In Toscana entro i primi di settembre nei Comuni e nelle Province nasceranno i nuovi gruppi finiani. L’obiettivo è arrivare pronti alla Festa Tricolore di Mirabello del 4-5 settembre, quando Gianfranco Fini annuncerà la nascita di Futuro e libertà per l’Italia. Nella regione di Denis Verdini e Altero Matteoli, ex An rimasto nel Pdl, la nascita del nuovo partito è stata accolta come una sorta di liberazione dal padre padrone Silvio Berlusconi. E i regolamenti dei conti sono all’ordine del giorno. L’ultimo: il capogruppo Pdl in Provincia di Firenze Massimiliano Simoni, responsabile toscano di Generazione Italia e presidente della Versiliana e del festival Pucciniano, non ha fatto in tempo a schierarsi con Fini che Lunardini, sindaco Pdl di Viareggio (che finanzia la fondazione che gestisce il festival presieduto da Simoni) ha chiesto gli venisse tolto incarico e relativo stipendio. Gesto imitato dal Pd Lombardi, primo cittadino di Pietrasanta. Ma Simoni non è tipo da cedere. Ha fatto causa. “Lo stipendio il Simoni non lo piglia, lo lascia lì”, dice. “Vado avanti fino al Consiglio di Stato, è una battaglia di principio”. Che gli facciano la guerra perché è il leader regionale dei finiani “pare ovvio, certo”. A Palazzo Vecchio, sede del Comune di Firenze, a guidare Fli c’è un altro “duro” finiano doc: Riccardo Sarra. Uno che nel 2000, a 50 anni, organizzò la giornata anticomunista e, in camicia e cravatta nera, arringava i presenti nell’aula universitaria dicendosi fiero di esser fascista. Oggi dice: “Attendo le decisioni a livello nazionale, io sono pronto a formare il gruppo staccato dal Pdl”. Da Grosseto c’è poi Francesca Scopelliti, vedova di Enzo Tortora, ex segretario della presidenza del Senato. Altro importante esponente di Futuro e Libertà è Giuliana Baudone, oggi consigliere comunale a Lucca, sua città natale, dopo dieci anni di presenza in Regione. E soprattutto considerata fedelissima di Altero Matteoli. Che ha scaricato in due minuti e quattro battute. “Sono finiana da sempre”, ha detto. E ricordando di aver “conosciuto il presidente nel Msi” di averlo “seguito a Fiuggi” e di aver poi “accettato la decisione di portare An dentro il Pdl”, oggi si dice “di nuovo convinta che la scelta di fondare un gruppo autonomo da Berlusconi sia quella giusta”. Matteoli? “Gli ho scritto ma non mi ha risposto”. Ma io, dice, “non tolleravo più di obbedire a logiche insensate”. E Verdini “dovrebbe farsi da parte”. I Toscani, si sa, non le mandano a dire. Ancor meno pare quelli di Fli. Talmente proiettati verso Fini da aver già organizzato cinque pullman con destinazione Mirabello.
di Davide Vecchi