Unomattina è il buongiorno preferito di Silvio Berlusconi. Anche l’edizione estiva ha il suo fascino. La Rai somministra calmanti all’italiano votante: il 6 agosto apre le vacanze con la lettura del libro di favole Due anni di governo, ieri riprende la linea con Augusto Minzolini. In veste d’invitato, a casa sua, il direttore del Tg1 morde la telecamera, disteso sulla sedia e ben coccolato dalle domande (siamo generosi) di Pierluigi Diaco, l’eterno emergente che girò decine di salotti televisivi prima di condurre un programma in Rai.
Domande “taglienti”
Diaco gioca con il soggetto sottinteso: “Da quando è sceso in campo cos’è cambiato nel Paese e nella politica?” L’ex squalo fa il serio, s’inoltra in disamine complicate: “Tutto”. E poi sorride, avanza: “Un sistema: prima avevamo una democrazia con coalizioni e governi che duravano in media un anno e mezzo”. Come per dire: meglio la quantità che la qualità. Diaco ascolta sonnecchiante, Minzolini insiste: “Una rivoluzione: il linguaggio è più diretto, la politica più moderna”. Scritta con errori marchiani la storia di vent’anni da Mani Pulite, i nostri parleranno dell’agosto 2010? Macché. I fianiani? Tormento dell’estate pari al Waka waka. Il voto anticipato? Miraggi. L’alleanza con Bossi? Barzellette. Tutte fesserie. Per Diaco l’attualità è la caduta del Muro di Berlino. I due sembrano attori e protagonisti di Good Bye Lenin: la madre perde la memoria, il figlio finge che la città sia ancora divisa in due. Diaco è il figlio: “Da quando la giovane dirigenza comunista …”. Tocca a Massimo D’Alema: “Un personaggio come lui ha contribuito a rendere riformista la sinistra?”. Minzolini schiaccia al volo: “In D’Alema è mancato il coraggio. Le tribù e la base bloccarono il suo governo. Così com’è successo a Veltroni. La sinistra deve fare un processo culturale profondo. La caduta del muro è una religione nuova”.
Dal premier a Craxi
Chi ha avuto la sventura di cadere col telecomando su Raiuno, a parte il silenzio caraibico dell’ audio, pescando Unomattina avrà pensato di vedere l’ennesima replica del servizio pubblico: le canzoni di Domenico Modugno, Rita Pavone, Orietta Berti. E invece due giornalisti, tra crisi di governo e d’economia, discutevano sull’89. E su Bettino Craxi, ormai nel cuore di Minzolini: “C’è stato un paradosso: chi aveva ragione nella storia fu messo in catene o in esilio, chi aveva sbagliato andò al governo”. E poi irrompe la commozione di Minzolini, mentre racconta la sua creatura: il Tg1 delle censure e dei monologhi: “Ho cercato di dare un’anima per renderlo meno asettico, anche prendendomi delle responsabilità. Sapevo che con la scelta degli editoriali mi avrebbero criticato, ma in questo modo ho detto quel che pensavo e liberato il giornale. Non ho coinvolto l’intera testata sulla mia posizione. Gli ascolti vanno bene: mi preoccupa più Mimum e il Tg5 che il TgLa7 di Mentana”.
Giudicatemi dai “fatti”
In discesa senza frenare, sistemato Diaco, il direttorissimo insegna filosofia di vita e giornalismo: “I miei nemici sono l’ideologismo e il dogmatismo. Non dico che devo sempre avere ragione, mi piacerebbe essere giudicato sui fatti, non su una posizione quasi pregiudiziale. Sarebbe necessario che nel mondo dei media venga rivalutata una categoria importante, cioè il dubbio”. In patria tra un viaggio in Finlandia sulle slitte trainate dai cani e un tuffo in Costa Azzurra, l’inviato speciale Massimo Mignanelli è la sorpresa di Unomattina estate, eppure sfigura se paragonato ad Adriana Pannitteri, perfetta spalla di Sestino Giacomoni. E chi è? “Ha una biografia molto ricca. Consigliere del presidente Berlusconi, etichettato dalla stampa in diversi modi, soprattutto come assistente suggeritore, addirittura uomo ombra”, disse nel presentarlo nella memorabile puntata del 6 agosto scorso. E Giacomoni: “Mi sembra un po’ troppo”. Davvero troppo, persino per l’uomo ombra che, durante l’addio dei finiani, doveva soltanto recitare i successi del governo e fare pubblicità al libretto: “Disponibile sul sito! E noi abbiamo superato una depressione più grave del ‘29”. Quando è libero da pranzi con Bossi e feste al castello di Tor Crescenza, Berlusconi interviene a Unomattina. Era il 29 settembre, il suo 73esimo compleanno: “Chiamatemi più spesso, così mi sento meno solo”. Susanna Petruni ripete grazie all’infinito, Stefano Ziantoni fa di più: “Siamo qui ogni mattina, questa è anche casa sua”. E Berlusconi registra: “Vi prendo in parola”. E dunque ritorna il 23 marzo per la campagna elettorale: “Non sono un monarca”.