dai familiari delle vittime assieme alla collega Silvia Catalucci di depositare la richiesta al tribunale civile del capoluogo. Secondo l’avvocato aquilano, qualora venisse ottenuto, il risarcimento non sarà diviso in parti uguali. “La somma – sostiene l’avvocato – sarà divisa tra i familiari delle vittime, non in parte uguali, ma in base ai danni subiti’. La Di Rocco non dice di più per ragioni di privacy, ma uno dei criteri potrebbe essere l’età che aveva la persona deceduta nei crolli.