Il tasso dei senza lavoro è all'8,6%. Colpiti soprattutto i giovani (26,8%), che sempre più condividono la casa con altri coinquilini per ridurre le spese. Secondo il Financial Times sull'economia italiana pesa anche la crisi politica del centrodestra
Per un ragazzo italiano è quasi normale non avere un lavoro: oltre un giovane su quattro è infatti disoccupato. Secondo gli ultimi dati dell’Istat, il tasso di disoccupazione giovanile, cioè di coloro che hanno un’età compresa tra 15 e 24 anni, è del 26,8%, in aumento rispetto a luglio 2009 (25,7%), ma in diminuzione di 0,6 punti percentuali rispetto a giugno 2010. Se ai giovani va male, non va meglio al resto della popolazione: a luglio il tasso di disoccupazione è stato dell’8,4%, stabile rispetto al mese precedente, ma in aumento dello 0,5% rispetto a luglio 2009. In un anno gli occupati sono diminuiti di 172mila unità. Rispetto a giungo 2010 invece si è registrata una diminuzione di 18mila unità (-0,1%).
Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha subito commentato i dati Istat sull’occupazione, sottolineando la “sostanziale stabilità” registrata nel mese di luglio: “La situazione rimane certamente preoccupante – ha detto – ma sarebbe colpevole non riconoscere il dato oggettivo di un differenziale positivo con l’Europa e di una tendenza negativa sostanzialmente fermatasi”. Diversa l’analisi dell’ex ministro del Lavoro, il Pd Cesare Damiano, secondo cui “i dati Istat sono una Waterloo sociale, ma il governo non trova niente di meglio che discutere del processo breve per dare l’ennesimo salvacondotto a Berlusconi”. Grave la situazione anche per il responsabile Welfare del Pd Giuseppe Fioroni, che ha detto: “I dati dell’Istat sul lavoro e in particolare quelli sul lavoro giovanile dovrebbero far tremare le vene e i polsi al governo. Trovo scandaloso che davanti a cifre del genere il presidente del Consiglio pensi di andare in televisione a parlare dei suoi processi”.
Oggi sono stati diffusi anche i dati dell’Eurostat. Nei 16 Paesi dell’Eurozona il tasso di disoccupazione non riesce a scendere sotto la soglia del 10%: lo scorso luglio la quota dei senza lavoro è rimasta allo stesso livello già registrato nei quattro mesi precedenti (era pari al 9,6% nello stesso mese del 2009). Analogo l’andamento della disoccupazione nell’insieme dei 27 Paesi Ue: a luglio, per il sesto mese consecutivo, il tasso medio è risultato pari al 9,6% (era al 9,1% nel luglio 2009). I dati dell’ufficio statistico europeo indicano poi che su base annua, cioè rispetto al luglio 2009, solo Austria, Malta e Germania hanno registrato una diminuzione dei senza lavoro, mentre in Italia e in altri 21 Paesi il tasso di disoccupazione è cresciuto (in due è rimasto invariato). La situazione dell’Italia rimane più grave rispetto alla media europea per quanto riguarda l’occupazione giovanile: lo scorso luglio il tasso di disoccupazione degli under 25 in Eurolandia è stato del 19,6% (19,8% sia a giugno 2009 che a luglio 2009).
Come rimedio alla difficoltà di trovare un lavoro e alla crisi economica, gli italiani sono sempre più disposti a condividere le mura domestiche. Il sito di annunci gratuiti kijiji.it ha riscontrato negli ultimi 15 giorni un aumento del 25% di ricerche e offerte per la condivisione di appartamenti: una scelta fatta sempre più da giovani single alle prese con il loro primo lavoro e che vogliono ridurre le spese, ma anche da coppie disposte a sacrificare un po’ della loro privacy. Secondo Kijiji.it a Roma e Milano c’è un vero e proprio boom di appartamenti in cui più coinquilini vivono in tre, quattro o addirittura sette stanze diverse.
E alla crisi dell’economia italiana è oggi dedicato un editoriale del Financial Times intitolato “Si sbiadisce la ‘bella figura’ dell’Italia”. Secondo il quotidiano della City, “il Pil reale italiano è cresciuto di 10 punti percentuali in meno rispetto alla media dell’eurozona negli ultimi 10 anni”. Ad aggravare la situazione è l’attuale crisi politica, visto che “questa lotta intestina nella destra della politica italiana potrebbe portare solo a una ulteriore stagnazione economica”.