La Sicilia è la roccaforte finiana. Sono già trecento gli amministratori locali confluiti in Generazione Italia. I gruppi di Futuro e Libertà vedranno la luce entro settembre, dopo la festa Tricolore di Mirabello, che rimane il passaggio chiave. Nell’attesa le adesioni continuano ad aumentare. Tra i più recenti “arruolati” il presidente della Provincia di Enna, Pippo Monaco. Preceduto dal deputato regionale, Alessandro Aricò, che a Palermo ha assistito alla nascita di 10 circoli di Generazione Italia, insieme ad altri colleghi della Regione: Livio Marrocco, Carmelo Incardona, Pippo Currenti. Rispettivamente di Trapani, Ragusa e Messina. C’è pure Francesco Bongiorno, parente di Giulia Bongiorno, fedelissima del presidente della Camera. Non si contano i sindaci e gli assessori che hanno aderito ai finiani. La Sicilia è stata antesignana: qui sono stati costituiti i primi gruppi autonomi dal Pdl, col nome di Pdl Sicilia, alla quale ha aderito anche Gianfranco Miccichè, abbandonando l’idea del Partito del Sud. Oltre lo stretto, però, la situazione è complicata. Da sempre ciò che appare semplice qui si ingarbuglia. Leonardo Sciascia la chiamava “sicilitudine”. E così i finiani si ritrovano insieme agli uomini di Gianfranco Miccichè e di Marcello Dell’Utri a sostenere il governo regionale dell’autonomista Raffaele Lombardo. Sul sito del gruppo Pdl Sicilia Miccichè ha il link accanto al deputato finiano Fabio Granata. “Motivo per cui –spiega al Fattoquotidiano.it Mauro La Mantia, coordinatore regionale giovanile del Pdl che è stato il primo a chiedere l’espulsione di Dell’Utri dal partito – non ho aderito a questa formazione paradossale che al momento è servita soltanto ad ottenere posti in giunta regionale”. Tra i sostenitori di Fini c’è anche l’assessore regionale al Turismo, l’ex senatore Nino Strano. Il Nino Strano balzato agli onori delle cronache per aver mostrato la mortadella mentre cadeva il governo Prodi. Con lui, nel palazzo del governo regionale, anche l’assessore alle infrastrutture, Luigi Gentile. Dai finiani, aggiunge La Mantia “mi aspetto una presa di posizione più chiara”. Ma il giovane coordinatore del Pdl potrebbe avere una delusione considerato che il deputato finiano Carmelo Briguglio ha rinnovato la fiducia a Miccichè. In ballo c’è l’ennesimo rimpasto nella giunta sicula, il quarto in soli due anni, con una piccola pattuglia di parlamentari regionali pronti a costituire il gruppo Futuro e Libertà per l’Italia mantenendo un’ossequiosa alleanza con il Pdl Sicilia. Sono Alessandro Aricò, Pippo Currenti, Carmelo Incardona, Livio Marrocco e Toni Scilla. Sul territorio, intanto, le file dei finiani aumentano. A Gela, la città del petrolchimico, si è schierato con il presidente della Camera Giacomo Ventura, ex deputato di Forza Italia. Ma il grosso della partita si gioca a Catania dove l’ex deputato Pdl Fabio Fatuzzo, ha inaugurato il suo passaggio tra i finiani accordandosi con gli amministratori dell’Mpa di Raffaele Lombardo: con un colpo di mano è diventato presidente della società che gestisce il servizio idrico provinciale. Fatuzzo, con Strano, era assessore nella giunta guidata da Umberto Scapagnini, il medico taumaturgo del premier. Condannati in primo grado a due anni e due mesi per abuso d’ufficio nel processo sulle elargizioni, in piena campagna elettorale, di contributi per la cenere dell’Etna ai dipendenti comunali. Qui si consuma lo scontro tra Ignazio La Russa in vacanza nella sua Paternò, ed il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, senatore del Pdl, per le nomine in giunta. Uno dei quali potrebbe spettare ai finiani guidati da Puccio La Rosa, agguerrito consigliere comunale che intende istituire una commissione per la legalità. Insieme al consigliere Vincenzo Castelli, che però è imputato perché avrebbe favorito il Clan Santapaola, come ha svelato il Fatto pubblicando le intercettazioni tra Castelli ed il boss “Iano” Rampulla, fratello dell’artificiere della strage di Capaci. I consiglieri La Rosa e Castelli insieme ad altri militano nel gruppo “Pdl Sicilia” di Miccichè e Dell’Utri. Dalla nascita di Futuro e Libertà, all’ombra dell’Etna si aspetta chiarezza. Ma come diceva Sciascia: “La sicurezza del potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini”.
di Antonio Condorelli