Le contestazioni al presidente del Senato scatenano le reazioni politiche. Da Napolitano a Bersani arriva la solidarietà. Idv e Movimento 5 Stelle si schierano con i contestatori. In serata Rosy Bindi incontra il popolo viola.
Le contestazioni alla festa del Pd di Torino al presidente del Senato scatenano la valanga di reazioni politiche in difesa di Renato Schifani. Ma c’è anche chi si schiera a favore del popolo Viola e dei grillini, genericamente definiti “contestatori”. E Beppe Grillo annuncia: “Questo è solo l’inizio”.
Se Pierluigi Bersani e Gianfranco Fini chiamano la seconda carica dello Stato per esprimergli solidarietà e rammarico, dal Quirinale arriva il primo messaggio ufficiale. Giorgio Napolitano affida a una nota la proprio reazione. “Il tentativo di impedire con intimidatorie gazzarre il libero svolgimento di manifestazioni e discorsi politici è un segno dell’allarmante degenerazione che caratterizza i comportamenti di gruppi sia pur minoritari incapaci di rispettare il principio del libero e democratico confronto e di riconoscere nel Parlamento e nella stessa magistratura le istituzioni cui è affidata nel sistema democratico ogni chiarificazione e ricerca di verità”. Si legge nella nota del Quirinale. “Perciò – prosegue – deploro vivamente l’episodio verificatosi oggi a Torino ai danni del Presidente del Senato e ogni forma di contestazione aggressiva sia verso figure di particolare responsabilità istituzionale sia verso qualsiasi esponente politico nell’esercizio della sua inconfutabile libertà di parola e di opinione”.
Poco dopo è arrivato il commento del presidente della Camera, Gianfranco Fini. “Solidarietà a Renato Schifani” vittima di una “intollerabile contestazione: Con questi episodi “si supera di tanto la dialettica e il reciproco confronto”. Del medesimo tono anche la reazione di Pierferdinando Casini che esprimendo “totale solidarietà al presidente Schifani” ha invitato il Pd a “riflettere molto seriamente” sulla posizione di vicinanza a “Di Pietro e grillini che”, secondo il leader dell’Udc, “seminano odio e sono incompatibili con qualsiasi progetto serio di governo”.
Il Pdl attacca più apertamente l’opposizione. Per il portavoce Daniele Capezzone quanto accaduto oggi non stupisce. “Dopo che il segretario Bersani ha scelto di toccare il fondo usando la parola ‘fogna’ per riferirsi al centrodestra e alla politica della maggioranza, il Pd non ha il diritto di stupirsi (o di scansare le responsabilità) per l’indegna aggressione dei grillini contro il Presidente Schifani, a cui esprimo totale solidarietà”. Secondo Capezzone “a sinistra c’è una rincorsa verso il peggio: guidano Di Pietro e i grillini, segue il Pd. Ma è una gara avvilente”. Anche Maurizio Gasparri ricorda le parole “di Bersani dell’altro ieri” sottolineando che il tentativo di Piero Fassino di arginare la protesta durante la festa del Pd torinese, “non cancellano la gravità di quanto accaduto”.
Il governatore leghista del Piemonte rincara la dose: “C’è un clima che ricorda quello di Milano quando il presidente Berlusconi fu colpito con una statuina”, ha detto Roberto Cota. “Chi ha messo in scena questa contestazione si è dimostrato violento e antidemocratico. Questo modo di agire è figlio di un modo di concepire la politica di chi non rispetta le persone elette dal popolo e rappresentative delle istituzioni. Chi agisce in questo modo va isolato”. Mentre il ministro leghista, Roberto Calderoli, si spinge fino a chiedere le dimissioni di Bersani. Gli fa eco il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, secondo cui “c’è il rischio elevatissimo che siamo appena all’inizio”.
Dalla parte dei contestatori si schiera apertamente Antonio Di Pietro. “Stiamo dalla parte dei contestatori che sono semplicemente difensori della legalità, della democrazia e degli onesti cittadini. E’ ora di dire basta a questa ipocrisia imperante”, ha detto il leader dell’Idv. “Siccome molti si sono ritrovati ad avere, dalla mattina alla sera, importanti incarichi quali la presidenza del Senato o altre cariche istituzionali si ritengono immuni da ogni critica. Se è vero, come è vero, che c’è un’Italia onesta che comincia a ribellarsi contro il modello piduista creato da Berlusconi, vuol dire che c’è una concreta speranza di cambiare le cose. E vuol dire, inoltre, che i cittadini hanno aperto gli occhi ed hanno capito il dilagare della corruzione prodotta dalle politiche ad personam portate avanti dal governo Berlusconi. A questo punto riempiamo le piazze con contestazioni pacifiche, protestiamo e rimandiamo a casa la cricca della P3”.
Beppe Grillo non si sottrae ai commenti né alle critiche. E rilancia: “Questo è solo l’inizio. Devono rendersi conto che è finita. Che si blindino con i poliziotti antisommossa, chiamino Maroni e l’esercito. Paghino la gente che va ai comizi per applaudirli. Oppure se ne vadano a casa”. Ed ha difeso i grillini, “persone educate, perbene che manifestano un pensiero assolutamente giusto”. Infine, il comico genovese, ha invitato Schifani a partecipare il 25 e 26 settembre alla Woodstock 5 stelle in programma a Cesena. “Ci dirà perché tiene ancora nel cassetto 350 mila firme di cittadini” presentate nel 2007 all’allora presidente del Senato, Franco Marini, per sostenere il ddl di iniziativa popolare per la non candidabilità degli inquisiti. Infine attacca il Capo dello Stato: “Perché Napolitano non prende le difese dei cittadini? Napolitano deve far rispettare la costituzione”.
In serata il presidente del Pd, Rosy Bindi, ha incontrato una delegazione del popolo viola che nel pomeriggio avevano contestato Renato Schifani. “Noi – ha detto – facciamo le primarie e voi vi impegnate a non far perdere il centrosinistra”.