Il giornalista ospite a Torino della festa del Partito democratico
“Devo essere il più conservatore dei conservatori. Non cambierò una virgola”. Con questa battuta Michele Santoro, ospite della Festa nazionale del Partito Democratico a Torino, commenta a ilfattoquotidiano.it la trattativa con il direttore generale Rai Mauro Masi per la prossima stagione di Annozero. Il programma dovrebbe iniziare il 23 settembre, ma è ancora in bilico e settimana prossima ci sarà un nuovo incontro tra i due. “Difficilmente potrà essere bloccato”, dice nel corso della serata. Per quanto riguarda la mediazione con i vertici di Viale Mazzini, “quando sapremo le idee di Masi faremo le nostre valutazioni”. Santoro non transige. “Bravo, non cambiare”, risponde un ammiratore mentre il giornalista passeggia nei Giardini Reali.
La mediazione, definita come una battaglia sua e dei suoi collaboratori, si basa “su due principi importanti della Costituzione. Il primo è la libertà, il secondo è il lavoro. La dignità del lavoro, il riconoscimento del lavoro. Non c’è libertà se non c’è rispetto dei lavoratori del nostro paese”, dichiara nella Sala Bobbio dove in tanti assistono alla sua lezione sull’informazione. “Quando si dice a Marco Travaglio, a Vauro, a Sandro Ruotolo, a Giulia Innocenzi, a Corrado Formigli ‘perché volete andare in onda?’ si offende la loro dignità. Noi non abbiamo paura di quest’offesa perché reagiremo con le nostre forze”, rappresentate dai “sei milioni di persone che vedono rappresentata la loro maniera di vedere le cose”.
Oltre al tema della dignità c’è un altro aspetto che è paradossale: “Giornalisti di tutto il mondo mi chiedono com’è possibile che io debba avere un dialogo sul perché dobbiamo rifare Annozero, quando il nostro programma ha avuto il doppio degli ascoltatori della rete su cui è collocato, ha guadagnato grazie alla pubblicità due volte quello che costa e quindi viene prodotto senza sfruttare un euro del canone.
“Annozero difficilmente potrà essere bloccato”, dice ai presenti. “Non lasceremo che la nostra voce venga spenta. Dovesse essere la mia ultima volta. Almeno un altro Annozero ci sarà”.
Riferendosi all’intervista di Masi sul numero di Panorama in edicola oggi, nella quale il dg della tv di Stato dichiara che “il rapporto di Santoro in Rai è definito con una sentenza del giudice passata al secondo grado di giudizio che dice che deve fare dei programmi, non dice evidentemente che tipo di programmi”, il conduttore – parlando in terza persona – ricorda il contratto: “Santoro è stato assunto per fare i programmi che è in grado di fare”. Poi cita l’inchiesta di Trani (dalle cui intercettazioni si scoprì l’ordine di Silvio Berlusconi a Masi di chiudere Annozero e al commissario dell’Agcom Giancarlo Innocenzi di sanzionare il programma): “L’ingerenza di un governo nella libertà d’espressione è un Watergate che negli Stati Uniti avrebbe costretto il presidente a dimettersi”.
Non va per il sottile neanche con il Partito democratico. Alla domanda di un signore sul perché debba invitare certe persone come Vittorio Sgarbi o Maurizio Belpietro, il giornalista replica che sono regole fatte dal centro-sinistra perché “vogliono controllare tutto dall’alto”. “Il 90% delle norme che ci sono sono per Annozero. Basta coi controlli. Napolitano e il presidente del Consiglio nominino un direttore generale, come fa la Bbc, e poi fuori”. Un messaggio che rivolge al Pd: “Lasciate libera la Rai. Berlusconi non la lascerà, ma voi sì e sarete più credibili”.
di Andrea Giambartolomei