“Invitiamo il Pd ad annullare questa offesa o saremo costretti a essere presenti per ricordare al signor Moretti, e al Pd di Livorno, il nostro dolore ed il nostro desiderio di giustizia e di verita’’. Lo scrivono in una nota due comitati fra i familiari delle vittime della strage della stazione di Viareggio che il 29 giugno 2009, in seguito al deragliamento di un treno merci e alla rottura di una cisterna di Gpl provocò 31 morti. I familiari ricordano che il 27 agosto, l’Ad di Trenitalia Mauro Moretti sarà alla festa del Pd di Livorno. “Il Pd di Livorno – spiega la nota – farebbe meglio a utilizzare il proprio tempo e i propri spazi a sostegno dei familiari delle vittime e dei Comitati che da oltre un anno conducono la battaglia per sicurezza, verità e giustizia”. La nota ricorda infine “che a Viareggio sono state raccolte migliaia di firme (10.000) contro la rinomina di Moretti ad Ad delle Ferrovie”.

In attesa delle conclusioni delle inchieste in corso, è probabile che la causa dell’incidente sia da attribuire al cedimento strutturale di un asse del carrello del primo carro-cisterna del convoglio che ha causato il deragliamento di altri quattro carri del convoglio. Il primo carro che è fuoriuscito dai binari, contenente gas GPL, è stato perforato da un picchetto di segnalazione posizionato sulla massicciata . Il gas così è fuoriuscito dalla cisterna e al primo innesco (una scintilla provocata dall’attrito fra le lamiere del treno) si è incendiato immediatamente provocando la strage. I danni sono stati gravissimi e immediati: 11 persone sono morte subito travolte dalle fiamme e dal crollo degli edifici attorno alla stazione. Le altre vittime sono rimaste gravemente ustionate muorendo in ospedale anche a distanza di diverse settimane dalla tragedia.

La Procura di Lucca che sta conducendo l’inchiesta per chiarire le responsabilità dell’episodio ha indagato 18 persone, sottolineando però che la lista delle persone “da sottoporre a indagine non può ritenersi conclusa”. Di questi si conoscono i nomi di quattro persone, tre tedeschi e un italiano, tutti responsabili della manutenzione e dei controlli dei vagoni del treno. Una lettura opposta a quella fornita dal numero uno di Trenitalia che, nel corso di un’audizione al Senato lo scorso febbraio, ha derubricato la sciagura come uno spiacevole episodio. “Nessuna fatalità” hanno risposto i comitati dei familiari delle vittime ma “precise responsabilità” a cominciare da quei processi di liberalizzazione e privatizzazione che hanno abbassato colpevolmente i livelli di sicurezza come hanno dimostrato gli incidenti “avvenuti in ferrovia anche dopo il 29 giugno”.  Secondo i comitati dopo la strage il ministro dei Trasporti Altero Matteoli e l’Ad di Trenitalia hanno contniuato a non fare niente per la sicurezza, “se fossero state persone consapevoli dell’accaduto e sensibili verso le vittime, avrebbero chiesto ufficialmente le proprie scuse e rassegnato le dimissioni”.

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