Un altro spinoso Gianfranco nel fianco del sempre più claudicante Berlusconi. Stavolta il lazzarone che ha tentato di amplificare il caos nel già caotico bordello ottomano del centrodestra è nientepopodimeno che Gianfranco Rotondi, il simpaticissimo bubusette nerd della vecchia DC, l’ibrido di Umilio, Capezzone e Bondi in salsa democristiana, l’incallito fan del cardinal Ruini («Ruini, per noi democristiani, è una specie di presidente del consiglio fuori ruolo»), l’amico bruciacuore di casa Savoia («Speriamo che Vittorio Emanuele II di Savoia con il suo arresto non paghi l’impegno elettorale del figlio con la Democrazia Cristiana»), il gran fustigatore delle toghe rosse, il nemico agguerrito della pausa pranzo, il nobile difensore di Brancher.
Insomma, l’influentissimo ministro dell’Attuazione del programma che ha rinverdito gli antichi fasti della balena bianca con il possente 0,5% di voti ottenuti (donde, il simpatico nomignolo “Zero Rotondo”). Il politico tutto d’un pezzo che, finalmente, dopo festicciole mondane, testimoni nuziali ragguardevoli, assalti lisergico-muriatici verbali, è riuscito a far catalizzare l’attenzione mediatica senza i suoi soliti sforzi sisifici. Stavolta, deo gratias, non è stata necessaria la consueta bacchetta da rabdomante per notarlo, ma è bastata una lettera, redatta da lui con la firma congiunta di un drappello di autorevoli nomi (Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio aderente ai Popolari Liberali, e Caldoro, governatore della Campania e membro del nuovo PSI).
L’epistola, ovviamente destinata a Berlusconi, contiene ragionate lagne di Rotondi, legittimamente offeso con il suo testimone di nozze per non essere stato invitato al vertice di maggioranza di Palazzo Grazioli in quanto cofondatore del partitone. E’ singolare, però, che il ministro non si sia sentito ugualmente offeso per gli anatemi urlati da Bossi contro i democristiani “filomafiosi e rovinatori del nord”, durante la Berghem Fest.
Il ministro caldeggia le elezioni anticipate e trascina nella sua rivolta non solo Giovanardi e Caldoro (ancora deputato), ma un’altra decina di parlamentari.
Ma il vero coupe de theatre, o de fusil, è dato da una frase sibillina del nostro Rotondi: “I cinque punti (del programma emerso dal vertice PDL del 20 agosto, ndr)? Una ribollita. Preferisco le urne anche perché ho in serbo una sorpresina”.
Un’altra defezione di un fedelissimo yes-man del Cavaliere dalla più formidabile e sgangherata corazzata politica dell’ultimo ventennio? Un’ardita ed inaspettata spallata per far cadere l’impero di Silvio come una piramide di carta? Una stizzosa ripicca estemporanea del secondo Gianfry, stanco di recitare la particina del figurante inutile? O forse una variante soft del motto del generale Patton (“Fare la guerra significa ammazzare quei figli di puttana prima che quei figli di puttana ammazzino te”)? Ma soprattutto: che diavolo è questa sorpresina dal tanfo halloweeniano?
A riguardo, Franco De Luca, parlamentare PDL di area democristiana, afferma che la sorpresina non è affatto un tradimento, ma nient’altro che un rafforzamento della “cultura democristiana e liberal-socialista nel centrodestra”. In effetti, quest’aria ed aura innovatrice mancava in quel del PDL.
E’ doveroso però puntualizzare il fatto che il rotondo ministro ha assicurato fedeltà e massima solidarietà al premier. Non si sa mai, meglio premunirsi in questi tempi di infeltriti scoop ad orologeria.
Non ci resta, allora, che omaggiare il tenace ed immarcescibile ministro del nulla con questo nostalgico tributo video, in attesa di nuovi ed eccitanti sviluppi. Prima che la nave affondi, la ribalta su di lui si allontani e le luci dei riflettori si spengano in una dissolvenza definitiva e solenne.
Gisella Ruccia
Videoblogger
Politica - 24 Agosto 2010
La “sorpresina” di Rotondi
Un altro spinoso Gianfranco nel fianco del sempre più claudicante Berlusconi. Stavolta il lazzarone che ha tentato di amplificare il caos nel già caotico bordello ottomano del centrodestra è nientepopodimeno che Gianfranco Rotondi, il simpaticissimo bubusette nerd della vecchia DC, l’ibrido di Umilio, Capezzone e Bondi in salsa democristiana, l’incallito fan del cardinal Ruini («Ruini, per noi democristiani, è una specie di presidente del consiglio fuori ruolo»), l’amico bruciacuore di casa Savoia («Speriamo che Vittorio Emanuele II di Savoia con il suo arresto non paghi l’impegno elettorale del figlio con la Democrazia Cristiana»), il gran fustigatore delle toghe rosse, il nemico agguerrito della pausa pranzo, il nobile difensore di Brancher.
Insomma, l’influentissimo ministro dell’Attuazione del programma che ha rinverdito gli antichi fasti della balena bianca con il possente 0,5% di voti ottenuti (donde, il simpatico nomignolo “Zero Rotondo”). Il politico tutto d’un pezzo che, finalmente, dopo festicciole mondane, testimoni nuziali ragguardevoli, assalti lisergico-muriatici verbali, è riuscito a far catalizzare l’attenzione mediatica senza i suoi soliti sforzi sisifici. Stavolta, deo gratias, non è stata necessaria la consueta bacchetta da rabdomante per notarlo, ma è bastata una lettera, redatta da lui con la firma congiunta di un drappello di autorevoli nomi (Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio aderente ai Popolari Liberali, e Caldoro, governatore della Campania e membro del nuovo PSI).
L’epistola, ovviamente destinata a Berlusconi, contiene ragionate lagne di Rotondi, legittimamente offeso con il suo testimone di nozze per non essere stato invitato al vertice di maggioranza di Palazzo Grazioli in quanto cofondatore del partitone. E’ singolare, però, che il ministro non si sia sentito ugualmente offeso per gli anatemi urlati da Bossi contro i democristiani “filomafiosi e rovinatori del nord”, durante la Berghem Fest.
Il ministro caldeggia le elezioni anticipate e trascina nella sua rivolta non solo Giovanardi e Caldoro (ancora deputato), ma un’altra decina di parlamentari.
Ma il vero coupe de theatre, o de fusil, è dato da una frase sibillina del nostro Rotondi: “I cinque punti (del programma emerso dal vertice PDL del 20 agosto, ndr)? Una ribollita. Preferisco le urne anche perché ho in serbo una sorpresina”.
Un’altra defezione di un fedelissimo yes-man del Cavaliere dalla più formidabile e sgangherata corazzata politica dell’ultimo ventennio? Un’ardita ed inaspettata spallata per far cadere l’impero di Silvio come una piramide di carta? Una stizzosa ripicca estemporanea del secondo Gianfry, stanco di recitare la particina del figurante inutile? O forse una variante soft del motto del generale Patton (“Fare la guerra significa ammazzare quei figli di puttana prima che quei figli di puttana ammazzino te”)? Ma soprattutto: che diavolo è questa sorpresina dal tanfo halloweeniano?
A riguardo, Franco De Luca, parlamentare PDL di area democristiana, afferma che la sorpresina non è affatto un tradimento, ma nient’altro che un rafforzamento della “cultura democristiana e liberal-socialista nel centrodestra”. In effetti, quest’aria ed aura innovatrice mancava in quel del PDL.
E’ doveroso però puntualizzare il fatto che il rotondo ministro ha assicurato fedeltà e massima solidarietà al premier. Non si sa mai, meglio premunirsi in questi tempi di infeltriti scoop ad orologeria.
Non ci resta, allora, che omaggiare il tenace ed immarcescibile ministro del nulla con questo nostalgico tributo video, in attesa di nuovi ed eccitanti sviluppi. Prima che la nave affondi, la ribalta su di lui si allontani e le luci dei riflettori si spengano in una dissolvenza definitiva e solenne.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
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Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.
(Adnkronos) - Gli attacchi - ordinati secondo quanto riferito dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump - hanno colpito radar, difese aeree e sistemi missilistici e di droni. Secondo il Times, l'obiettivo è riaprire le rotte di navigazione nel Mar Rosso che sono state minacciate dagli attacchi degli Houthi alle navi israeliane.