Che tristezza sfruttare la povertà per il proprio tornaconto elettorale chiedendo al povero di togliersi dalle scatole con 300€.
Il “volontariamente” della vicenda di Sarkozy e delle espulsioni di 93 rom, inquieta perché è come se l’opportunismo politico e l’arroganza avessero affinato le tecniche di persuasione. Senza quel “volontariamente” si griderebbe all’illegalità, ma quei 300€ dati a chi è costretto a rubare per campare, come avrebbe detto Eduardo De Filippo, mettono a tacere le nostre coscienze già per altro fin troppo assopite.
Liberté, Egalité, Fraternité.
300€ per l’allontanamento di un povero.
Liberté, Egalité, Fraternité.
300€ ai cittadini rom rumeni o bulgari che accettano spontaneamente l’aiuto al ritorno umanitario offerto dal governo francese.
Liberté, Egalité, Fraternité.
E’ un ritorno volontario quello dei rom e quindi nulla di atroce o di inaccettabile.
Liberté, Egalité, Fraternité.
Chissà se le affermazioni del governo francese sono ironiche o meno? In entrambi i casi suonano stonate o inefficaci per diversi motivi:
Molti antropologi si chiedono come facciano i rom a sopravvivere nonostante le continue persecuzioni e umiliazioni ricevute nella loro storia. Rappresentano un vero miracolo da quando nel 1600 si dichiarava lecito ammazzare gli zingari senza pena, fino ai 400 anni di schiavitù subiti in Romania. Senza parlare dei 500.000 zingari uccisi da Hitler o dei 2.000 bambini rubati per legge dall’Associazione Umanitaria Pro Juventute nella civilissima Svizzera fino al 1972.
Ma forse, come mi diceva ieri un amico rom addentando una fetta di anguria ghiacciata: “Gli zingari sono destinati alla vita e le espulsioni di Sarkozy alla fine dell’estate avranno fatto più danno a lui che ai rom perché noi non avendo imperi da difendere, non abbiamo niente da perdere.”