Nel suo libro autobiografico l'ex premier britannico spiega le ragioni della passione per Mr B. "Lui non aveva solamente promesso, aveva agito"
Che ci fosse amicizia tra i due era intuibile. Ma che le Olimpiadi del 2012 Londra se le fosse aggiudicate grazie alla buona parola del Cavaliere, ha del curioso. A confermarlo è lo stesso ex premier inglese Tony Blair. La insolare rivelazione sta scritta nel sua ultima autobiografia ( “Un viaggio”), da oggi nelle librerie: “C’è un’ultima persona senza la quale non avremmo potuto vincere: Silvio Berlusconi”. Per questo l’ex primo ministro inglese rivela: “Lo ammiro”
Blair ricorda alcuni particolari della visita a villa Certosa, in Sardegna. Quando, nell’agosto 2004, un Silvio Berlusconi fresco di trapianto, scrive Blair, lo avrebbe soccorso: “Gli avevo fatto visita per chiedergli aiuto sulla candidatura. L’Italia era uno dei protagonisti fondamentali. Mi aveva domandato fino a che punto fosse importante per noi ottenere le Olimpiadi. “Molto” risponde Blair. Che poi scrive: “Berlusocni mi disse. sei mio amico non ti prometto niente, ma vedrò cosa posso fare”. Un comportamento, si legge nel libro “tipico di Silvio ed è per questo che lo ammiro. Quasi tutti i politici promettono, ma poi non combinano nulla. Lui non aveva promesso, aveva agito”.
Dopodiché l’ex inquilino di Dowining street mette in guardia dietrologi e malpensanti: “I rapporti personali contano, questo è ovvio – scrive ancora Blair – ma chi pensa siano elaborati stratagemmi e calcoli matematici a determinare le negoziazioni e i compromessi, sembra ignorarlo. A tutti i livelli, ma soprattutto ai vertici, la politica ruota intorno alle persone. Se un leader ti piace, cerchi di aiutarlo anche se ciò può andare contro i tuoi interessi. Se non ti piace, non lo aiuti. Se prendi le distanze per motivi politici – per esempio perché, come nel caso di Silvio, c’è più di una controversia sul suo conto – va benissimo, ma non illuderti: a perdere è il tuo Paese”.