Don Antonio Sciortino come Marco Travaglio. Il nuovo obiettivo contro cui si è scagliato ieri il Pdl è lo storico direttore di Famiglia Cristiana. Considerandolo probabilmente un grave insulto, è stato paragonato anche al giornalista de Il Fatto. La sua colpa sarebbe quella di aver pubblicato un editoriale, a firma Beppe Del Colle, contro il comportamento del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dal titolo “Il Cavaliere rampante e la Costituzione dimezzata”. Dall’epurazione di Enzo Biagi dalla Rai fino alle leggi ad personam, negli undici anni di direzione Sciortino sono molte le occasioni in cui il premier ha ricevuto critiche dal settimanale dei paolini. Comprese le sue frequentazioni di giovani ragazze ed escort.
“Berlusconi ha detto chiaro e tondo – si legge nell’editoriale in edicola oggi – che nel cammino verso le elezioni anticipate, qualora il piano dei cinque punti non riceva rapidamente la fiducia del Parlamento, non si farà incantare da nessuno, tantomeno dai ‘formalismi costituzionali’. Così lo sappiamo dalla sua viva voce: in Italia comanda solo lui, grazie alla ‘sovranità popolare’ che finora lo ha votato. La Costituzione in realtà dice: ‘La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione’. Berlusconi si ferma a metà della frase, il resto non gli interessa, è puro formalismo”.
Una riflessione troppo audace per i fedelissimi del premier. Che sono partiti all’attacco: “Mi compiaccio nel riscontrare dai fatti che Famiglia Cristiana sia ormai diventata il supplemento de Il Fatto quotidiano. Dopo il ticket Vendola-Chiamparino abbiamo quello don Sciortino-Travaglio” ha dichiarato il deputato Pdl Raffaello Vignali. Il ministro per i Beni e le attività culturali, Sandro Bondi, si è definito “sconcertato e disgustato”, mentre il sottosegretario dello stesso ministero, Francesco Giro, considera l’editoriale di don Sciortino “una dimostrazione di pornografia politica per la scarsa decenza degli argomenti che vengono proposti”.
Nell’editoriale un affondo durissimo anche sulla spaccatura creata nei cattolici e sul “metodo Boffo”. “Il berlusconismo – scrive Del Colle – se promette alla Chiesa di appassionarsi (soprattutto con i suoi atei-devoti) all’embrione e a tutto il resto, con la vita quotidiana degli altri non ha esitazioni: il metodo Boffo (chi dissente va distrutto) è fatto apposta”.
A rivendicare la paternità della lotta contro la rivista ci pensa un agguerrito Maurizio Gasparri: “Avevo denunciato per primo anni fa la deriva di Famiglia un tempo Cristiana. Anche la Santa Sede prese le distanze da un giornale che non la rappresenta in alcun modo”.
Un fuoco di fila interrotto dalle dichiarazioni di solidarietà dell’opposizione e di Generazione Italia. Per l’associazione dei finiani quella del Pdl “è la politica dell’insulto”. “Quello che stupisce nell’attacco virulento del Pdl alla riflessione di Famiglia Cristiana – dichiara il vice presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Giorgio Merlo – è che non accetta il dissenso né la critica che proviene dall’area cattolica. Forse è bene che si rendano conto che non tutti i cattolici italiani si limitano ad applaudire e ad esaltare il Pdl e l’azione di questo governo”. Per l’europarlamentare Idv, Luigi De Magistris, “la reazione della maggioranza è un’aggressione tribale verso un organo di informazione che ha avuto il coraggio di fare il suo dovere ed esercitare un suo diritto, che nell’epoca del regime è trasformato in colpa e crimine di lesa maestà da punire”.