La deputata calabrese, finiana di ferro, ha il compito di convincere i tanti delusi dalla svolta del predellino del 2007 che sancì la scomparsa di Alleanza nazionale
La Calabria, da sempre, è una roccaforta di An. L’alleanza con Forza Italia e la nascita del Pdl, però, ha cancellato i vecchi “affetti”. E così il progetto di Generazione Italia e di Futuro e Libertà per l’Italia convince ancora pochi amministratori locali. Consiglieri e assessori comunali, come Giuseppe Forestieri, assessore a Scalea e Nicola Cariolo, assessore a Fuscaldo, e qualche sindaco: quelli di Rocca Imperiale, Panettieri e Cirò, tutti in provincia di Cosenza, hanno aderito a Fli. C’è però una responsabile regionale di rilievo: Angela Napoli. Deputata calabrese, orgogliosamente finiana dalla prima ora, legalitaria, costretta a vivere sotto scorta perché si era schierata contro i boss reggini. Fu la prima a lanciare l’allarme sulle liste elettorali alle ultime regionali in Calabria: a distanza di mesi, anche Fabio Granata, vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia, ha seminato diversi dubbi sulla limpidezza delle liste e degli eletti in Lombardia e, appunto, in Calabria.
Napoli è riuscita ad “arruolare” oltre a Paolo Gatto, consigliere comunale di Reggio Calabria, peraltro in rotta con il Pdl, che per lui ha avviato una procedura di espulsione, anche Claudio Cosimo, assessore provinciale di Crotone e Maria Maio, consigliere della stessa provincia. Ma dove il nuovo progetto finiano ha raccolto più consensi è nel comune di San Lorenzo del Vallo, paese di 3500 anime in provincia di Cosenza: oltre al sindaco Luciano Marranghello (che è anche coordinatore provinciale di Generazione Italia), hanno seguito i finiani anche il vicesindaco Ivan Tiso, l’assessore Denise Ciliberti e i consiglieri Amos Prina e Michele Pellicori. A Reggio Calabria nei finiani è entrato anche Cosimo Caridi, ex direttore dell’Accademia delle Belle Arti della città sullo stretto. Anche qui i gruppi di Fli vedranno la luce dopo la Festa tricolore di settembre ma molti giurano che non scateneranno conseguenze rilevanti.
di Claudio Cordova