Gli addetti alla raccolta differenziata del consorzio Napoli-Caseta in una lettera indirizzata provocatoriamente ai clan protestano contro i tagli di organico e i mancati pagamenti
In effetti il testo della lettera lascia allibiti: “La camorra nei rifiuti dicono i giornali, e allora deve essere per forza vero (…) l’ha detto Saviano, quindi per forza deve essere vero (…) allora, cari camorristi, ci rivolgiamo a voi. Che noi, seppur indirettamente, stiamo lavorando per voi, è un fatto assodato. Quindi scusateci se osiamo farvi qualche richiesta, ovviamente se non è di troppo disturbo”. Segue un elenco di rivendicazioni: dal non voler lavorare in condizioni pericolose per la salute, alla preghiera ai “politici e industriali che vi sono amici” per ottenere un avanzamento di carriera o un trasferimento alla Provincia o alla Regione con tanto di aumento in busta paga. Il documento va letto con attenzione per filtrare le parti ‘serie’ dalle provocazioni fini a se stesse. Il nodo da sciogliere, il cuore della protesta, resta quello delle retribuzioni e di un futuro che si prospetta incerto: “Da mesi i consorzi non ci pagano e a Benevento ci hanno messo a cassa integrazione mentre a Caserta e a Napoli ci stanno licenziando. Gli stipendi dei Consorzi da mesi non li riceviamo e a dire il vero neanche il vostro, nemmeno quello dei mesi scorsi. Possiamo fare un forfait degli arretrati? Anche a rate va bene. In caso di risposta positiva dobbiamo venire a ritirarli o si può fare l’accredito sul conto corrente? Ne approfittiamo per ribadire la nostra disponibilità nel caso doveste ripulire denaro sporco”. I lavoratori dei consorzi di bacino che lanciano questo ‘appello’ ai clan sono gli stessi che un anno fa (il 28 settembre 2009) esposero in piazza Plebiscito uno striscione con la scritta “W i Casalesi”. La foto fece il giro del mondo e suscitò indignazione unanime.
I lavoratori del consorzio Napoli-Caserta che rischiano il licenziamento sono 424. Per loro è pronta la cassa integrazione, anche se la legge prevederebbe un ricollocamento negli enti locali.