Cronaca

Torna il racket delle pompe funebri

Clamorosa denuncia di un imprenditore che ha deciso di raccontare le intimidazioni che ha ricevuto da quando ha iniziato a gestire in maniera trasparente le camere mortuarie di alcuni ospedali di Milano e provincia

Lorenzo Toselli conferma che quanto denunciato dall’Associazione Sos Racket e Usura corrisponde alla realtà. Da alcuni anni l’imprenditore gestisce una società di servizi che ha in carico numerose camere mortuarie negli ospedali piemontesi.

Nell’ottobre 2008, in seguito all’operazione denominata Caronte sul “racket del caro estinto”, a Toselli viene affidata la gestione delle camere mortuarie degli ospedali milanesi Niguarda e San Carlo. A differenza di quanto accadeva prima dell’operazione di polizia, la gestione dell’imprenditore è impeccabile. Le aziende di pompe funebri che prima riuscivano ad entrare nelle camere mortuarie per dare “la caccia al morto”, grazie alla connivenza degli infermieri corrotti, ora vengono lasciate fuori dagli ospedali. Ed è lì che iniziano i suoi guai.

Una serie di minacce, intimidazioni e danneggiamenti ai suoi mezzi lo costringono a una vita d’inferno e a cambiare continuamente abitazione. “Mi hanno individuato anche qui – dice –  alcuni giorni fa si sono presentate delle persone chiedendomi se potevo assumerle, perché già sapevano che dal primo ottobre di quest’anno,avrei gestito le camere mortuarie di Garbagnate Milanese, Bollate, Rho, Passirana. A breve dovrò ancora cambiare casa”. Toselli conferma che alcune imprese di onoranze funebri, attraverso una serie di società, hanno trovato il modo di continuare il traffico illegale dei funerali continuando ad arricchirsi sul commercio delle persone defunte.

La testimonianza di Toselli è confermata da decine di segnalazioni che continuano ad arrivare alla nostra associazione, tutte denunciate in numerosi esposti all’autorità giudiziaria che ha deciso di aprire un’inchiesta. Forte e’ il rischio che dietro questo business da 500 milioni di euro all’anno,vi sia l’infiltrazione della criminalità organizzata che sta prendendo progressivamente il controllo del mercato delle pompe funebri.
A Milano il business è gestito da due cartelli di imprese che, con metodi illegali, da anni si spariscono il territorio. Difficile pensare che tutto ciò non goda di coperture politiche. Se non fosse così il sistema sarebbe stato interrotto da tempo.

L’Associazione sos racket e usura rivolge un appello a tutti i titolari onesti delle imprese di pompe funebri (che sono la maggioranza) a seguire l’esempio di Lorenzo Toselli nel denunciare quello che tutti sanno. La diffusa illegalità e corruzione del settore. Solo così, si potranno cacciare gli operatori disonesti e ripristinare la legalità.