Festeggiano Tavaroli e gli spioni Il prossimo 22 settembre a Milano si apre il processo per i dossier illegali (1997-2004) della security Telecom-Pirelli guidata da Giuliano Tavaroli e costati alla società di telecomunicazioni 34 milioni di euro. È un dibattimento che potrebbe cominciare già in coma irreversibile se sarà approvato il provvedimento sul processo breve. La richiesta di rinvio a giudizio infatti è del 24 novembre 2008, quindi in base al ddl approvato in Senato, il processo verrebbe azzerato nel novembre 2011 se entro quella data non si andrà a sentenza. Per non condannarlo a morte sicura, si dovrebbero celebrare più udienze alla settimana. Ma le risorse del Tribunale, come degli altri uffici giudiziari italiani, sono risicate, pertanto è improbabile che possa accadere. Tra gli imputati principali, gli investigatori privati Emanuele Cipriani e Marc Bernardini, che non hanno patteggiato la pena come hanno fatto nella primavera scorsa, per esempio, Tavaroli e Fabio Ghioni, ex capo degli hacker nella società presieduta all’epoca dei fatti contestati da Marco Tronchetti Provera, ancora numero uno di Pirelli. Tra le accuse, corruzione e violazione del segreto d’ufficio.
I furbetti la fanno franca Vi ricordate dei furbetti del quartierino? Stefano Ricucci, Giovanni Consorte, Gianpiero Fiorani? E del loro illustre fan, invece che arbitro, l’allora governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio? Se questo ddl diventa legge la farebbero franca. Per il tentativo truccato di scalare la banca Antonveneta nel 2005, il procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco e i pm Eugenio Fusco e Giulia Perrotti hanno chiesto il loro rinvio a giudizio il 25 luglio del 2007. Pertanto in base alla normativa ferma alla Camera, la sentenza doveva essere pronunciata entro il mese scorso. Invece non si è ancora conclusa l’istruttoria dibattimentale. Ad incrociare le dita per il processo breve anche gli altri imputati tra cui gli immobiliaristi Danilo Coppola e Luigi Zunino, il capo della vigilanza della Banca d’Italia, Francesco Frasca, il senatore ex forza italia Luigi Grillo, l’ex braccio destro di Consorte a Unipol, Ivano Sacchetti. L’accusa è di aggiotaggio: secondo la procura avrebbero “sottratto” illegalmente Antonveneta agli olandesi di Abn Amro
Anche gli scalatori sono salvi Se in autunno dovesse essere approvato il processo breve, il dibattimento per un’altra scalata artefatta, quella alla Bnl, sempre nel 2005, correrebbe il serio rischio di essere vanificato. E gli imputati verrebbero graziati da una legge che Berlusconi vuole per salvarsi dai suoi processi. Tra gli imputati, oltre ai “furbetti del quartierino” Giovanni Consorte, Stefano Ricucci, Danilo Coppola, figurano anche il finanziere Emilio Gnutti, i banchieri Giovanni Zonin e Dino Gronchi (Bpv), Guido Leoni (Bper) e Giovanni Berneschi (Carige). La procura di Mlano li accusa di aver diffuso notizie false in modo da alterare il titolo di Bnl in Borsa e mettere fuori gioco il Banco di Bilbao in corsa per acquisire la banca italiana, con la benedizione della Banca d’Italia guidata da Antonio Fazio, anche lui imputato in questo processo. La richiesta di rinvio a giudizio per aggiotaggio è del 3 giugno 2008, quindi in base al ddl sul processo breve, il dibattimento per non essere estinto deve arrivare a sentenza entro giugno dell’anno prossimo.