Il 1994 volgeva alla fine (la data è quella del 31 Dicembre 1994) e Minzolini era, come sempre casualmente capita quando il Berlusca è in difficoltà, un giornalista dal dente avvelenato.

Ho ripescato un suo breve corsivo pubblicato da La Stampa proprio mentre gli italiani erano tutti impegnati con il cenone del 1994. Il nemico du jour non è ovviamente Fini ma Bossi. Il Senatur, infatti,  ha da qualche giorno azzoppato il Cavaliere ed è il nemico numero uno del Grande Capo ergo il Direttorissimo, senza pietà, a pagina 15 lo manganella.

I fuochi d’artificio del giovane Minzo contro il ribaltone iniziano con il titolo: “L’Umberto allergico alla coerenza”, quindi il giornalista della Stampa affonda il coltello con un bel ritrattino del leader della Lega. “E’ andato alle elezioni sparando contro ex-dc ed ex-pci per poi diventare ,alla fine, un loro alleato”. “Ma niente paura – prosegue Augusto – chi conosce Umberto Bossi sa che e’allergico alla coerenza ed amante del doppio gioco”. Quindi si passa al curriculum vitae del politico traditore: “ha festeggiato per tre volte una laurea che non ha mai avuto… ha fatto le sue fortune combattendo la tangentocrazia, ma ci sara’un motivo se Di Pietro ha chiesto per lui una condanna a 10 mesi”. Ed ora attenzione perchè parte il botto finale del capodanno 1994: “Estimatori e detrattori di turno, comunque, su un punto sono d’accordo: l’Umberto avrà pure dei grandi meriti nella rivoluzione italiana, ma finchè ci sarà lui la politica non sarà una cosa seria”.

Augusto Minzolini, un vero profeta.

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