Ascoltavo la Gelmini in conferenza stampa mentre snocciolava le cifre degli insegnanti del suo ministero quando due numeri mi hanno colpito:
settecentomila e duecentoventinovemila. Il primo è il numero relativo agli insegnanti di ruolo e il secondo è il numero dei precari in Italia.
Mariastella Gelmini, insomma, è responsabile di un dicastero che dà lavoro a quasi un milione di insegnanti.
Se il ministero della Pubblica Istruzione avesse come dipendenti solo docenti, sarebbe già la quinta azienda del pianeta dopo Wal-Mart, le ferrovie indiane, la State Grid (l’Enel dell’India) e la China National Petroleum.
Tanto per darvi un’idea la Nestlé ha 250.000 dipendenti, la Microsoft ha circa 100.000 impiegati, l’ENI ne ha circa 80.000 e l’Unicredit 170.000. McDonald’s arriva a 450.000.
Ora immaginate che a dirigere l’Unicredito, l’Eni, la Microsoft, la Nestlé e McDonald’s ci sia una amministratrice delegata che vanti questo impressionante curriculum:
– Avvocato, è specializzata in diritto amministrativo.
– Entrata in Forza Italia sin dal 1994, nel 1998 è stata prima degli eletti al Comune di Desenzano, ricoprendo sino al 2002 la carica di Presidente del Consiglio Comunale.
– Dal 2002 è stata assessore al Territorio della Provincia di Brescia e, dal 2004, assessore all’Agricoltura.
– Prima degli eletti nella circoscrizione di Brescia per Forza Italia, entra nel Consiglio Regionale della Lombardia nell’aprile del 2005.
– Il mese successivo è nominata da Silvio Berlusconi coordinatrice regionale di Forza Italia in Lombardia.
– Nel 2006 è eletta per la prima volta alla Camera dei Deputati per la XV legislatura (biografia fornita dallo staff del ministro).
Questo e’ il curriculum ufficiale del ministro che occupa la poltrona un tempo occupata da personaggi minori come Antonio Segni e Aldo Moro (ministri della pubblica istruzione negli anni’50), Oscar Luigi Scalfaro (1972) o Giovanni Spadolini (1979), un ministro che sta finalmente introducendo meritocrazia, efficienza e rigore nella pubblica istruzione.
A rifletterci bene, pero’, e’ un curriculum ufficiale un po’scarno: che ce ne sia uno occulto?