In Italia le energie rinnovabili fanno passi da gigante. Dopo il boom dell’eolico con la P3, si sono formate altre 15 logge segrete che si occupano di energia solare.
Sta nascendo una nuova generazione di faccendieri equosolidali. Non girano più con le vecchie buste di carta. Li trovi negli androni dei palazzi che bestemmiano perché gli si è rotta la busta biodegradabile con dentro 500 milioni di dollari.
Ma a fronte di questa rinnovata coscienza civica, il nostro Paese corre altri rischi. Pare che, da parte delle compagnie internazionali, ci siano richieste per trivellare le nostre coste. Molti, pero’, escludono che possa ripetersi quel che è successo negli Usa con la BP. E’ opinione comune che, se un incidente accadesse in Italia, non ci sarebbero risarcimenti. Andrebbe tutto in prescrizione.
In compenso, per evitare l’effetto Louisiana, il Governo ha cambiato alcune norme sull’ambiente: si potrà trivellare ma solo a 5 miglia dalla costa. In caso di incidente, dunque, prima che la marea nera si avvicini a riva, ci saranno quei 2 o 3 giorni utili per girare i servizi sul monokini di Studio Aperto, Tg5 e Tg1. Quando la marea nera arriverà, invece, continui collegamenti dal luogo del disastro: “Ed ora i campionati di wrestling nel petrolio. Vediamo chi avrà la meglio tra Melita e Platinette”.
In compenso, mentre l’Italia traccheggia, la Libia ha già annunciato che farà trivellare la BP al largo delle sue coste. Ma la società petrolifera assicura: “Verranno garantite le misure standard”. In Florida, infatti, era stato disinserito l’allarme sonoro. In Libia, invece , al primo accenno di fuoriuscita, un messaggio audio arriverà ai i cellulari degli azionisti: “Vendi! Vendi! Vendi”.
La notizia delle trivellazioni libiche nel Mediterraneo ha creato apprensione. In Sicilia molti italiani, preoccupati per le sorti del mare, hanno smesso di costruire la propria casa sulla spiaggia e sono andati a cementificare in Sardegna. Anche il Vaticano manderà alcune sentinelle in Sicilia. Propaganda Fide negli appartamenti vista mare affitterà solo a politici ecologisti. Gli esperti, infatti, lanciano l’allarme: un’eventuale marea nera nel Mediterraneo comprometterebbe i caratteristici fondali fatti di plastica, vetro e navi dei veleni.
Non tranquillizzano poi le idee del Governo: c’è già un progetto di legge per privatizzare anche l’acqua salata. Il Mediterraneo verrà gestito da una società fondata da Eni, Bp e Esso.
C’è chi però vede il lato positivo della cosa. Impregilo ha pronta un idea per risolvere il problema di un’eventuale marea nera. L’inceneritore del Mediterraneo darà energia a tutta la Sicilia.