In un istituto di Nettleton una circolare stabiliva l'accesso alle cariche scolastiche su base etnica. Il risalto dato alla notizia da tv e giornali ha permesso di risolvere il problema. Ma non del tutto
NETTLETON – Nella scuola media di Nettleton, Mississippi, l’eco dell’elezione del primo presidente afro-americano degli Stati Uniti non era arrivata. O forse a qualcuno era sembrata uno scherzo. Tant’è che, risvegliati bruscamente da un lungo sonno, i responsabili della scuola sono dovuti correre ai ripari, con una riunione straordinaria, per mutare un regolamento interno che vietava agli studenti “black” di concorrere alla carica di presidente di classe.
In una circolare la scuola stabiliva, infatti, che fra i criteri di accesso a determinate cariche, oltre alla media dei voti e simili, ci fosse l’etnia, che favoriva in maniera palese gli studenti bianchi. Per non dare troppo nell’occhio, poi, il regolamento consentiva agli studenti afro americani (indicati nella circolare con il termine “neri”) di accedere ad alcune posizioni, quale quella di reporter, bandite invece ai “bianchi”. Ovviamente, gli incarichi riservati agli studenti afro americani erano di importanza nettamente inferiore a quelli riservati agli altri studenti.
La circolare ha causato il disappunto di molti genitori, anche non afro americani, che hanno fatto si che la notizia arrivasse ai media. L’ampio risalto dato alla notizia da giornali e tv statunitensi ha costretto la scuola ad un tardivo ma necessario dietrofront. Fra i primi ad opporsi alla circolare della scuola, proprio i genitori di una bambina “bianca” alla quale il preside intendeva vietare l’accesso ad una posizione riservata agli afro americani. E’ il caso del padre di una studentessa, Barry Springer, che non ha proprio mandato giù che la figlia, che voleva essere reporter, fosse “costretta” a concorrere per la carica di presidente.
Fortunatamente, ora, l’incomprensibile regola discriminante e’ stata abolita e il sovrintendente scolastico del distretto di Nettleton, Russel Taylor, ha chiarito che le elezioni nella scuola non sono state ancora effettuate proprio per una revisione interna in atto. Tutto a posto dunque? Mica tanto. La scuola, infatti, non ha proprio preso in considerazione altre minoranze etniche, come i latinos, che non erano assolutamente contemplati fra le “razze” ammesse alla competizione elettorale. Chissa’ se il consiglio scolastico ora accetterà di buon grado l’eventuale candidatura dell’alunno Lopez o dell’alunna Mendez o la rifiuterà limitandone magari l’accesso alle cucine della mensa.